Per molto tempo, con il termine comparazione si individua il momento centrale dell'argomentazione razionale e soprattutto si afferma la direzione della riflessione logica sulla pratica di ricerca. Di conseguenza, si sostiene che i ricercatori dipendono dai logici, e sono questi che definiscono preventivamente le regole del corretto metodo di ricerca. Tale metodo consiste, per i razionalisti, nel piò e nel meno (cioè nella quantificazione). I logici cartesiani, infatti, usavano chiamare comparazione il confronto per appurare se qualcosa sia maggiore o minore, migliore o peggiore, di un'altra. Nella Logique de Port Royal, viene chiamato comparativo il giudizio per valutare se una cosa è piò o meno di un'altra (1662, II, X; 1969, 199). Questa definizione di comparazione non è dissimile dal «giudizio di confronto» della scolastica tomistica. Tuttavia, la differenza è nella maggiore enfasi posta sul concetto di quantità (il piò o il meno). Una simile definizione è strettamente connessa al tentativo di Cartesio (condiviso dai cartesiani di Port-Royal) di sviluppare la matematica come modello metodologico e come significato ultimo della natura. A proposito della metodologia cartesiana, essa ritiene indispensabile, all'esattezza di ogni raffronto, che ambedue i termini considerati consentano un piò o un meno, e quindi rientrino nel concetto generale di grandezza