Il dibattito sulle democrazie reali, cioè sui modi di realizzazione di sistemi politici detti ≪ democratici ≫, si è fissato soprattutto intorno a due ordini di problemi, spesso trattati congiuntamente. Da un lato, si sono cercate le condizioni culturali, sociali, economiche, o anche politiche, della genesi e della persistenza di un regime democratico. Dall'altro, si sono enucleati gli indicatori piú sicuri di tale regime, e poi gli indici e le misure di democraticità. Ci occuperemo qui del secondo ordine di problemi, che ha attirato un'attenzione sempre maggiore anche in seguito alla spinta quantitativizzante della letteratura politologica dell'ultimo ventennio. In particolare, mostreremo le due strade percorse nel tentativo di rilevare e misurare la democrazia: quella che considera alcuni processi ritenuti tipicamente democratici, e quella che rileva soprattutto il quantum di libertà, politiche e civili, esistenti nei sistemi politici. L'ultima parte presenterà i risultati di un ampio survey sulle misure di libertà, condotto tra il 1972 e il 1974. Occorre anche premettere che la democrazia che si vuole misurare è quella che si è realizzata, in diversi modi e forme, soprattutto nel mondo occidentale. Stiamo parlando, cioè, delle liberal. democrazie o poliarchie, come le definisce Dahl per evitare pericolose confusioni terminologiche, o delle democrazie costituzionali secondo la definizione preferita da Gastil — attento agli istituti tipici di regimi legibus non soluti — nel survey che presenteremo nella terza parte.