Il declino del conflitto di classe nelle società industriali del dopoguerra è un tema assai diffuso tra i sociologi della politica, particolarmente tra coloro che si sono dedicati allo studio dell'Europa occidentale. Basandosi sulla teoria della stratificazione sociale, essi pongono il postulato per cui il benessere economico ha attenuato il conflitto di classe. La prosperità economica, essi sostengono, riduce le profonde divisioni di classe, che sono una causa fondamentale del conflitto politico. In una società prospera, la differenza fra strato piú alto e strato piú basso nella percezione di ricompense materiali è sempre piú limitata. Le differenze nello stile di vita, che nel passato erano legate a segni visibili di status, sono ridotte. In una economia industriale (e forse post-industriale) fiorente, la classemedia (che sin dal tempo di Aristotele è stata associata all'idea di politica temperata) tende ad espandersi. Le occasioni di mobilità sociale tra una generazione e I'altra aumentano e vengono, anzi, a ridurre gli antagonismi di classe. II conflitto di classe continua, sí, adesistere, ma viene istituzionalizzato. Le domande della classe operaia sono incanalate attraverso una struttura sindacale sernpre piú riconosciuta. I partiti politici della classe operaia cominciano a partecipare alla gestione del potere e diventano legittimati e stabilizzati; inoltre, abbandonano le loro anacronistiche ideo1ogiee gli appelli diretti alla classe.
Benché sia eccessivamente semplificato, questo breve panorama del mutamento sociale e politico fornisce, tuttavia, un accurato quadro generale dei cambiamenti economici, sociali e politici avvenuti nell’Europa occidentale in questo dopoguerra. Nonostante tali cambiamenti, però, sembra che gli schieramenti partitici in questi paesi siano cambiati relativamente poco. Due fra i principali studiosi della politica europea, Seymour Martin Lipset e Stein Rokkan, sostengono che « i sistemi partitici degli anni sessanta riflettono, tranne poche significative eccezioni, la divisione verticale delle strutture degli anni venti ». Lipset ha altresì osservato come, nonostante i profondi cambiamenti verificatisi nella società europea, ancora perduri la correlazione tra classe sociale ed affiliazione partitica: il sostegno della classe operaia a favore dei partiti di sinistra rimane notevolmente elevato nella maggior parte dei sistemi politici europei.
Di fatto, c’è stata una considerevole continuità nei modelli di divisione tra i vari settori. Ma c’è stato anche un mutamento. Sembra che i cambiamenti sociali, economici e politici del dopoguerra abbiano allentato la correlazione fra classe sociale e preferenza partitica. La mia analisi propone decisamente l’idea che l’affiliazione partitica di classe vada attenuandosi in Germania, in Francia ed in Italia, mentre non prova con altrettanta decisione che tale correlazione sia in diminuzione in Gran Bretagna. In questo saggio, il mio scopo è quello di documentare e — ciò che è di gran lunga piú importante — spiegare il declino della correlazione fra classe sociale e preferenza partitica nei tre sistemi politici continentali summenzionati.