Uno dei legami piú promettenti tra ricerca micro-politica e ricerca macro-politica è rappresentato dallo studio degli atteggiamenti e delle esperienze di vita delle élites politiche e, in particolare, degli aderenti ai maggiori partiti politici. I partiti sono la struttura phú capillare dei sistemi politici moderni per la formazione dell'élite e dell'opinione. La loro sfera di influenza va dal proverbiale piccolo «uomo della strada» fino alle élites governanti con potere decisionale. Essi permettono Cosí di studiare tanto i processi di socializzazione e reclutamento di élite quanto quelli della formazione dell'opinione pubblica. Inoltre, i partiti dell'Europa continentale rivestono maggior fascino per lo studioso di partiti poiché sono stati oggetto di buone ricerche comparate riguardanti un notevole arco di tempo, di modo che si possono tranquillamente applicare tecniche di sondaggio sulla base di una vasta quantità di fatti e circostanze già noti. In phú, per la mentalità anglo-americana, essi posseggono una particolare caratteristica di esclusivismo di setta, nonostante il. reclutamento aperto, che Max Weber considerò come uno dei loro caratteri distintivi. Inoltre, fino a poco tempo fa, erano dotati di sfumature quasi-religiose che hanno spinto molti osservatori a chiamarli « cappelle », «sette» 0 «chiese sostitutive», a prova eli un relativo ritardo nella secolarizzazione delle societ` di cui fanno parte. E sono anche stati portati a conservare parte dell'atteggiamento di sofferenza, cospirazione e attivit` sotterranea ereditato dal loro non remoto passato di autocrazia autoritaria, con il suo seguito totalitario, specialmente in Italia e in Germania.
Il presente esame di alcuni modelli di socializzazione e di reclutamento tra i socialisti e i democristiani italiani e tedeschi occidentali fa parte di uno studio piú vasto, centrato sugli atteggiamenti ideologici degli iscritti ai partiti; è nato dal desiderio di trovare campioni comparabili di iscritti ai partiti in questi due paesi piuttosto diversi tra loro, per potere poi sottoporre a controllo le ipotesi generali sulle ideologie politiche, sugli atteggiamenti e sulle esperienze di socializzazione. Le limitazioni di comparabilità, ambito e finanziamento naturalmente portarono a problemi insiti quali il fatto che il PSU non è affatto tanto inclusivo quanto la SPD che non deve dividere il voto della classe operaia con un vasto partito comunista. Questi problemi si tradussero inoltre, come vedremo, in divergenze occasionali tra le indagini condotte nei due paesi, che ebbero lati sia positivi che negativi. Da un lato, queste divergenze resero possibile un esame alquanto approfondito di alcune caratteristiche divergenti in entrambi i paesi, un procedimento che ci porta molto avanti nel soddisfare alcune legittime obiezioni mosse alla ricerca fra culture diverse, e dall’altro hanno, in alcuni rispetti, inevitabilmente ridotto l’area di una comparazione in senso stretto.
La parte italiana dell'inchiesta è stata effettuata poco dopo le elezioni parlamentari del 1968, dalla DOXA di Milano. Non si è potuto estrapolare un campione casuale date le cattive condizioni degli archivi dei partiti italiani e poiché si dimostrò problematico riuscire ad ottenere la collaborazione dei partiti nel bel mezzo di una campagna elettorale di vaste dimensioni. Al contrario, si scelse un campione geografico in base ad un elenco di iscritti ai partiti, già conosciuti precedentemente, intervistati dalla DOXA in questo modo: 30 membri DC e 32 PSU dalle tre province della zona industriale nord-occidentale; 9 DC e 8 PSU dalla zona agricola nord-orientale; 21 DC e 36 PSU dall’Italia centrale; 25 DC e 24 PSU dal Sud; e 17 DC e 13 PSU da Sicilia e Sardegna — nell’insieme 102 DC e 113 PSU. Il punto debole piú evidente del campione usato è rappresentato dalla sua composizione di elementi con un livello di istruzione molto piú alto di quello che si può ritrovare in entrambi i partiti.
La parte tedesca dell’indagine fu effettuata dalla INFAS di Bad Godesberg un mese prima delle elezioni del 1969. Poiché i costi relativi all’effettuazione di un’indagine nella Germania occidentale si rivelarono alquanto onerosi, si raggiunse un accordo di scambio con il Dottor Nils Diederich di Berlino che aveva appena completato una indagine, con lo stesso istituto, riguardante 1046 iscritti ai partiti in tre stati centrali. In cambio dei dati della indagine, il Dr. Diederich ci autorizzò a trarre dai suoi elenchi un campione casuale formato da 100 intervistati della CDU e 100 della SPD per una nuova intervista, e inoltre forní i dati rilevanti che si sovrapponevano nel suo questionario e nel nostro. Il totale delle interviste completate fu di 53 CDU e 34 SPD dalla Bassa Sassonia, 17 CDU e 21 SPD dalla Westfalia Nord Renana e 30 CDU e 45 SPD dallo Hesse. Nonostante si possa considerare ben equilibrata questa scelta, la mancanza di una adeguata ripartizione geografica costituisce un punto debole del campione.
Per descrivere alcune delle caratteristiche fondamentali dei due campioni, li abbiamo affiancati sulla base delle dimensioni del comune e dell’occupazione (Tabelle 1a e 1b). Piú di un quarto del campione tedesco vive in comuni con meno di 2.000 abitanti e piú di metà in comuni con 10.000 abitanti o meno, in forte contrasto con il campione italiano. Alcune delle classificazioni usate nei due paesi non coincidono fra di loro ma sembra che si sia mantenuto un buon equilibrio. Nonostante il campione tedesco, per esempio, non comprenda dei coltivatori, esso comprende non meno di 21 persone occupate nell'« agricoltura, miniere e foreste ». Allo stesso modo, la mancanza di un elenco di pensionati nel campione italiano non denota affatto la mancanza di persone in pensione. D'altra parte, si dovrebbe notare il vasto numero di insegnanti e studenti italiani e di « colletti bianchi » tedeschi.
Una comparazione basata sull'età (Tabella 1c) dimostra che il campione italiano è meglio distribuito lungo l'arco dei gruppi d'età, specialmente per quel che riguarda i gruppi piú giovani. Il campione tedesco è raggruppato in gran misura nell'arco di età tra i 35 e i 49 anni, molto di piú che nel piú vasto campione di Diederich (che comprende solo un 33,6% in questo gruppo di età e il 16,6% al di sopra dei 65 anni). Ad ogni modo, sia il nostro campione che quello di Diederich riflettono il fatto che la generazione piú giovane della Germania occidentale si è tenuta sostanzialmente piú in disparte dai partiti maggiori di quanto abbia fatto la sua controparte italiana.