Pochi termini politologici hanno avuto altrettanto successo nella polemica politica italiana della parola consociativismo. Nonostante la sua origine specialistica, che non rimanda a nessuna nozione giuridica né ad alcuna dottrina politica o sociale, è difficile assistere ad un dibattito politico senza che qualcuno dei partecipanti non lanci alla parte avversa l'accusa di essere consociativo. Strano destino. Il successo ha un prezzo per gli uomini come per i concetti: coniato da Lijphart (1968) per rendere conto dell'esistenza di democrazie stabili e relativamente felici, che la scienza politica degli anni '50 (Almond 1956) ignorava e per le quali al tempo stesso prevedeva un tribolato avvenire, il termine consociativismo ha assunto nel nostro paese una connotazione quasi esclusivamente negativa. Consociativa è la spartizione partitica, la corruzione, l'immobilismo, la mancanza di rigore finanziario. In breve, consociativa pare essere stata tutta la Prima Repubblica e consociativi tutti i guai da essa prodotti.