L'attualità dell'argomento è stata dimostrata dal Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana del settembre 1971, che si è concluso con l'introduzione di un correttivo al proporzionalismo interno: il quorum del 15 per cento per la rappresentanza a livello degli organi centrali del partito, e del 10 per cento per la rappresentanza a livello provinciale. Il tema merita di essere ripreso in sede di dottrina: e questo non solo perché l'argomento resta controverso, ma anche perché il problema investe altri partiti e, in particolare, il PSI. Il dibattito si colloca fra due tesi opposte: da un lato chi difende la rappresentanza proporzionale perché piú «democratica», dall'altro chi difende il sistema maggioritario perché piú funzionale. Senza contare la posizione di coloro che negano ogni rilevanza ai sistemi elettorali. Si tratta di un tema centrale della scienza politica contemporanea, e dunque di un tema particolarmente congeniale a questa Rivista, che apre le sue colonne a quanti vorranno partecipare a un dibattito che non vuol essere «partigiano» ma di «ingegneria strutturale».