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Published online by Cambridge University Press: 14 June 2016
Sulla base di quali criteri devono essere scelte le componenti del rendimento politico in generale? Non dimentichiamo che uno dei requisiti che le componenti devono possedere è la capacità di imporsi: devono essere imperative per tutti i casi a prescindere da preferenze particolari, Devono essere usate per classificare i livelli di rendimento al di là di certi limiti, come la mera sopravvivenza, non per determinare quanto i sistemi politici facciano ma piuttosto per stabilire il grado di efficienza con cui svolgono le loro attività, Oltre a questo, il loro rendimento dovrebbe possibilmente essere attribuito soprattutto ai sistemi politici stessi e non a fattori esterni, a meno che questi fattori siano facilmente individuabili.
1 Si fa qui riferimento all'affermazione di Friedman, Milton, Essays in Welfare Economics , Chicago, University of Chicago Press, 1953, p. 14, secondo cui «ipotesi veramente importanti e significative saranno basate su supposizioni che sono rappresentazioni della realtà terribilmente inesatte». Il male applicato Friedmanismo è rappresentato dall'asserzione che quanto meno credibili sono le supposizioni alla base della ricerca tanto piú significativi saranno i risultati della stessa.Google Scholar
2 Per evitare eventuali malintesi, bisogna chiarire che le dimensioni vengono ritenute logicamente giustificabili perché soddisfano criteri logicamente giustificabili e non perché vengono direttamente dedotte dai postulati.Google Scholar
3 (N.d.T.: L'autore si riferisce ad una dimensione trattata in precedenza. Ricordiamo qui che le dimensioni prese in esame sono quattro e che la quarta è l'efficacia decisionale).Google Scholar
4 Questa discussione in un certo senso si discosta dalla nostra concettualizzazione iniziale. All'inizio avevamo in mente solo quei tipi di violenza in cui il bersaglio è il sistema politico, ma ben presto ci siamo resi conto che era una procedura ingiustificabile sotto molti punti di vista tra cui, e non certo tra i meno importanti, il fatto che i governanti possono essi stessi creare condizioni di forte disordine civile e che gruppi privati possono far precipitare una società in enormi tumulti senza attaccare direttamente il sistema politico. Il distacco dalla concettualizzazione iniziale, basato soprattutto sulle argomentazioni di Gurr, viene qui incluso poiché non si può perseguire nessun fine utile per mezzo della ripetizione di una assai dubbia concettualizzazione. Ma, come si vedrà, vi sono buone ragioni per non prendere in considerazione i tipi 2) e 3), anche se non per ignorarli del tutto.Google Scholar
5 Gluckman, M., Order and Rebellion in Tribal Africa , New York, Free Press, 1963.Google Scholar
6 Sebbene la nostra definizione del disordine civile abbia parecchi elementi in comune con il concetto di «violenza politica intenzionale», espresso da Johnson, C., Revolutionary Change , Boston, Little Brown, 1966, pp. 12–14, dovremmo insistere sul punto che noi, a differenza di Johnson, non stiamo cercando di definire la natura delle rivoluzioni o di fenomeni simili. Si discute nella letteratura specializzata se la caratteristica determinante delle rivoluzioni debba essere qualcos'altro, per esempio la natura dei tentati mutamenti sociali. Si discute anche su quali mutamenti o tipi e livelli di violenza debbano essere considerati «rivoluzionari». Questi problemi non hanno alcuna importanza nel nostro contesto; tuttavia, virtualmente, tutti i fenomeni rivoluzionari, qualunque sia la definizione che se ne dà, sono casi di disordine civile.Google Scholar
7 Vedasi, per esempio, I. K. e Feierabend, R. L., Aggressive Behaviors Within Polities, 1948–1962: A Cross-National Study , in «Journal of Conflict Resolution», X (1966), pp. 249–271; Gurr, T.R., Why Men Rebel?, Princeton, Princeton University Press, 1970; Rummel, R. J., Dimensions of Conflict Behavior Within and Between Nations, in «General Systems Yearbook», VIII (1963), pp. 1–50; Russett, B. M. et al. World Hondbook of Political and Social Indicators, New Haven, Yale University Press, 1964; Sorokin, P. A., Social and Cultural Dynamics, New York, American Book Co., 1937; Tanter, R., Dimensions of Conflict Behavior Within Nations, 1955–1960, in «Peace Research Society Papers», III (1965), pp. 159–184, e Tilly, C. e Rule, J., Measuring Political Upheaval, Princeton, Center of International Studies, Princeton University Press, 1965.Google Scholar
8 «Irregolare» si riferisce a metodi di manovre di vasti tentativi politici diversi da quelli autorizzati da norme formali (per esempio, costituzioni) o da norme sociali.Google Scholar
9 Lefebvre, G., La révolution française , Paris, Presses Universitaires de France, VI ed., tr. it. La Rivoluzione francese, Torino, Einaudi, 1962.Google Scholar
10 Nieburg, H. L., Uses of Violence , in «Journal of Conflict Resolution», VII (1963), pp. 43–53.Google Scholar
11 Eckstein, H., On the Etiology of Internal War , in «History and Theory», IV (1965), pp. 133–163.Google Scholar
12 Le conseguenze effettive dipendono da molto di piú della semplice intenzione, e possono essere ben piú grandi o ben piú piccole di quanto si possa immaginare quando si fa ricorso alla violenza.Google Scholar
13 Osgood, C. E., Behavior Theory and the Social Sciences , in Young, R. (ed.), Approaches to the Study of Politics , Evanston, Northwestern University Press, 1958.Google Scholar
14 The Logic of Sciences and Humanities , New York, Macmillan, 1948.Google Scholar
15 I ricercatori sul campo sono sempre piú consci dell'esistenza del problema dell'intensità ma, per quanto ne so, non un solo lavoro di ricerca sul campo è mai riuscito ad andare vicino ad una soluzione convincente.Google Scholar
16 A Comparative Method for the Study of Politics , in «American Journal of Sociology», LXIV (1958), pp. 221–237.Google Scholar
17 Per un'utile classificazione di questi «valori», vedi Lasswell, H. D. e Kaplan, A., Power and Society: A Framework for Political Inquiry , New Haven, Yale University Press, 1950, tr. it. Potere e società, Milano, Etas Kompass, 1969.Google Scholar
18 L'argomentazione presentata in questa sezione, tra parentesi, non solo può essere usata quando non si conduce un'indagine sui sentimenti di legittimità ma può servire anche per indicare ai ricercatori sul campo gli elementi da sondare nel tentativo di giungere a questi sentimenti. È possibile costruire questionari di legittimità per arrivare ad esaminare gli atteggiamenti verso politiche privative, ed è desiderabile farlo, dato che gli atteggiamenti verso queste politiche sono piú rivelatori delle generiche espressioni di sostegno verso sistemi politici.Google Scholar
19 Rogowski, R., Social Structure and Stable Rule: A General Theory , Princeton, Center of International Studies, Technical Report No. 3, Princeton University Press, 1969.Google Scholar