Commentare, nella mia qualità di storico e da tale punto di vista, il saggio di Modino sullo svolgimento della scienza politica in Italia dal dopoguerra ad oggi, è un compito facile per una parte, piuttosto arduo per l'altra. Facile per ciò che riguarda la verifica di quanto sia veritiero ed esauriente il quadro che Morlino traccia di tale svolgimento, delle sue tappe, dei suoi difetti, dei suoi successi, e, piò in generale, del clima culturale in cui si è prodotto e che ha concorso a formare. Arduo, invece, per quanto riguarda gli scambi possibili fra scienza politica e storiografia. Tale secondo compito obbliga infatti ad indagare in reciprocità gli statuti essenziali dei due modi di conoscenza, la compatibilità dei loro strumenti, e via dicendo: un'opera che non mi risulta sia stata ancora mai tentata in Italia, in modo capace di trascendere i fastidi, le presunzioni e le gelosie di mestiere e di corporazione.