In questo articolo cercherò di proporre un inquadramento teorico che sia in grado di collocare in una prospettiva piú generale gli eventi che seguirono all'improvviso e rapidissimo aumento dei salari a partire dagli anni 1968–70 in tutti i maggiori paesi industriali. è possibile dire che le altissime rivendicazioni salariali, l'intensità particolare dei conflitti, le nuove forme di questi, i nuovi contenuti, anche, delle rivendicazioni, cosí come il sempre maggiore coinvolgimento dei sindacati nei rapporti politici, e insieme la diffusione delle iscrizioni sindacali in sempre nuove categorie di popolazione, e il pullulare dei movimenti sociali di ogni tipo siano tutti fenomeni comprensibili all'interno di un comune modello? E li si deve spiegare come conseguenze di una tendenza strutturale di lungo periodo o invece come un'alterazione temporanea dei sistemi di rappresentanza politica e sindacale?