Pochi ormai sono propensi a sostenere che l'unificazione europea possa realizzarsi in virtú di meccanismi automatici, intrinseci al processo integrativo. Le dottrine funzionaliste e neofunzionaliste, che hanno teorizzato il cosiddetto effetto di spill-over, cioè il « debordamento » dei comportamenti integrativi dagli iniziali settori « funzionali » dell'economia e della tecnica al settore della politica tout court, sono state definitivamente invalidate dall'esperienza storica. Senza risalire fino al « compromesso » di Lussemburgo del gennaio 1966, che ha dato un brusco colpo di freno al processo integrativo, due recenti avvenimenti, il « consiglio europeo » di Roma dell'1 e 2 dicembre 1975 — durante il quale sette delegazioni governative su nove si sono impegnate ad indire le prime elezioni, a suffragio universale e diretto, del Parlamento europeo entro la primavera del 1978 —, e la presentazione del « rapporto Tindemans » sull'Unione europea, stanno a dimostrare che la piú importante, e forse unica, variabile indipendente dell'unificazione a livello internazionale è costituita dalla « volontà politica » quale espressa, dai governi statuali nazionali interessati, in occasione dei « momenti genetici di sopranazionalità ». In altre parole, i fattori decisivi per l'unificazione europea vanno ricercati all'interno dei meccanismi di funzionamento non della Comunità europea, ma del distinto e sopra-ordinato sistema intergovernativo europeo nel quale si è istituzionalizzata la cosiddetta « unione » degli stati costitutori. Le vicende del sistema comunitario europeo, nell'arco dei suoi quasi cinque lustri di vita, confermano puntualmente questa tesi. Pur trattandosi di un processo di unificazione a larghe dimensioni ed organizzato « politicamente », — nel senso che possiede strutture capaci di assegnare, con una certa autonomia, determinati valori sociali vincolanti per i destinatari —, non si è verificato nel suo ambito alcun significativo effetto di debordamento « di scopo » dall'iniziale ventaglio di competenze e poteri ad altri settori, piú decisivi ai fini di una completa unificazione, come quelli della politica estera e della difesa militare. E non si è neppure verificato un significativo debordamento in profondità (spill-over « di livello »), limitatamente agli stessi settori economici: l'unione economica e monetaria, per quanto decisa nel 1971, è ancora di là da venire; nel settore dell'energia nucleare (Euratom), l'unificazione si è addirittura contratta.