Article contents
LE CONDIZIONI DELLA DEMOCRAZIA CONSOCIATIVA. UNA CRITICA LOGICA ED EMPIRICA
Published online by Cambridge University Press: 14 June 2016
Introduzione
Sono passati piú di dieci anni dalla pubblicazione di Typologies of Democratic Systems, il saggio di Arend Lijphart che rappresenta il maggiore e piú riuscito tentativo di rielaborare e ampliare la precedente tipologia dei sistemi politici di Gabriel Almond. Di questo contributo ormai classico quel saggio fa, infatti, il suo punto di partenza, soffermandosi sui due tipi di regimi democratici individuati e contrapposti da Almond: il tipo anglo-americano, che è caratterizzato da una «cultura politica omogenea e secolarizzata» e da una struttura di ruoli «altamente differenziata»; e il tipo europeo-continentale, che è caratterizzato da una «cultura politica frammentata» in «subculture politiche» separate e da ruoli «profondamente associati alle subculture» e, a loro volta, organizzati in «distinti subsistemi».
- Type
- Saggi
- Information
- Italian Political Science Review / Rivista Italiana di Scienza Politica , Volume 9 , Issue 3 , December 1979 , pp. 367 - 445
- Copyright
- Copyright © Società Italiana di Scienza Politica
References
1 In «Comparative Political Studies», I (1968), pp. 3–44.Google Scholar
2 Comparative Political Systems , in «Journal of Politics», XVIII (1956), pp. 398–99, 407 (corsivi omessi), ora ristampato in Almond, G. A., Political Development: Essays in Heuristic Theory, Boston, Little, Brown, 1970, cap. 1.Google Scholar
3 Ibidem, p. 408, e Almond, G. A., Powell, G. B., Comparative Politics: A Developmental Approach, Boston, Little, Brown, 1966, trad. it. Politica comparata, Bologna, Il Mulino, 1970.Google Scholar
4 Comparative Political Systems, cit., p. 408.Google Scholar
5 Typologies of Democratic Systems, cit., pp. 14–21, e Democracy in Plural Societies: A Comparative Exploration, New Haven, Yale University Press, 1977, pp. 14–16. Per un'ampia critica del «culturalismo» di Almond cfr. anche Fisichella, D., Sviluppo democratico e sistemi elettorali, Firenze, Sansoni, 1970, cap. II.Google Scholar
6 Daalder, H., The Consociational Democracy Theme , in «World Politics», XXVI (1974), p. 609.Google Scholar
7 Vedi Lehmbruch, G., Proporzdemokratie: Politisches System und Politische Kultur in der Schweiz und in Oesterreich, Tübingen, Mohr, 1967.Google Scholar
8 Political Accommodation and Consociational Democracy , in «British Journal of Political Science», V (1975), pp. 481–90, 501.Google Scholar
9 Fra gli scettici è Daalder, , The Consociational Democracy Theme, cit., pp. 618–19; piú cauti, invece, Obler, J., Steiner, J., Dierickx, G., Decision Making in Smaller Democracies: The Consociational «Burden», Sage Professional Paper in Comparative Politics, Beverly Hills (Cal.), Sage Publications, 1977, pp. 11–21, e Steiner, J., Obler, J., Does the Consociational Theory Really Hold for Switzerland? , in Esman, M. J., (ed.), Ethnic Conflict in the Western World, Ithaca, Cornell University Press, 1977, pp. 324–342. Si noti che Lijphart conosce e cita questi critici (compreso Barry) nel suo libro del 1977, ma non accenna nemmeno una ombra di risposta alle loro obiezioni.Google Scholar
10 Cfr. Obler, , Steiner, , Dierickx, , Decision Making, cit., p. 13 ss.Google Scholar
11 In verità, Barry, , Political Accommodation, cit., pp. 490–500 dubita anche dell'Austria, e Obler, , Steiner, e Dierickx, , Decision Making, cit., pp. 11–43, addirittura di tutti e tre i paesi. Tuttavia il primo si limita a sostenere che la spiegazione consociativa non è una spiegazione necessaria della stabilità austriaca del secondo dopoguerra, senza per questo escluderla; mentre la tesi di Obler, Steiner e Dierickx è piú drastica, in quanto essi negano che nei paesi in esame la cooperazione consociativa sia risultata dall'esigenza di far fronte a pericolose divisioni subculturali, visto che queste divisioni sarebbero state invece sempre deboli e che proprio la loro debolezza consentirebbe di interpretare quella cooperazione come un semplice epifenomeno di un ambiente sociale sostanzialmente consensuale. Senonché, ciò non è vero dell'Austria e del Belgio e «rimane in dubbio» per ciò che concerne l'Olanda (cfr. Nordlinger, E. A., Conflict Regulation in Divided Societies, Harvard University, Center for International Affairs, Occasional Paper n. 29, 1972, p. 18). Sul punto vedi anche piú avanti.Google Scholar
12 Cfr. Lijphart, , Democracy, cit., pp. 1–2; e Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., p. 18, per una puntuale periodizzazione dei momenti di piú intensa divisione.Google Scholar
13 Per la prima accezione, cfr. Lorwin, V. R., Segmented Pluralism: Ideological Cleavages and Political Cohesion in the Smaller European Democracies , in «Comparative Politics», III (1971), pp. 141–175; per la seconda Lijphart, , Democracy, cit., pp. 3–4, e McRae, K., Introduction , in McRae, K., (ed.), Consociational Democracy: Political Accommodation in Segmented Societies, Toronto, McClelland and Stewart, 1971, p. 6.Google Scholar
14 Segmented Pluralism, cit., pp. 141–142.Google Scholar
15 Come ha sottolineato Daalder, H., The Netherlands: Opposition in a Segmented Society , in Dahl, R. A., (ed.), Political Oppositions in Western Democracies, New Haven, Yale University Press, 1968 3 , p. 214.Google Scholar
16 Si vedano in proposito le stime comparate di Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., pp. 148, 153–156, e per maggiori dettagli piú avanti.Google Scholar
17 Organizational Conflict and Democratic Consensus , in «Journal of Politics», XXVII (1965), p. 470.Google Scholar
18 Lijphart, , Democracy, cit., p. 28. Per idee analoghe cfr. Lehmbruch, G., A Non Competitive Pattern of Conflict Management in Liberal Democracies: The Case of Switzerland, Austria and Lebanon , e Steiner, J., The Principles of Majority and Proportionality, entrambi in McRae, , Consociational Democracy, cit., pp. 90–97, 98–106.Google Scholar
19 In epoca consociativa, una grande coalizione di governo propriamente detta esisteva, infatti, solo in Austria, ed era essa stessa subordinata a un «Comitato di Coalizione» extraministeriale ed extracostituzionale equivalente a quelli (permanenti o ad hoc) che costituivano i piú importanti organi consociativi in Belgio e in Olanda. Cfr. Lijphart, , Democracy –, cit., pp. 31–36.Google Scholar
20 Ibidem, pp. 31, 29–30. I motivi dell'assenza di una ragionevole aspettativa di avvicendamento fra maggioranza e minoranza discendono dalla stabilità degli schieramenti in campo, della quale mi occuperò in sede di analisi delle condizioni.Google Scholar
21 Ibidem, pp. 36–37.Google Scholar
22 Calhoun, J.C., A Disquisition on Government, New York, The Liberal Arts Press, 1953, p. 28.Google Scholar
23 Per alcune illustrazioni dell'uso costruttivo del veto reciproco nei paesi in esame cfr. Lijphart, A., The Politics of Accommodation: Pluralism and Democracy in The Netherlands, Berkeley, University of California Press, 1975 2, pp. 124–125; e Nordlinger, Conflict Regulation, cit., pp. 25–26.Google Scholar
24 Lijphart, , Democracy, cit., p. 39; e Steiner, , The Principles, cit.Google Scholar
25 Steiner, , The Principles, cit., pp. 98–99.Google Scholar
26 Sul proporzionalismo austriaco cfr. Secher, H. P., Coalition Government: The Case of the Second Austrian Republic , in «American Political Science Review», LII (1958), pp. 791–808; e il piú accurato Kafka, G. E., Die verfassungsrechtliche Stellung der politischen Parteien im modernen Staat, in «Veröffentlichungen der Vereinigung der deutschen Staatsrechtslehrer», XVII (1959), pp. 87–91; su Belgio, e Olanda, cfr. Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., p. 24, e Lijphart, , The Politics –, cit., pp. 127–129.CrossRefGoogle Scholar
27 Altri limiti, eccezioni e varianti del metodo proporzionale sono accennati da Lijphart, , Democracy, cit., pp. 39–41.Google Scholar
28 Ibidem, pp. 41 ss.Google Scholar
29 Lijphart, , The Politics, cit., pp. 131 ss.Google Scholar
30 Ibidem, pp. 132–133.Google Scholar
31 Cosí, in Austria stampa e parlamento sembrerebbero esser stati strumenti di informazione relativamente meno timidi e piú efficienti delle loro controparti olandesi. Cfr. Steiner, K., Politics in Austria, Boston, Little, Brown, 1972, cap. IX.Google Scholar
32 Lijphart, , The Politics, cit., p. 126.Google Scholar
33 Daalder, H., The Relations between Cabinet and Parliament in the Netherlands, Roma, IPSA, 1958, p. 17. Sulla subalternità dei parlamenti belga e austriaco nel processo decisionale cfr. Weil, G. L., The Benelux Nations: The Politics of Small-Country Democracies, New York, Holt, Rinehart and Winston, 1970, pp. 156–183, e Steiner, , Politics–, cit., cap. XII.Google Scholar
34 Democracy, cit., p. 54.Google Scholar
35 The Politics, cit., p. 195. Analoga enfasi sul ruolo delle élites è posta da Bluhm, W. T., Political Integration, Cultural Integration and Economic Development: Their Relationship in the Nation-Building Experience of Republican Austria, Monaco, VIII congresso mondiale IPSA, 1970, pp. 21–25.Google Scholar
36 The Politics of Accommodation, New Haven, Yale University Press, 1968, pp. 196. Il capitolo contenente il passo citato (il nono) risulta soppresso nella seconda edizione.CrossRefGoogle Scholar
37 The Politics, cit., cap. X.Google Scholar
38 Democracy, cit., pp. 54–55, 165.Google Scholar
39 Ibidem, p. 55. La frase è citata da Almond, G. A., Mundt, R. J., Crisis, Choice and Change: Some Tentative Conclusions , in Almond, G. A., Flanagan, S. C., Mundt, R. J., (eds.), Crisis, Choice and Change: Historical Studies of Political Development, Boston, Little, Brown, 1973, p. 649.Google Scholar
40 Naturalmente, che una condizione sia presente durante tutto il corso dell'esperienza consociativa è necessario solo se si tratta di una condizione di mantenimento (sustaining).Google Scholar
41 Democracy, cit., p. 54. A questo elenco hanno contribuito anche altri autori che citerò nel corso della mia esposizione quando necessario.Google Scholar
42 Ibidem, p. 55.Google Scholar
43 Ibidem, pp. 56, 61–62.Google Scholar
44 Lehmbruch, , A Non-Competitive Pattern, cit., p. 95; e Lijphart, Democracy, cit., p. 62.Google Scholar
45 Stiefbold, R. P., Segmented Pluralism and Consociational Democracy in Austria: Problems of Political Stability and Change , in Heisler, M. O., (ed.), Politics in Europe: Structures and Processes in Some Postindustrial democracies, New York, McKay, 1974, p. 121.Google Scholar
46 Ibidem e Steiner, , Politics, cit.Google Scholar
47 Si tratta della Grossdeutsche Volkspartei e della Landbund, che furono ambedue alleati del Partito popolare (allora Partito cristiano-sociale) dal 1920 al colpo di stato di Dollfuss. Cfr. Pulzer, G. J., Austria: The Legitimizing Role of Political Parties , in McRae, , Consociational Democracy, cit., pp. 165–170.Google Scholar
48 Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., p. 144.Google Scholar
49 Di fatto, però, questo è assai difficile nei sistemi segmentati, per quanto piccola sia la distanza che separa i partiti dalla maggioranza. Tanto è vero che, salvo un'unica eccezione nel 1945, l'Övp e l'Spö l'hanno mancata di pochissimo fino a tempi recenti (1966), per ragioni che vedremo fra breve. Cfr. i dati elettorali in appendice a Dahl, , Political Oppositions –, cit., p. 439.Google Scholar
50 Lo sottolinea lo stesso Lijphart, , Democracy, cit., p. 56.Google Scholar
51 Ibidem, p. 51; e Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., p. 159.Google Scholar
52 Dello stesso parere è Pulzer, , Austria, cit., pp. 171–173, che aggiunge altre ragioni in favore del bipartitismo con specifico riferimento alla grande coalizione austriaca.Google Scholar
53 Lijphart, , Democracy, cit., pp. 57, 62–64. Il numero cinque è espressamente citato dalla tipologia dei sistemi partitici di Giovanni Sartori, che viene però presentata in modo manchevole e deformato. Cfr. pertanto il punto di vista di questo autore nel suo Parties and Party Systems: A Framework for Analysis, Cambridge, Cambridge University Press, 1976, vol. I.Google Scholar
54 Cfr. i dati elettorali in appendice a Dahl, , Political Oppositions, cit., pp. 412–423, che coprono praticamente tutta l'era consociativa nei due paesi.Google Scholar
55 Democracy, cit., pp. 57–58.Google Scholar
56 Per esempio, l'Övp aveva la maggioranza assoluta nel 1945, quando venne varata la grande coalizione. Inoltre, anche dopo la caduta di questa e la formazione di governi maggioritari monopartitici (prima Övp e poi Spö) la cooperazione consociativa non è stata abbandonata, come vedremo meglio in seguito. Infine, il Belgio offre analoghe controprove, sebbene Lijphart affermi che «i piú turbolenti episodi nello sviluppo della questione reale e del conflitto scolastico furono preceduti da vittorie elettorali del partito cattolico» (ibidem, pp. 60–61). Ciononostante, infatti, anche su questi punti un compromesso fu infine trovato, e grazie al «senso della misura» di quel partito (nel primo caso) o addirittura alla sua «iniziativa per raggiungere un accordo con gli altri due» (nel secondo). Cfr. Lorwin, V. R., Belgium: Religion, Class and Language in National Politics, in Dahl, , Political Oppositions –, cit., pp. 168, 169–170.Google Scholar
57 Vedi piú avanti.Google Scholar
58 Cfr. le nn. 49 e 54. Di sistemi «statici» parlano Rose, R., Urwin, D. W., Persistence and Change in Western Party Systems since 1945 , in «Political Studies», XVIII (1970), p. 306, i quali considerano tali Austria e Olanda e «volatile» il sistema belga. Tuttavia, la differenza tra quest'ultimo e i primi due si accumula nel giro di tre tornate elettorali (1961, 1965 e 1968), che hanno visto il Belgio recedere concomitantemente dalla sua stabilità e dalla politica consociativa (vedi piú avanti). E prima del 1961 questa stabilità è invece fuori discussione, specialmente nel periodo fra le due guerre. Cfr. Urwin, D. W., Rose, R., Persistence and Disruption in Western Party Systems Between the Wars, Varna, Congresso mondiale IPSA, 1970.Google Scholar
59 Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., p. 141; e Lijphart, , The Politics, cit., p. 124.Google Scholar
60 Sui Liberali, cfr. Daalder, , The Netherlands, cit.; e sulla volontà di rinunciare alla competizione, Barry, B., The Consociational Model and its Dangers, in «European Journal of Political Research», III (1975), p. 407.Google Scholar
61 Lijphart, , Democracy, cit., p. 48.Google Scholar
62 Sul primo fattore cfr. Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., e quanto detto nel secondo paragrafo. Sul secondo fattore vedi piú avanti. E in fatto di identificazione partitica cfr. Steiner, , Politics, cit., pp. 178–179; Lijphart, , The Politics, cit., pp. 25 ss.; Hill, K., Belgium: Political Change in a Segmented Society , in Rose, R., (ed.), Electoral Behavior: A Comparative Handbook, New York, The Free Press, 1974, pp. 73–74.Google Scholar
63 Sottolineo l' «anche» in quanto alla condizione strutturale detta bisogna aggiungere una condizione culturale ricordata da Daalder (ed esaminata piú avanti), la quale peraltro non esclude la prima. Cfr. a conferma McRae, , Introduction, cit., pp. 15–16, il quale sottolinea la compresenza di entrambe nel paese considerato.Google Scholar
64 Lehmbruch, , A Non-Competitive Pattern, cit., p. 91. Si noti però che relazioni numeriche inflessibili devono essere chiaramente riconosciute tali, per incoraggiare una politica di accordi negoziati. In altre parole, le élites devono esserne consapevoli e percepirne la lezione, come ho appena ricordato. Altrimenti, è possibile che esse continuino a lottare per la massimizzazione dei voti, come avvenne nell'Austria fra le due guerre. Allora, infatti, i socialisti «si scaricarono delle responsabilità di governo e passarono all'opposizione» perché «fiduciosi che un giorno o l'altro sarebbero stati vincitori» (Engelmann, F. C., Austria: The Pooling of Opposition , in Dahl, , Political Oppositions, cit., pp. 262, 264). Ma invece della sperata maggioranza assoluta essi (e i loro antagonisti cattolici) si prepararono cosí la guerra civile, il regime autoritario di Dollfuss e l'Anschluss. E solo dopo queste disastrose vicende si convinsero a cambiare strada nella seconda Repubblica. Perciò, ripeto che i vincoli della segmentazione sono probabilmente una condizione di cooperazione importante, ma sterile di risultati, se e finché le élites mancano di prevedere (o di sperimentare) i pericoli della competizione in un sistema altamente stabile.Google Scholar
65 E anzi possono essere controproducenti, come ha notato Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., pp. 101–104.Google Scholar
66 Lijphart, , The Politics, cit., pp. 139–141.Google Scholar
67 Ne consegue che nella sua fase finale l'esperienza consociativa può esser stata mantenuta in vita artificialmente, cioè in forza di una deliberata politicizzazione dall'alto di linee di divisione di intensità decrescente a livello di massa. Cfr., fra i piú convinti sostenitori di questa tesi, Lehmbruch, , A Non-Competitive Pattern, cit., p. 94.Google Scholar
68 Stiefbold, , Segmented Pluralism, cit., pp. 144–145; e Kitzinger, U., The Austrian Election of 1959, in «Political Studies», IX (1961), pp. 120 ss.Google Scholar
69 Come mostra l'esempio austriaco citato alla n. 64.Google Scholar
70 Il punto è stato sottolineato particolarmente da Daalder, , The Consociational, cit., p. 616, e poi ripreso da Lijphart, , Democracy, cit., pp. 41–42, con qualche attenuazione.Google Scholar
71 Steiner, , Politics, cit., p. 418.Google Scholar
72 Cfr. Fischer, H., Empirisches zur Arbeit des Nationalrates in der XIII Gesetzgebungsperiode , Pelinka, A., Repräsentative und plebiszitäre Elemente in die österreichische Regierungssystem, Kneucker, R. F., Austria: An Administrative State. The Role of Austrian Bureaucracy, tutti in «Oesterreichische Zeitschrift für Politikwissenschaft», II (1973). Cfr. inoltre Gerlich, P., Politisches System und Integration , in Bodzenta, E., (ed.), Die oesterreichische Gesellschaft, Vienna, Springer Verlag, 1972, e Lehmbruch, G., Liberal Corporatism and Party Government, in «Comparative Political Studies», X (1977), pp. 91–126.Google Scholar
73 Segmented Pluralism, cit., p. 121. L'autore non giustifica in alcun modo la sua tesi.Google Scholar
74 Sulla polarizzazione decrescente cfr. ibidem, spec. pp. 128–129; Engelmann, F. C., Schwartz, M. C., Austria's Consistent Voters, in «American Behavioral Scientist», XVIII (1974), pp. 97–110. e Partisan Stability and the Continuity of a Segmented Society: The Austrian Case, in «American Journal of Sociology», LXXIX (1974), pp. 948–966. Sulla mobilità elettorale cfr. Pulzer, P. J. G., Austria , in Henig, S., Pinder, J., (eds.), European Political Parties. London. Allen and Unwin, 1969, pp. 313–314.Google Scholar
75 Steiner, , Politics, cit., p. 417.Google Scholar
76 Ibidem, p. 274.Google Scholar
77 Ibidem, pp. 275–276.Google Scholar
78 Engelmann, , Schwartz, , Austria's, cit., p. 107.Google Scholar
79 Ibidem. Una diminuita ostilità fra le subculture risulta anche dai dati piú recenti di Sartori, G. e Sani, G., i quali ne sottolineano anzi la virtuale sparizione nella dimensione religiosa. Cfr. il loro Frammentazione, polarizzazione e cleavages: democrazie facili e difficili , in «Rivista Italiana di Scienza Politica», VIII (1978), pp. 339–361.Google Scholar
80 Austria's, cit. p. 107.Google Scholar
81 Steiner, , Politics, cit., pp. 328–340.Google Scholar
82 Ibidem, p. 339.Google Scholar
83 Engelmann, , Schwartz, , Austria's, cit., p. 102; e Steiner, , Politics–, cit., cap. X.Google Scholar
84 Engelmann, , Schwartz, , Austria's, cit., p. 102.Google Scholar
85 Sulla democrazia spoliticizzata cfr. Lijphart, , Democracy–, pp. 105–108; e Steiner, , Politics, cit., cap. XIV.Google Scholar
86 Vedi, piú avanti, il paragrafo sui rapporti élites-masse.Google Scholar
87 Thurlings, J.M.G., The Case of Dutch Catholicism. A Contribution to the Theory of the Pluralistic Society , in «Sociologica Neederlan-dica», VII (1971), pp. 118–136.Google Scholar
88 Cfr. Obler, , Steiner, , Dierickx, , Decision Making, cit., p. 28.Google Scholar
89 Lijphart, , The Politics, cit., p. 203.Google Scholar
90 Ibidem; e Lijphart, A., The Netherlands: Continuity and Change in Voting Behavior , in Rose, , Electoral Behavior, cit., pp. 234–237, per un breve profilo dei nuovi partiti.Google Scholar
91 Per le ragioni generali rapidamente ricordate da Wolinetz, S. B., Stabilità e mutamento nei sistemi partitici dell'Europa occidentale , in «Rivista Italiana di Scienza Politica», VIII (1978), pp. 53–54.Google Scholar
92 Sul punto, Obler, , Steiner, , Dierickx, , Decision Making, cit., pp. 28–29.Google Scholar
93 Wolinetz, S. B., The Dutch Labour Party: A Social Democratic Party in Transition , in Paterson, W. E., Thomas, A. H., Social Democratic Parties in Western Europe, London, Croom Helm, 1977, pp. 342–388.Google Scholar
94 Lijphart, , The Netherlands, cit., p. 253.Google Scholar
95 Windmuller, J. P., Labor Relations in the Netherlands, Ithaca, Cornell University Press, 1969; e Peper, B., Change in Progress: Dutch Industrial Relations Today, in «Delta», XVI (1973), pp. 5–49.Google Scholar
96 Lijphart, , The Netherlands, cit., p. 243, e The Politics–, cit., cap. II.Google Scholar
97 Obler, , Steiner, , Dierickx, , Decision Making, cit., p. 42.Google Scholar
98 Cfr. la nota 94.Google Scholar
99 Pappalardo, A., Partiti e Governi di coalizione in Europa, Milano, Angeli, 1978, pp. 82, 87.Google Scholar
100 Wolinetz, , Stabilità, cit., p. 55.Google Scholar
101 Fra competizione e opposizione distingue Kirchheimer, O., Germany: The Vanishing Opposition, in Dahl, , Political Oppositions, cit., p. 237.Google Scholar
102 Lijphart, , The Politics, cit., cap. X.Google Scholar
103 Obler, , Steiner, , Dierickx, , Decision Making, cit., p. 31.Google Scholar
104 The Politics, cit., p. X. Al piú, si può parlare di un rallentato ritmo di mutamento negli ultimi anni, come fa Wolinetz, S. B., Dutch Politics in the 1970's: Realignment at a Standstill?, in «Current History», LXX (1976), pp. 163–167. Ma anche cosí le esperienze del passato sono certamente chiuse, come ribadisce Dutter, L. E., The Netherlands as a Plural Society, in «Comparative Political Studies», X (1978), p. 585.Google Scholar
105 Obler, , Steiner, , Dierickx, , Decision Making, cit., pp. 34–35.Google Scholar
106 Hill, , Belgium, cit., spec. pp. 49–51; e Delruelle, N., Evalenko, R., Fraeys, W., Le comportement politique des électeurs belges, Bruxelles, Editions de l'Institut de Sociologie, 1970.Google Scholar
107 Su questi partiti vedi Hill, , Belgium, cit., pp. 65–66.Google Scholar
108 Maggiori particolari in Pappalardo, , Partiti e governi, cit., cap. III.Google Scholar
109 Delruelle, , Evalenko, , Fraeys, , Le comportement politique, cit., pp. 118–119.Google Scholar
110 Ibidem; e Pappalardo, , Partiti e governi, cit., cap. III.Google Scholar
111 Fraeys, W., Les élections législatives du 10 mars 1974 , e Les élections législatives du 17 avril 1977, entrambi in «Res Publica», XVI (1974) e XIX (1977), pp. 517–535, 495–512. Per le elezioni del 1978 vedi i «Keesing's Contemporary Archives», XXV (1979).Google Scholar
112 Claeys-Van Haegendoren, M., 1965–1968: àrie jaar politick overzicht , in «Res Publica», XI (1969), p. 19.Google Scholar
113 Maggiori particolari in Pappalardo, , Partiti e governi, cit., cap. III.Google Scholar
114 Ibidem, e la bibliografia ivi citata.Google Scholar
115 Su tutti questi punti cfr. Obier, , Steiner, , Dierickx, , Decision Making, cit., p. 39, e la bibliografia ivi richiamata. La corsa al rialzo è evidente nelle vicende della revisione della Costituzione di cui si parla piú sotto.Google Scholar
116 Ibidem. Google Scholar
117 Sul punto cfr. fra gli altri Dunn, J. A. Jr., The Revision of the Constitution: A Study in the Institutionalization of the Ethnic Conflict , in «Western Political Quarterly», XXVII (1974), pp. 143–163; e Zolberg, A. R., Splitting the Difference: Federalization without Federalism in Belgium , in Esman, , Ethnic Conflict, cit., pp. 103–142. Entrambi gli autori (e specialmente il secondo) manifestano un ottimismo finora smentito dai fatti sulle prospettive di attuazione della Costituzione.Google Scholar
118 Alla quale dovrebbe attendere il parlamento eletto nel 1978, che è stato a ciò abilitato da una risoluzione di intenti votata prima dell'ultimo scioglimento; ma poiché gli stessi protagonisti — e in specie il primo ministro del governo di transizione preelettorale (Van den Boeynants) — si sono già detti convinti che il voto ha lasciati immutati i problemi sul tappeto (cfr. «Keesing's Contemporary Archives», XXV (1979), è probabile che anche la legislatura appena cominciata si concluda con un nulla di fatto.Google Scholar
119 Democracy, cit., p. 65.Google Scholar
120 Ibidem, pp. 65–66; e Steiner, , The Principles, cit., p. 100.Google Scholar
121 Politics, cit., pp. 172–173, 281–282.Google Scholar
122 Ibidem, p. 168. Questa diminuzione si spiega a sua volta con l'esperienza della guerra civile e con i suoi insegnamenti circa i rischi della competizione in condizioni di stabilità, come chiarito alla nota 64.Google Scholar
123 Democracy, cit., p. 66.Google Scholar
124 Cfr. fra gli altri Lehmbruch, G., Consociational Democracy in the International System , in «European Journal of Political Research», III (1975), pp. 377–391; e Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., pp. 43–46. Piú critici o cauti sono invece Daalder, , The Consociational, cit., pp. 610–611; e Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., pp. 149–151.Google Scholar
125 The Politics, cit., p. 111.Google Scholar
126 Lijphart, , Democracy, cit., p. 67.Google Scholar
127 Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., p. 149.Google Scholar
128 Herremans, M. P., La Volksunie , in «Courrier Hebdomadaire du CRISP», 4 maggio 1962, pp. 4–5.Google Scholar
129 Lorwin, , Belgium: Religion, cit., pp. 168–169; e Zolberg, Splitting the Difference, cit., p. 111.Google Scholar
130 Lehmbruch, , Consociational Democracy, cit., p. 382.Google Scholar
131 Democracy, cit., p. 67.Google Scholar
132 Deutsch, K. W. et al., Political Community and the North Atlantic Area: International Organization in the Light of Historical Experience, Princeton, Princeton University Press, 1957, pp. 44–46. Per un parere piú aggiornato e ugualmente critico della tesi di Lijphart cfr. inoltre Neuman, S. G., Integration: Conceptual Tool of Academic Jargon? , in Neuman, S. G., (ed.), Small States and Segmented Societies: National Political Integration in a Global Environment, New York, Praeger, 1976, pp. 21–35.Google Scholar
133 Democracy, cit., p. 68.Google Scholar
134 Ibidem. Google Scholar
135 Size and Democracy, Stanford, Stanford University Press, 1974, pp. 38–40.Google Scholar
136 Fox, R. C., Belgian Medical Research , in Hammond, P.E., (ed.), Sociologists at Work, New York, Basic Books, 1964, p. 349, citato e commentato positivamente da Lorwin, V. R., Belgium: Conflict and Compromise , in McRae, , Consociational Democracy, cit., p. 205.Google Scholar
137 Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., p. 141.Google Scholar
138 Ibidem, pp. 155–156.Google Scholar
139 Size, cit., p. 39.Google Scholar
140 Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., pp. 157–158. Si noti però che la partecipazione menzionata è di tipo subalterno e, come nota lo stesso autore, non esclude la passività e l'apatia a livello di massa che piú avanti vedremo esser tipiche delle democrazie consociative.Google Scholar
141 Ibidem. Google Scholar
142 Ibidem, p. 147.Google Scholar
143 Lorwin, V. R., Labor Organizations and Politics in Belgium and France , in Kassolow, E., (ed.), National Labor Movements in the Post-War World, Pittsburgh, University of Pittsburgh Press, 1963, p. 159.Google Scholar
144 Sully, M. A., The Socialist Party of Austria, p. 231, e Paterson, W. E., The German Social Democratic Party, p. 209, entrambi in Patersón, , Thómas, , Social Democratic Parties, cit.; sull'Övp cfr. Pulzer, , Austria, cit., pp. 294–297.Google Scholar
145 The Politics of Accommodation, cit., pp. 149–50.Google Scholar
146 Lijphart, , Democracy, cit., pp. 68–69.Google Scholar
147 Lehmbruch, , Consociational Democracy, cit., p. 386.Google Scholar
148 Ibidem. Google Scholar
149 Ibidem, pp. 386–387 per la prima tesi; e per la seconda Lijphart, , Democracy, cit., p. 69, e Daalder, , The Consociational, cit., p. 610.Google Scholar
150 Lijphart, , Democracy, cit., p. 69.Google Scholar
151 Lehmbruch, , Consociational Democracy, cit., p. 387.Google Scholar
152 Waldheim, K., The Austrian Example, New York, MacMillan, 1973, pp. 52–54, 75, 92.Google Scholar
153 Ibidem; e Steiner, , Politics, cit., pp. 343–347.Google Scholar
154 Waldheim, , The Austrian Example, cit., spec. pp. 55–74; e Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., p. 161.Google Scholar
155 Fra i numerosissimi sostenitori di questa ipotesi basti ricordare, fra gli altri, autori come Bentley, Truman, Kornhauser, Lipset, Parsons, Deutsch, Lane, Caser, Almond, Rokkan. Per un'analisi critica, piú ampia di quella possibile in questa sede, cfr. Nordlinger, , Conflict Regulation, cit. pp. 93–101.Google Scholar
156 Ibidem, pp. 93–94.Google Scholar
157 Democracy, cit., pp. 80–81. Corsivo mio.Google Scholar
158 Non tengo conto, per ora, della divisione linguistica in Belgio, rimasta anch'essa poco saliente fino a tempi recenti ed esaminata piú avanti.Google Scholar
159 Lorwin, , Segmented Pluralism, cit., pp. 142, 145–147. Piú controverso è il caso della Prima Repubblica austriaca, le cui divisioni Lorwin ritiene esser state strutturate dalla classe almeno quanto dalla religione (p. 146); mentre Lehmbruch, , A Non-Competitive Pattern, cit., p. 91, pone l'accento sulla seconda, al pari di Diamant, A., Austrian Catholics and the First Republic: Democracy, Capitalism and the Social Order 1918–1934, Princeton, Princeton University Press, 1960, pp. 79–80.Google Scholar
160 Mentre questa contestazione accompagna i conflitti di classe ove essi sono radicali e centrali, come osserva Pizzorno, A., Introduzione allo studio della partecipazione politica , in «Quaderni di Sociologia», XV (1966), pp. 235–287, di cui si veda anche il volume con Crouch, C., Conflitti in Europa, Milano, Etas Libri, 1977.Google Scholar
161 Daalder, H., On Building Consociational Nations: The Cases of the Netherlands and Switzerland , in «International Social Science Journal», XXIII (1971), pp. 355–370; e Dunn, J. A. Jr., Consociational Democracy and Language Conflict: A Comparison of the Belgian and Swiss Experiences, in «Comparative Political Studies», V (1972), p. 25.Google Scholar
162 Conflict Regulation, cit., pp. 96–97.Google Scholar
163 Democracy, cit., pp. 85–86.Google Scholar
164 Ibidem, pp. 84–85.Google Scholar
165 Cfr., per esempio, Lipset, S. M., Political Man, New York, Doubleday, 1960, trad, it., L'uomo e la politica, Milano, Comunità, 1963, p. 29.Google Scholar
166 Lijphart, , Democracy, cit., p. 85.Google Scholar
167 Lorwin, , Belgium: Religion, cit., p. 174; e Urwin, D.W., Social Cleavages and Political Parties in Belgium: Problems of Institutionalization, in «Political Studies», XVII (1970), pp. 326, 336.Google Scholar
168 Ibidem; e van den Brande, A., Elements for a Sociological Analysis of the Impact of the Main Conflicts in Belgian Political Life, in «Res Publica», IX (1967), p. 462.Google Scholar
169 Cfr. fra gli altri Lijphart, , Democracy, cit., p. 53; Daalder, H., Parties, Elites and Political Development in Western Europe , in La Palombara, J., Weiner, M., (eds.), Political Parties and Political Development, Princeton, Princeton University Press, 1966, p. 65; e soprattutto Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., cap. V.Google Scholar
170 Lijphart, , Typologies, cit., p. 26; e contra Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., pp. 108–109.Google Scholar
171 The Politics, cit., cap. VIII; e Daalder, , The Netherlands –, cit., p. 197.Google Scholar
172 Pappalardo, , Partiti e governi, cit., cap. II, nota 28; Lorwin, , Belgium: Conflict, cit., p. 180; e Stiefbold, , Segmented Pluralism, cit., pp. 133 ss.Google Scholar
173 Cfr. Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., p. 74.Google Scholar
174 Per le ragioni addotte da Stiefbold, , Segmented Pluralism, cit., pp. 152–153.Google Scholar
175 Lijphart, , The Politics, cit., p. 191.Google Scholar
176 Thurlings, , The Case of Dutch Catholicism, cit., p. 132.Google Scholar
177 Peper, Change in Progress, cit., p. 12.Google Scholar
178 Pappalardo, , Partiti e governi, cit., cap. III, e la bibliografia ivi richiamata.Google Scholar
179 Wolinetz, , The Dutch Labour Party, cit., pp. 353 ss.Google Scholar
180 Claeys-Van Haegendoren, M., Party and Opposition Formation in Belgium , in «Res Publica», IX (1967), p. 434.Google Scholar
181 Delruelle, N. et. al., Les problèmes qui préoccupent les Belges , in «Revue de l'Istitut de Sociologie», XLVI (1966), pp. 291–342.Google Scholar
182 Su tutti questi punti vedi Pappalardo, , Partiti e governi, cit., cap. III.Google Scholar
183 Ibidem; e Heisler, M. O., Institutionalizing Societal Cleavages in a Cooptive Polity: The Growing Importance of the Output Side in Belgium , in Heisler, , Politics in Europe, cit., pp. 208 ss.Google Scholar
184 Cfr. il giudizio del sociologo belga Huyse, L., citato in Delruelle-Vosswinkel, N., L'évolution de l'opinion publique belge: 1971–1974 , in «Res Publica», XVI (1974), pp. 348–349.Google Scholar
185 Zolberg, , Splitting the Difference, cit., p. 126.Google Scholar
186 Per esempio, con gli argomenti di Lijphart, A., Political Theories and the Explanation of Ethnic Conflict in the Western World; Falsified Predictions and Plausible Postdictions , in Esman, , Ethnic Conflict, cit., pp. 61–63.Google Scholar
187 Zolberg, , Splitting the Difference, cit., p. 126.Google Scholar
188 Cfr. la bibliografia richiamata da Obler, , Steiner, , Dierickx, , Decision Making, cit., pp. 26–27.Google Scholar
189 Steiner, , Politics, cit., p. 167.Google Scholar
190 Ibidem. Google Scholar
191 Ibidem, p. 424.Google Scholar
192 Ibidem, pp. 164, 406–407; e Stiefbold, , Segmented Pluralism, cit., pp. 139–141.Google Scholar
193 Cfr. la nota 170.Google Scholar
194 Democracy, cit., pp. 41–44.Google Scholar
195 Ibidem, p. 88.Google Scholar
196 Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., p. 107. Per la risposta di Lijphart su questo punto — che evade il problema invece di risolverlo — cfr. Democracy, cit., pp. 88–89.Google Scholar
197 Questo, tuttavia, sembrerebbe confliggere con la mia stessa impostazione, in quanto l'isolamento (insieme alle divisioni sovrapposte e all'omogeneità dei segmenti che lo favoriscono) è un fattore (seppure non il solo fattore) di stabilità fra le subculture, che ho detto essere una condizione di democrazia consociativa: ma la contraddizione non è insanabile, in quanto la stabilità da isolamento ha un impatto positivo sulle élites, mentre l'assenza di comunicazione interculturale da isolamento esercita conseguenze negative a livello di massa. E delle due cose la prima è piú importante della seconda, perché senza stabilità le élites preferiranno la competizione alla cooperazione, per cui non vi sarà certamente democrazia consociativa; mentre senza comunicazione interculturale, e quindi con elevata ostilità fra le masse, un esito consociativo è sempre possibile, se le élites dispongono del potere sufficiente per tenere a bada questa ostilità. Perciò, direi che l'utilità dell'isolamento rimane maggiore dei suoi pericoli, talché si può salvarla anche senza tacere questi ultimi o, se si vuole, senza rinunciare alle critiche a Lijphart esposte nel presente paragrafo.Google Scholar
198 Belgium: Religion, cit., pp. 187, 185–186, 174.Google Scholar
199 Si noti che a parlare cosí è ancora lo stesso Lorwin, (Segmented Pluralism, cit., p. 165) che Lijphart citava poco fa a sostegno della sua tesi.Google Scholar
200 Questa linea moderata mi sembra in effetti la piú corretta per le stesse ragioni esposte da Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., pp. 108–109.Google Scholar
201 Ibidem, pp. 109–110, per una piú particolareggiata differenziazione fra diversi tipi di isolamento spaziale.Google Scholar
202 Tale la considera infatti Lijphart, che l'annovera fra le forme di autonomia dei segmenti. Cfr. Democracy, cit., pp. 42–43.Google Scholar
203 Heisler, , Institutionalizing Societal Cleavages, cit., pp. 180–181; e soprattutto Zolberg, , Splitting the Difference, cit., pp. 137 ss.Google Scholar
204 Cfr. la nota 118.Google Scholar
205 Nordlinger, Cosí, Conflict Regulation, cit., p. 32 e cap. VI. Si noti però che egli mescola questa affermazione con un giudizio contraddittoriamente ottimistico sul processo di federalizzazione in Belgio.Google Scholar
206 Democracy, cit., pp. 82–83.Google Scholar
207 Per questo tipo di variabili cfr. Lijphart, , The Politics, cit., pp. 82–88; e Lorwin, , Belgium: Religion, cit., pp. 176–178.Google Scholar
208 Democracy, cit., pp. 82–83.Google Scholar
209 Ibidem. Ma l'inferenza è invece formulata in Typologies, cit., pp. 29–30.Google Scholar
210 Nordlinger, , Conflict Regulation, cit., pp. 91–93.Google Scholar
211 Democracy, cit., p. 100.Google Scholar
212 The Consociational, cit., p. 616; The Netherlands, cit., p. 216 ss.; On Building, cit., pp. 355–370.Google Scholar
213 Democracy, cit., pp. 101–102.Google Scholar
214 Ibidem, p. 102.Google Scholar
215 A Non-Competitive Pattern, cit., pp. 93–94; Proporzdemokratie, cit., spec. pp. 13 ss, 20 ss.Google Scholar
216 Su questa classificazione concordano anche Daalder, , The Consociational, cit., p. 618; e McRae, , Introduction, cit., pp. 25–27.Google Scholar
217 Ibidem, p. 21.Google Scholar
218 Il discorso di Daalder è in rapporto alle prospettive consociative dei paesi del terzo mondo. Cfr. On Building, cit., p. 368; e Government and Opposition in the New States, in «Government and Opposition», I (1966), pp. 205–226.CrossRefGoogle Scholar
- 5
- Cited by