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Published online by Cambridge University Press: 17 July 2018
Il tema della nascita di una politica nazionale della concorrenza costituisce un processo di policy da molti punti di vista paradigmatico. Tanto per la portata dell'innovazione istituzionale, quanto per l'evidente grado di interrelazione con la politica comunitaria antitrust, questo processo di policy making si presenta come un ottimo punto di osservazione dal quale tentare di dare un volto all'europeizzazione e al policy change ad essa collegato. Gli obiettivi che mi prefiggo in questo articolo sono i seguenti: 1) ricostruire in maniera succinta il contesto di governance entro il quale è nata la legge antitrust italiana; 2) esaminare il processo parlamentare relativo alla legge stessa; 3) illustrare il processo di nascita del regolamento europeo sulle concentrazioni e le sue influenze sul processo legislativo nazionale; 4) individuare le caratteristiche del processo di policy making cercando di individuare attori e logiche d'azione; 5) inquadrare il caso entro una prospettiva di policy change che avviene sotto la pressione di un mutamento esogeno in un contesto di ridefinizione del sistema politico; 6) riflettere brevemente sul rapporto esistente tra lo sviluppo di un sistema di governance comunitaria e il mutamento dei sistemi di governance nazionale.
The article explores the birth of the Italian antitrust policy. After a brief explanation of the causes which prevented the approval of a national regulation until the 1990s, the work proves how the development of a European system of governance has been a basic factor to create a policy window inside the Italian policy system. The European level of governance acts as an independent variable in three ways: 1) agenda setting and policy timing; 2) normative spill-over; 3) policy core beliefs. Inside this framework the national actors partially reshape the policy puzzle trying to reach their goals. In this process of policy change framed by the European Commission and the European Court of Justice the Italian political parties of the period 1988–1990 seemed to be unable to lead the change. Fragmented and divided, they didn't have a common set of values and beliefs to use as a tool for reducing the complexity of the transformation of the European governance. On the other hand some technicians and some specialized institutions seemed to have acted as an élite inside a more stable reformist coalition, promoting successfully the shift from a positive state to a regulatory state.