Published online by Cambridge University Press: 14 June 2016
La recente elezione diretta del parlamento europeo ha acuito l'interesse di osservatori e studiosi nei confronti dell'emergente sistema partitico della comunità. Quale tipo di sistema finirà col prevalere dipende da diversi fattori tra i quali: il potere decisionale che l'assemblea avrà nel futuro, i temi di dibattito che verranno posti all'ordine del giorno, la forza dei diversi gruppi politici, la distanza tra gruppo e gruppo e la relativa omogeneità interna delle diverse formazioni. È evidente che in tutti questi rispetti le élites giocheranno un ruolo fondamentale e che le caratteristiche dell'emergente sistema partitico europeo dipenderanno dalle decisioni strategiche e tattiche dei dirigenti di partito, sia a livello nazionale che a livello comunitario. E ciò spiega perché la maggior parte degli studiosi nell'affrontare il tema abbia concentrato l'attenzione sul fenomeno a livello di élites, sottoponendo ad analisi manifesti e programmi elettorali dei diversi gruppi, o utilizzando interviste con deputati al parlamento europeo, o studiando i comportamenti e le prese di posizione delle diverse federazioni di partito.
1 Tra i contributi piú recenti che utilizzano queste metodologie si vedano: Herman, V. e Lodge, J., The Party System of the European Community , Relazione presentata al convegno dell'Associazione Americana di Scienza Politica, settembre 1978; Attinà, F., Interpretazioni ed ipotesi sul sistema dei partiti del parlamento europeo, in «Rivista Italiana di Scienza Politica», VIII (1978), n. 2, pp. 273–291; Papisca, A., I partiti politici europei ovvero ‘il fronte dell'Europa’, in «Il Mulino», 1977, n. 254, pp. 805 ss.; e dello stesso autore, Alla ricerca del «federatore» reale, in «Il Mulino», 1978, n. 260, pp. 840 ss.; Agostini, M. V., Europa Comunitaria e Partiti Europei, Firenze, Le Monnier, 1979; Galli, G., I partiti politici europei, Milano, Mondadori, 1979; e infine i contributi di Jenkins, R., Zincone, G., Calabrese, E. M., Partijan, S., Sasse, C., Pistone, S., Huber, C. H., C. Maccari nella raccolta curata da Zincone, G., Europa: come e per chi si vota, Quaderni di Biblioteca della Libertà, Torino, Centro Einaudi, 1979.Google Scholar
2 Questi dati ci sono stati messi a disposizione dall'Inter-University Consortium for Political and Social Research. L'inchiesta «Eurobarometre» del 1976 venne diretta da Jacques René-Rabier e Ronald Inglehart. L'analisi e la interpretazione dei dati è degli autori di questo articolo.Google Scholar
3 Una analisi condotta su dati diversi ma che in molti rispetti corrobora quelli presentati qui è contenuta nella relazione European Parties, Party Groups and the Direct Election to the European Parliament: Perceptions and Attitudes of Party Supporters in the Nine Nations, presentata da Kai Hildebrandt al convegno dell'associazione americana di scienza politica, settembre 1978.Google Scholar
4 Cfr. Herman, e Lodge, , The Party System, cit.; Zincone, G., Europa, cit., pp. 221–223; Agostini, M.V., Europa Comunitaria, cit., pp. 112–113.Google Scholar
5 Sulle caratteristiche di questa tecnica di analisi cfr. Cooley, W. W. e Lohnes, P. R., Multivariate Data Analysis, New York, Wiley, 1971.Google Scholar
6 Queste linee di divisione sono discusse in molti studi che sarebbe lungo elencare. Un utile sommario si trova nel volume a cura di Rose, R., Electoral Behavior: A Comparative Handbook, New York, The Free Press, 1974.Google Scholar
7 Per un tentativo di questo tipo si veda il saggio di Sani, G. e Sartori, G. Frammentazione, Polarizzazione e Cleavages: Democrazie facili e difficili , in «Rivista Italiana di Scienza Politica», VIII (1978), n. 3, pp. 339–361.CrossRefGoogle Scholar
8 Questa scala che va da 1 (estrema sinistra) a 10 (estrema destra) è comunemente utilizzata nelle ricerche in tema di comportamento politico. L'utilità e i limiti di questa scala sono discussi in maniera approfondita da Inglehart, R. e Klingemann, H. D. nel saggio Party Identification, Ideological Preference and the Left-Right Dimension Among Western Publics, in Party Identification and Beyond, a cura di Ian Budge ed al., New York, Wiley, 1976, pp. 226–242.Google Scholar
9 Ciò vale anche nel caso degli atteggiamenti rispetto ai quali risulta esservi una maggior differenza tra la base dei due partiti, e cioè la minor a-religiosità e il maggior riformismo degli elettori del PCI rispetto a quelli del PCF.Google Scholar
10 Per una discussione di questo tipo di sistema partitico rinviamo a Sartori, G., Parties and Party Systems, New York, Cambridge University Press, 1976.Google Scholar