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Published online by Cambridge University Press: 14 June 2016
Quali sono i fattori politici che determinano l'andamento e l'esito di importanti movimenti di riforma delle istituzioni? In un mondo in cui le istituzioni, una volta create, mostrano scarsa propensione a scomparire, possiamo dare per scontato che, in assenza di movimenti rivoluzionari, le riforme istituzionali siano eventi rari il cui successo è legato a circostanze particolari: un elevato grado di determinazione e di unità da parte dei movimenti riformatori, una speciale qualità delle istituzioni oggetto di riforma, o una insolita congiuntura politica. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che sia stato cosí difficile invertire la tendenza verso la centralizzazione degli stati nazionali: è difficile mobilitare movimenti a sostegno delle riforme, le istituzioni tendono ad essere immobili e inamovibili, e le circostanze politiche raramente sembrano favorevoli.
1 Per una brillante analisi in termini coalizionali del problema della riforma dello Stato, vedi Shefter, M., Party and Patronage: Germany, England and Italy , in «Politics and Society», VII (1977), pp. 403–51.Google Scholar
2 Robert Blake nel suo Disraeli, London, Eyre and Spottiswoode, 1966 illustra dettagliatamente le origini tattiche della Tory Democracy. Per una analisi politica ricca di spunti sul tema della riforma della amministrazione pubblica americana, vedi Skowronek, S., Building a New American State , , Cornell University, Department of Government, 1978.Google Scholar
3 Per una bella rassegna storica, vedi Mény, Y., Centralisation et décentralisation dans le débat politique français, Paris, L.G.D.J., 1974.Google Scholar
4 Reforming the Napoleonic State: the Creation of Regional Governments in France and Italy , in Tarrow, S., Katzenstein, P.J. e Graziano, L., (eds.), Territorial Politics in Industrial Nations, New York, Praeger Special Studies, 1978, pp. 28–63.Google Scholar
5 William Beer analizza la leadership di questi gruppi nel suo, The Social Class of Ethnic Activists in Contemporary France , in Esman, M.J., (ed.), Ethnic Conflict in the Western World, Ithaca, Cornell University Press, 1977. Nello stesso volume vedi anche il saggio di Berger, Suzanne, Bretons vs. Jacobins, che è incentrato sull'analisi di uno di questi gruppi.Google Scholar
6 Vedi Beer, W., op. cit., per la composizione sociale di un campione di militanti etnici a livello di quadri dirigenti.Google Scholar
7 Vedi Wright, G., Rural Revolution in France, Stanford, Stanford University Press, 1964, cap. 8.Google Scholar
8 Vedi Lafont, R., La Révolution régionaliste, Paris, Gallimard, 1967.Google Scholar
9 Hayward, J.E.S., From Functional Regionalism to Functional Representation in France: the Battle of Brittany , in «Political Studies», XVII (1969), pp. 48–75.Google Scholar
10 Ibidem, pp. 39–46.Google Scholar
11 Ibidem, p. 42.Google Scholar
12 Hayward, J.E.S., Presidential Exit by Suicide , in «Political Studies», (1970).Google Scholar
13 Vedi Katzenstein, P.J., Ethnic Political Conflict in South Tyrol , in Esman, M.J., (ed.), Ethnic Conflict in the Western World, cit.Google Scholar
14 È sorprendente che, nella ricerca di Almond e Verba sugli atteggiamenti politici, la percentuale degli intervistati italiani che pensano di poter incidere su una disposizione locale ingiusta (51%) è quasi doppia rispetto alla percentuale di coloro che pensano di poter in qualche modo modificare una disposizione nazionale ingiusta (28%). La differenza tra i due gruppi è molto maggiore che in qualunque degli altri cinque Paesi studiati. Vedi Almond, G. e Verba, S., The Civic Culture, Boston, Little Brown, 1963, p. 142.Google Scholar
15 Indagini condotte alla fine degli anni '60 hanno riscontrato resistenza di un tasso di approvazione per il regionalismo piú alto della media tra i simpatizzanti di sinistr. Tuttavia, tali sondaggi non ci consentono di individuare quali aspetti della propaganda regionalistica hanno attirato l'attenzione di quali settori della opinione pubblica. Sulla campagna politica per le regioni, vedi Allum, P.A. e Amyot, G., Regionalism in Italy: Old Wine in New Bottles? , in «Parliamentary Affairs», inverno 1970–71, pp. 53–78.Google Scholar
16 Gourevitch, P., op. cit. , p. 47.Google Scholar
17 Allum, P.A. e Amyot, G., op. cit. Google Scholar
18 Besson, J. e Bibes, G., Les élections du 7 juin 1970 en Italie , in «Revue Française de Science Politique», XXI (1971), pp. 743–771.Google Scholar
19 Il rapporto completo su questo studio è nel mio Tra centro e periferia. Il ruolo degli amministratori locali in Italia e in Francia, Bologna, Il Mulino, 1979.Google Scholar
20 Vedi il suo lavoro monumentale Peasants into Frenchmen, Princeton, Princeton University Press, 1977.Google Scholar
21 Vedi la brillante intervista a Duneton nel «Nouvel Observateur» dell'8 maggio 1978, p. 101.Google Scholar
22 Gourevitch, P., The Reform of Local Government: A Political Analysis , in «Comparative Politics», (1977), p. 72.Google Scholar
23 Gourevitch, P., Reforming the Napoleonic State, cit., p. 46.Google Scholar
24 Gourevitch, P., Reform of Local Government, cit., p. 77.Google Scholar
25 Caviglioli, F., Les privilèges des corses , in «Le Nouvel Observateur», 8 maggio 1978, p. 72.Google Scholar
26 Per lo sviluppo di questo argomento, vedi il mio Tra centro e periferia, cit., cap. V.Google Scholar
27 Per una analisi non giuridica dello sviluppo della amministrazione territoriale italiana, vedi Fried, R., The Italian Prefects, New Haven, Yale University Press, 1963.Google Scholar
28 Roteili, E., L'alternativa delle autonomie, Milano, Feltrinelli, 1978, p. 131.Google Scholar
29 Ibidem, p. 137.Google Scholar
30 Tra centro e periferia, cit., cap. VI.Google Scholar
31 I sindaci italiani, in grandissima maggioranza, appartengono ad un partito: quasi il 90% nel mio campione (Tra centro e periferia, cap. VI) e quasi 1'85% nel campione piú aggiornato di Barberis, (La classe politica municipale, Milano, F. Angeli, 1978, p. 27). Nel mio campione di sindaci francesi, invece, meno del 50% erano iscritti ad un partito.Google Scholar
32 Ciò non significa che durerà indefinitamente, una possibilità che, nella primavera del 1979, appare assai dubbia. Proprio come la famosa questione della «illegittimità» del PCI negli anni prima del 1976, la legittimità della «grande coalizione» degli anni 1977–78 è una questione politica e non una necessità scientifica.Google Scholar
33 Per una analisi approfondita della «digestione» della crisi economica italiana e — per estendere la metafora — dei suoi elementi «indigeribili», vedi Salvati, M., The Italian Inflation: 1968–1976, paper non pubblicato, Brookings Institute Project on Global Inflation, dicembre 1978.Google Scholar
34 Vedi «Le Monde», 23 novembre 1975 per le affermazioni di Peyrefitte. Le affermazioni di Debré sono riportate in «Le Monde» del 6 maggio 1978.Google Scholar
35 Per le dichiarazioni di Giscard, , vedi «Le Monde», 26 novembre 1975. Per il rapporto della Commissione Guichard, , vedi Vivre Ensemble, Paris, la Documentation Française, 1976.Google Scholar
36 Per molte delle osservazioni contenute in questa sezione sono debitore a Yves Mény per la sua stimolante analisi Partis politiques et décentralisation , in Institut français de science administrative (ed.), L'administration et les partis politiques, Paris, Cujas, 1979.Google Scholar
37 Ibidem. Google Scholar
38 Ibidem. Google Scholar
39 Ibidem. Google Scholar
40 Per i particolari, vedi il mio Regional Policy, Ideology and Peripheral Defense: the Case of Fos-sur-Mer , in Tarrow, S., Katzenstein, P.J., Graziano, L., (eds.), Territorial Politics in Industrial Nations, cit., pp. 97–122.Google Scholar
41 Per esempio, un sondaggio condotto in Corsica nel 1975 ha rivelato che i due terzi di coloro che hanno espresso un'opinione ritenevano che l'isola dovesse restare un dipartimento come gli altri, «Comment», agosto 1975. La citazione di Gourevitch è tratta dal suo Reforming the Napoleonic State, cit. p. 30.Google Scholar
42 Bassanini, F., Le regioni incompiute , in «Mondoperaio», 9 settembre 1977, pp. 14–15.Google Scholar
43 Ibidem, p. 17.Google Scholar
44 I nuovi compiti delle regioni e delle autonomie locali , nel «Bollettino della Sezione Regioni e autonomie locali del c.c. del PCI», n. 9, 1977, p. 6.Google Scholar
45 Bassanini, F., op. cit. , p. 21.Google Scholar
46 Ibidem, pp. 15, 21.Google Scholar
47 Un isolamento che il PSI è stato piú che felice di sfruttare politicamente, in particolare il suo dinamico responsabile per gli enti locali Aldo Aniasi. Vedi le sue dichiarazioni polemiche nei confronti del PCI nella Tavola rotonda: una svolta per le autonomie e per la struttura dello Stato , in «Il comune democratico», n. 12, 1977.Google Scholar
48 Fanti, G., Non è tempo di silenzio per le Regioni , in «Rinascita», 17 dicembre 1976, p. 14.Google Scholar
49 Ibidem, p. 15. Vedi anche Cossutta, A., La partecipazione dei comunisti, nella Tavola rotonda: una svolta per le autonomie, cit., pp. 29–30.Google Scholar
50 Triva, R., I nuovi compiti, cit., p. 7.Google Scholar
51 «Quant à la gauche, jacobine jusqu'à ces dernières années… le referendum de 1969 constitue son chemin de Damas et dès lors une quasi-unanimité s'accorde sur la necessité de décentraliser l'Etat et notamment de regionaliser». Y. Meny, partis politiques et décentralization, cit… Google Scholar
52 La tesi del decentramento è stata sostenuta con maggior vigore da Norman Kogan nel suo Impact of the New Italian Regional Governmerits on the Structure of Power within the Parties , in «Comparative Politics», VII (1975), pp. 383–406. La sua ipotesi merita di essere verificata piú sistematicamente per gli anni a partire dal passaggio della legge 382.Google Scholar
53 Per le dichiarazioni di Cossutta che hanno inaugurato questa linea critica, vedi il «Corriere della Sera», 20 settembre 1978.Google Scholar
54 I dati sulla estrazione e sull'affiliazione partitica dei consiglieri regionali saranno disponibili nello studio sulla instituzionalizzazione delle regioni italiane diretto da R. Putnam. Una prima analisi dei risultati è contenuta in Putnam, R., Leonardi, R. e Nanetti, R., Success and Failure in Regional Reform: The Italian Case, rapporto inedito, I Congresso Annuale del Council for European Studies, Washington, D.C., 29–31 marzo 1979.Google Scholar
55 Vedi «Corriere della Sera», 13 ottobre 1978, p. 13, per le categorie soppresse.Google Scholar
56 Cfr. il suo Leadership in Administration, Evanston, Ill., Row, Peterson, 1957.Google Scholar
57 Ringrazio il prof. Putnam per il permesso di citare questi risultati generali.Google Scholar
58 Questo argomento è sviluppato piú ampiamente, ma in modo ancora poco soddisfacente nella mia Introduzione a Tarrow, S., Katzenstein, P.J. e Graziano, L., (eds.), Territorial Politics in Industrial Nations, cit… Google Scholar
59 Beer, S., The Modernization of American Federalism , in «Publius», autunno 1973, pp. 153–171.Google Scholar
60 Per una proposta seria, vedi Per la Repubblica delle autonomie: proposta socialista per la riforma dei poteri locali, a cura dell'Ufficio Autonomie e Poteri Locali della Direzione del PSI, Milano, Sugarco, 1978.Google Scholar