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Published online by Cambridge University Press: 14 June 2016
Nell'anno appena trascorso non sono mancate opportune celebrazioni critiche del pensiero schumpeteriano, in coincidenza con il centenario della nascita dell'illustre economista austriaco. Stupisce però, e non poco, la quasi completa assenza di riflessioni altrettanto approfondite sui suoi lavori politici, o meglio sulle ampie e frequenti «aree politiche» delle sue trattazioni teoriche. Lo faccio notare, perché mi sembra che tale sottovalutazione finisca col nuocere considerevolmente alla migliore comprensione dell'intera opera schumpeteriana: un'opera, a dire poco, «poliedrica», dove ciascuna faccia si presenta intimamente legata ad ogni altra, tanto da richiedere un'analisi per lo più multidisciplinare.
1 Per restare al solo caso italiano si pensi, ad esempio, al convegno di studi promosso dalle tre Università milanesi nell'ottobre 1983 sul tema Società, sviluppo, impresa nel centenario della nascita di J.A. Schumpeter, i cui Atti sono in corso di stampa presso le edizioni IPSOA. Il testo di questo saggio si basa, quasi per intero, sulla relazione da me presentata in quell'occasione.Google Scholar
2 Si veda, in particolare, il volume celebrativo curato da Heertje, A., Schumpeter's Vision: Capitalism, Socialism and Democracy after Forty Years , New York 1981, dove manca qualsiasi analisi di tipo politico. Una rimarchevole (per quanto rara) eccezione è rappresentata dai due saggi di Mitchell, W.C., Schumpeter and Public Choice apparsi sulla rivista «Public Choice», rispettivamente nel n. 1 (con il titolo: Precursor to Public Choice?) e nel n. 2 (con il titolo Democracy and the Demise of Capitalism: The Missing Chapter in Schumpeter), entrambi pubblicati nel corso del 1984.Google Scholar
3 Cfr. Kessler, M. The Synthetic Vision of Joseph A. Schumpeter , in «Review of Politics», XXIII (1961), pp. 334–355.Google Scholar
4 Utili indicazioni per ricostruire la molteplicità di tali angolazioni possono essere rintracciate in Harris, S.E., (ed.), Schumpeter: Social Scientist , Cambridge, Harvard University Press, 1951. Ma vedi anche Stolper, W.F., Joseph A. Schumpeter, in International Encyclopedia of the Social Sciences, vol. 14, pp. 67–72, New York, Collier and Macmillan, 1968.CrossRefGoogle Scholar
5 Di avviso diverso dal mio è il Mitchell, nel primo degli articoli già citati dove parla di un «quadro di riferimento», negando però l'attribuzione di teoria alle tesi schumpeteriane (cfr. spec. p. 78).Google Scholar
6 La citazione si riferisce, qui come in tutte le successive occasioni, alla numerazione delle pagine nell'edizione italiana di Capitalismo, socialismo e democrazia , Milano, Comunità, 1964. La mia traduzione non riproduce sempre fedelmente il testo italiano. Quando se ne discosta, è per ragioni di maggior fedeltà al testo originale; l'edizione americana alla quale ho fatto riferimento è quella di Harper, New York, 1947.Google Scholar
7 Sul primo di questi due aspetti si veda il recente Riker, W.H., Liberalism Against Populism , S. Francisco, W.H. Freeman and Co., 1982.Google Scholar
8 Credo che, se all'espressione «interessi e ideali intorno a cui il popolo rifiuta di scendere a patti» sostituissimo la più corrente formulazione di gruppi sociali reciprocamente in contrasto, potremmo facilmente riscontrare nelle parole di Schumpeter una illustrazione ante-litteram di almeno due rilevanti dimensioni caratteristiche di molti sistemi politici contemporanei: frammentazione sociale e polarizzazione ideologica.Google Scholar
9 Sulla natura «procedurale» della nozione di democrazia in Schumpeter concorda lo stesso Mitchell, , op. cit., I, spec. pp. 78–79.Google Scholar
10 Cfr. Commons, J.R., Institutional Economics , Madison, 1934.Google Scholar
11 Si veda Sartori, G., Democrazia e definizioni , Bologna, Il Mulino, 1957, pp. 64 e 105.Google Scholar
12 Un punto di vista assai prossimo è quello svolto in Downs, A., An Economic Theory of Democracy , New York, Harper and Row, 1957.Google Scholar
13 Un capitolo aggiuntivo, certamente degno della più grande attenzione, dovrebbe essere dedicato alle riflessioni schumpeteriane in materia di «sociologia fiscale». Queste riflessioni, svolte soprattutto nel saggio The Crisis of the Tax State (apparso in tedesco nel 1918 e ripubblicato, in inglese, nella serie curata da Peacock, A. ed altri, ne' International Economic Papers , IV (1954), pp. 5–38), contengono infatti molti spunti illuminanti sulle sue concezioni in materia di «Stato», nonché sull'intera dinamica delle istituzioni statuali. Sul tema, per mancanza di spazio, si rinvia comunque alla copiosa letteratura prodotta dagli specialisti di scienza delle finanze.Google Scholar
14 Da qui risiede, probabilmente, uno dei punti di vista che collegano più strettamente le tesi schumpeteriane con molte delle asserzioni presenti nella scuola di Public Choice. Si veda, per tutti, la rassegna di Mueller, D.C., Public Choice , Cambridge, Cambridge University Press, 1979.Google Scholar
15 E non ne faccio certo una questione nominalistica. Perché, in questo caso, non ci sarebbe dubbio alcuno sull'appartenenza di Schumpeter al filone dell'individualismo metodologico, visto che egli fu tra i primi (1908) a servirsi di queste espressioni per sottolineare la grande fertilità dell'approccio economi- stico in tutte le scienze sociali. Cfr. Machlup, F., Schumpeter's Economic Metodology , in Harris, S., (ed.), op. cit., spec. p. 100.Google Scholar
16 Pizzorno, A., Sulla razionalità della scelta democratica , in «Stato e Mercato», n. 7, aprile 1983, pp. 3–46.Google Scholar
17 Si veda il recente Berry, B., Hardin, R., (eds.), Rational Man and Irrational Society? , Beverly Hills, Sage, 1982.Google Scholar
18 Boudon, R., Metodological Individualism and the Sociological Tradition , relazione presentata al convegno internazionale «Individuale-collettivo. Il problema della razionalità in politica, economia, filosofia», Torino, 13–15/1/1983.Google Scholar
19 Cfr. l'intervista di Sylos Labini, P., Il mio professore Joseph Alois Schumpeter , intervista apparsa su «Politica ed Economia», XIV, (1983), pp. 51–54.Google Scholar
20 Sombart, W., Il Borghese , Milano, Longanesi, 195.Google Scholar
21 Sul ruolo delle istituzioni proprietarie nell'affermazione del capitalismo si veda, in particolare, Commons, J.R., I fondamenti giuridici del capitalismo , Bologna, Il Mulino, 1982.Google Scholar
22 L'importanza del contrattualismo e costituzionalismo nello sviluppo delle moderne economie di mercato è ben presente nelle opere di Buchanan, J. Cfr., in particolare, A. Contractuarian Paradigm for Applying Economic Theories , in «American Economic Review», (1975), pp. 225–229; e The Limits of Liberty, Chicago, The University of Chicago Press, 1975, parz. trad. in I limiti della libertà, Torino, Quaderni di Biblioteca della Libertà, 1978.Google Scholar
23 Cfr. Hirschman, A., Le passioni e gli interessi , Milano, Feltrinelli, 1979.Google Scholar
24 È la tesi presente anche in Mitchell, spec. nel secondo dei saggi ricordati.Google Scholar
25 Sottovalutazione che è invece assente negli ultimi lavori di Braudel, F.: cfr. La dinamica del capitalismo , Bologna, Il Mulino, 1983. Cfr. anche North, D.C., Thomas, R.P., L'evoluzione economica del mondo occidentale, Milano, Mondadori, 1976.Google Scholar
26 Si vedano al proposito le osservazioni opportunamente richiamate da Maurizio Ferrera in J.A. Schumpeter e il dibattito sulla teoria «competitiva» della democrazia, qui di seguito su questa rivista.Google Scholar