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PER UNA MORFOLOGIA DEL POTERE POLITICO

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Vittorio Frosini*
Affiliation:
Struttura e modelli del potere
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Introduzione

Seguendo la tendenza piú accreditata nelle indagini condotte sull'esperienza politica contemporanea, Antonio Lombardo ha circoscritto e discusso il tema della ≪ struttura del potere ≫ non in termini di speculazione filosofica (e cioè come se si trattasse di una categoria coscienziale) e nemmeno in termini di rilevazione sociologica (meramente fattuali e pseudo-oggettivi), ma tracciandone il profilo di ≪ teoria generale ≫, ossia come schema interpretativo della realtà. L'uso del termine lessicale ≪ struttura ≫ è ormai da tempo considerato come moneta corrente di scambio linguistico nelle scienze sociali; e sebbene la metodologia dello strutturalismo abbia percorso negli ultimi vent'anni un itinerario, che l'ha portata ad un grado di coscienza scaltrita dei propri limiti e delle proprie ambiguità, sino a cacciarsi nel vicolo cieco dell'analisi pessimistica e denigratoria del Boudon, ci si può servire ancora di quel termine, solo che si faccia salva l'avvertenza, che con esso non ci si riferisce ad una ontologia compositiva dell'esperienza, ma ad una metodologia conoscitiva: ossia ad una ≪ manipolazione ≫ intellettuale dell'esperienza stessa, che si designa con quella formula emblematica. Per ≪ struttura ≫ s'intende dunque la cifra definitoria di un processo produttivo di ≪ modelli ≫, ognuno dei quali può consentire di specificare e condensare certi caratteri della interazione politica, in modo da renderla conoscibile e comunicabile nel discorso politologico. Giacché non esiste una struttura astratta del potere, che venga disoccultata e identificata una volta per tutte; ma esiste bensí un insieme di forme, anzi di situazioni concrete, che servono a definire la pratica dell'azione sociale (comunemente ormai designata come ≪ prassi ≫) e che si presentano continuamente variabili nella vita di relazione. Ogni modello proposto corrisponde ad una cognizione operativa del processo di strutturazione, che avviene nell'esperienza politica; esso opera per mezzo di una organizzazione finalizzata dei dati, che vengono trascelti e trasposti in un quadrante di analisi. L'indagine che ne risulta fornisce gli indici di configurazione di una morfologia del potere (che nel presente contesto s'intende sempre come ≪ politico ≫ per l'economia della ricerca).

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References

1 Lombardo, A., La struttura del potere. Problemi di teoria e di ricerca empirica, Roma, Bulzoni, 1972, pp. 170 [L. 2.000].Google Scholar
2 Cfr. Passigli, S., Introduzione al volume Potere ed élites politiche, Bologna, Il Mulino, 1971, p. 21, nt. 34; dove si rinvia opportunamente al saggio di Farneti, P., Dimensioni del potere politico, in ≪ Quaderni di sociologia ≫, XIX (1969), p. 338.Google Scholar
3 Boudon, V. R., A quoi sert la notion de structure?, Paris, Gallimard, 1968, trad. it., Strutturalismo e scienze umane, a curadi Losano, M. G., Torino, Einaudi, 1970, pp. 176 e ss.Google Scholar
4 Cfr. l'acuta diagnosi metodologica di Lefebvre, H., Réflexions sur le structuralisme et l'histoire , in ≪ Cahiers internation. de Sociologie ≫, XXXV (1967), pp. 324.Google Scholar
5 A p. 149 dell'op. cit. si analizzano ≪ le decisioni prodotte dal sistema politico italiano dopo il 1948, dal punto di vista di una scala di valori nazionalista ≫. Alle pp. 156–159 si ricorre all'esempio metaforico di uno ≪ stato di media grandezza ≫ chiamato Mediterranea.Google Scholar
6 Lombardo, A., op. cit., pp. 87–88. Sulla genesi culturale di tale giudizio, rinvio a Frosini, V., Breve storia della critica al marxismo in Italia, Catania-Firenze, Bonanno, 1965; per una sua discussione, alla mia Introduzione all'antropologia politica, in Studi per Chiarelli, Milano, Giuffrè, 1973.Google Scholar
7 In particolare, l'art. su Sociologia e scienza politica in G. Mosca , in ≪ Rivista Italiana di Scienza Politica ≫, I (1971), pp. 297323, e la Introduzione a Mosca, G., Il tramonto dello Stato liberale, con prefazione di G. Spadolini, Catania-Firenze, Bonanno, 1971.Google Scholar
8 Questo non toglie che fra ≪ elitismo ≫ e marxismo esistano quelle differenze che sono state chiaramente sottolineate da Parry, G., Political Elites, London, G. Allen and Unwin, 1969, trad. it. Le élites politiche, Bologna, Il Mulino, 1972, pp. 31–34.Google Scholar
9 Frosini, V., Il partito e lo Stato in Lenin , in ≪ Nuova Antologia ≫, 1972, no. 2053, pp. 2736.Google Scholar
10 Parry, G., Elites and Polyarchies , in ≪ Journal of Commonwealth Studies ≫, IV (1966), n. 3, pp. 163179, e in op. cit., p. 125.Google Scholar
11 Passigli, S., Introduzione, cit., pp. 36 ss.; Parry, G., pp. 143 ss.Google Scholar
12 Lombardo, A., op. cit. , p. 140. Nel testo, faccio riferimento al libro di Bachrach, P., The Theory of Democratic Elitism. A Critique, Boston, Little Brown and Co., 1967; mi valgo però della 3a ed. inglese, London, University of London Press, 1972; le frasi cit. sono alle pp. 32, 106, 69.Google Scholar
13 Oltre alla nota opera di Meynaud, J., La classe dirigente italiana, Milano, Giuftrè, 1964, si veda l'eccellente introduzione ad una indagine sul tema di Farneti, P., Problemi di ricerca e di analisi della classe politica italiana, in ≪ Rassegna Italiana di Sociologia ≫, XIII (1972), pp. 79–116.Google Scholar
14 Sartori, G., Democrazia e definizioni, Bologna, Il Mulino, 1957 ed edizioni successive; l'opera, discussa nella sua edizione americana, è considerata neo-elitista da Bachrach e da Parry.Google Scholar