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Introduzione
Lo stato di una disciplina è riflesso dallo stato dei suoi concetti. Quindi un'analisi dei concetti fondamentali di una disciplina è un'analisi della disciplina stessa. Se questa affermazione è vera, la principale caratteristica della scienza politica è la confusione. Confusione nei significati, nei referenti e nella significatività dei suoi concetti fondamentali. A nostro parere conoscere le cause di questa confusione costituisce il primo passo verso la riduzione o l'eliminazione della confusione stessa. La logica contemporanea, la filosofia del linguaggio e la filosofia della scienza hanno rivolto grande attenzione al problema della formulazione e della chiarificazione dei concetti. In questo saggio quindi cercherò di utilizzare alcuni contributi di queste discipline nel tentativo di chiarire il concetto di élite.
- Type
- Saggi
- Information
- Italian Political Science Review / Rivista Italiana di Scienza Politica , Volume 7 , Issue 3 , December 1977 , pp. 357 - 391
- Copyright
- Copyright © Società Italiana di Scienza Politica
References
1. Questa è una delle ragioni per cui, all'interno dell'I.P.S.A. (International Political Science Association) è stato elaborato il progetto C.O.C.T.A. (Committee on Conceptual and Terminological Analysis). Come manifesto di questo comitato cfr. Sartori, G., The Tower of Babel, relazione fatta al Congresso I.P.S.A., Montreal, 1973.Google Scholar
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3. Tale situazione non caratterizza soltanto la scienza politica contemporanea. Cfr. ad esempio Lewis, G. Cornewall, Remarks on the Use and Abuse of Some Political Terms, Londra, Fellow, 1832. Questo testo è una illustrazione del tentativo di chiarire l'uso dei concetti politici nel XIX secolo, in un'epoca molto anteriore alla rivoluzione comportamentista.Google Scholar
4. Il problema del significato è fra i piú discussi dalla filosofia contemporanea. Di conseguenza, una presa di posizione ben definita su tale questione risulta alquanto arbitraria ed è sempre passibile di obiezione. Nella nostra discussione analizzeremo il significato come entità autonoma e distinta dal concetto. Questa distinzione non è altro che un espediente che ci consente di separare il problema della significatività del concetto da quello della sua estensione. Per una generale analisi introduttiva sul problema del significato, cfr. Parkinson, G.H.R. (a cura di), The Theory of Meaning, Oxford, Oxford University Press, 1968.Google Scholar
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7. Per «verità» di un concetto si intende la possibilità di inserirlo in una proposizione «vera».Google Scholar
8. Questa teoria comunemente conosciuta come Testability Theory of Meaning si ricollega, nelle sue varie versioni, ad una certa tradizione positivista. Cfr. ad esempio Hempel, , Problems and Changes in the Empiricist Criterion of Meaning , in «Revue International de Philosophie», n. 60 (1950), pp. 61–63 e Carnap, R., Meaning and Necessity, Chicago, The University of Chicago Press, 1967; per una rassegna delle differenti tesi sull'essenza dei significati cfr. Ryle, G., The Theory of Meaning , in Black, M. (a cura di), The Importance of Language, Ithaca, Cornell University Press, 1962 e Russell, B., On Denoting, in «Mind» n. 10 (1905), pp. 679–695.Google Scholar
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10. Questa teoria rappresenta una svolta rispetto alle tesi classiche del neo-positivismo logico e può essere considerata come uno dei maggiori contributi di W. Quine alla logica contemporanea ed alla filosofia del linguaggio. Cfr. soprattutto Quine, W., The Problem of Meaning in Linguistic e Notes on the Theory of Referents, entrambi in Quine, W., From a Logical Point of View, cit.Google Scholar
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20. É difficile spiegare in termini piú specifici l'influenza di questo attributo.Google Scholar
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32. La limitata estensione del concetto di élite sviluppato da Michels ha delle importanti implicazioni per la società nel suo complesso. Michels non accenna mai all'esistenza di un'elite che governa la società dal momento che, a suo giudizio, l'élite è un fenomeno che caratterizza esclusivamente le organizzazioni complesse. Cfr. Sartori, G., Democratic Theory, New York, Praeger, 1965, pp. 110–124.Google Scholar
33. Cfr. l'esauriente saggio introduttivo di Linz, J., Il contributo di Michels alla sociologia politica, in Michels, op. cit., pp. VTI-LXIX e Cassinelli, C.W., The Law of Oligarchy , in «American Political Science Review», XLVII (1953), pp. 773–784.Google Scholar
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42. Nel precisare le caratteristiche della concezione pluralista di élite bisogna affrontare il problema del significato della parola inglese ‘rule’. In inglese ‘rule’ è una parola ambigua. Infatti può essere riferita ai principi o regole generali della vita politica (le regole del gioco) oppure al diretto ed immediato atto di governo, (dominio). É evidente che la scelta di uno o dell'altro di questi significati è cruciale per determinare le caratteristiche della concezione pluralista di élite. Infatti se l'espressione «majority rule» viene intesa come diretto governo della maggioranza ciò esclude a priori la possibilità dell'esistenza di una élite minoritaria. Se invece «majority rule» viene interpretata come ‘principio di maggioranza’ (regola del gioco, è possibile l'esistenza di un élite, cioè di un gruppo che domini il sistema politico). L'accettazione del principio della rappresentanza e la teoria del governo rappresentativo, parte integrante delle concezioni pluraliste suggeriscono l'interpretazione di ‘rule’ come principio generale regola del gioco. Questo però lascia aperta la possibilità della esistenza di una o piú élites. Cfr., ad esempio, Sartori, G., Democratic Theory, cit. pp. 77–90 e Rae, D., Political Democracy as a Property of Political Institutions, in «American Political Science Review», LXV, (1971), pp. 111–119.Google Scholar
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51. Wittgenstein, L., Philosophical Investigations, cit., p. 36.Google Scholar
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