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Alessandro Piccolomini's Commentary on the Poetics of Aristotle

Published online by Cambridge University Press:  02 January 2019

Florindo V. Cerreta*
Affiliation:
Pennsylvania State University
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Recent scholarship dealing with Renaissance literary criticism has unduly neglected a very significant commentary on the Poetics, the Annotationi nel libro de la Poetica d'Aristotele by the Sienese humanist Alessandro Piccolomini. This commentary has, indeed, drawn the attention of Ebner, Saintsbury, Spingarn, Guerrieri-Crocetti, and Croce, but only in an incidental or fragmentary manner. Maria Rossi, in her monograph on Piccolomini, rehashed for the most part the comments made by Ebner in the nine pages she devoted to the Annotationi. Subsequently, Prof. Toffanin, in propounding his theory that Italian romanticism can be traced back to the sixteenth century, distorted the meaning of the Annotationi in order to make Piccolomini a precursor of Vico and Manzoni.

Type
Research Article
Copyright
Copyright © Renaissance Society of America 1957

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References

1 Rossi, Maria, ‘Le opere letterarie di Alessandro Piccolomini’, Bullettino Scnese di Storia Patria III (1910), 289328 Google Scholar; IV (1911), 3-43.

2 Toffanin, G., La fine dell'umanesimo (Torino, 1920)Google Scholar.

3 Tasso, T., Opere (Milano, 1804), III, 153 Google Scholar. The letter to Scalabrino is dated 15 October 1575. Tasso's reaction to Piccolomini's theories is discussed by Di Niscia, G., ‘La Gerusalemme conquistata e l'Arte poetica di T. Tasso’, Propugnatore, N.S. II:I (1889), 272299 Google Scholar; 11:2 (1889), 103-138, 442-473. Cf. also Cottaz, J., Le Tasse et la conception épique (Paris, 1942)Google Scholar.

4 Twining, T., Aristotle's Treatise on Poetry (London, 1812), II, xxviGoogle Scholar.

5 An example is the theory of verisimilitude borrowed from Piccolomini by Lopez Pinciano in his Phihsophia Antigua Poetica (Madrid, 1596).

6 Castelvetro, L., La Poetica d'Aristotcle vulgarizzata (Vienna, 1570).Google Scholar

7 Piccolomini, , Il lihro della Poetica d'Aristotele (Siena, 1572)Google Scholar, preface ‘ai lettori’, dated 21 October 1571.

8 This view is presented by Vecchi, Elena de, ‘Alessandro Piccolomini’, Bull. Sen. di St. Patr., N.S. XLI (1943), 438 Google Scholar.

9 Piccolomini himself states: ‘Io già molti anni sono, ho hauuto desiderio di scriuere qualche cosa in lingua nostra sopra questo libro, che ci è restato della Poetica d'Aristotele, per essermi sempre paruto tale, che fusse stato bene speso ogni studio, & ogni fatica, che ci fusse fatta sopra’ (Annotationi, preface ‘ai lettori’). Henceforth all references to the Annotationi will be made in the text itself.

10 The reader will find more information on this academy in my forthcoming article, ‘An Account of the Early Life of the Accademia degli Infiammati in the Letters of Alessandro Piccolomini to Benedetto Varchi’.

11 Piccolomini's letter to Varchi (4 December 1541), Autograft Palatini, Vol. II, MS. no. 73, Biblioteca Nazionale, Florence.

12 In the Cento sonetti many traditional ideas about poetry are found side by side with Aristotelian concepts such as imitation regarded as the essential difference between a true poet and a versifier. See also Della institution morale (Venice, 1560), bk. IV, chs. IX and XI.

13 Reusch, F. H., Der Index der verbotenen Bücher (Bonn, 1883), 1, 581 Google Scholar.

14 With reference to the relationship of the Annotationi with Castelvetro Apostolo Zeno says: ‘Il Piccolomini nelle sue Annotazioni non nomina mai il Castelvetro; ma certo è, che intende parlar di lui fra quegli Spositori in lingua nostra, che sono da esso impugnati’ (Biblioteca della eloquenza Italiana, Venezia, 1753, 1, 251). Operti, P., in his article on Piccolomini in the revised edition of the Dizionario storico della letteratura italiana (Torino, 1952), p. 868 Google Scholar, states inaccurately that Piccolomini reacted against the theories of Patrizi (as well as against those of Castelvetro and Vettori). Piccolomini died in 1579 and, obviously, could not react against Patrizi's commentary which was printed for the first time in 1586.

15 ‘Nè si dee credere, per alcun modo, che tanti escellentissimi poeti, & antichi, & moderni, hauesser posto tanto studio, & diligentia in questa nobilissima facultà, se non hauesser conosciuto, & stimato di far con l'vso di quella giouamento alia vita humana; & non hauesser pensato, che con gli essempi di coloro, che com'immagini, & ritratti di somme virtù, & di sommi vitij, ci ponesser con le lor imitationi innanzi, noi non hauessimo a restame instrutti, ammaestrati, & ben'instituiti’ (Annot., preface).

16 ‘Se i vitij, & le scelleratezze dall'altra banda sentiamo con poetica imitation esprimere, & esprimendo vilipendere, & vituperare; subito cominciamo a disporci alia fuga, & all'odio delle vitiose attioni; molto più incitati a questo da cotali imitationi, che da quanto si voglia efficace, & aperta particolar'ammonitione’ (Annot., preface).

17 Varchi, B., Della poetica (Fiorenza, 1590), p. 576 Google Scholar.

18 ‘Da questo, ch’Aristotel dice del douersi stimar’ Empedocle più tosto scrittore di cose naturali, & scientifiche, ch'imitatore, & poeta, si può inferire, die faccian cosa impertinente quei poeti, che nelle comparationi, & nelle descrittioni loro introducon passi, & luoghi nascosti nel profondo delle arti, & delle scientie: non tanto perchè dal più degli ascoltatori, o dei lettori tai cose non son’ intese; quanto perchè in esse non è leggitima, & ben comportabile imitatione, & per questo molto più son’ in ciò da lodare Homero, & Virgilio che Lucano, & Dante, & simili’ (Annot., p. 36).

19 ‘ … così le tragedie, come gli epici poemi, si compongon principalmente per giouare, & dar diletto alia moltitudine; conciosiacosachè alle persone perite, & giuditiose, & amiche delle virtù & delle scientie, non faccia di mestieri per instruirle, & per giouar loro di condire col diletto gli amaestramenti, & gli auuertimenti, che si dian loro; come è necessario di farlo per instruire la moltitudine. La onde così le tragedie recitandosi in Scena, come gli Epici poemi, recitandosi nelle piazze in corone d'huomini, riguardano per lor legittimi Spettatori la moltitudine’ (Annot., p. 415).

20 Mazzoni, J., Della difesa della ‘Commedia’ di Dante (Cesena, 1688), p. 20 Google Scholar; De Nores, J., Poetica (Padova, 1588), fo. 121r Google Scholar.

21 Cf. Hall, V. Jr., Renaissance Literary Criticism (New York, 1945), p. 51 CrossRefGoogle Scholar.

22 ‘… potiamo quindi finalmente conoscere, ch'il fine della poesia non sia altro, che l'vtilità col mezo del diletto da lei procacciata’ (Annot., preface).

23 Cf. Herrick, M. T., The Fusion of Horatian and Aristotelian Literary Criticism, 1531-1555 (Urbana, 1946), p. 44 Google Scholar.

24 Piccolomini's commentary on the Ars poetica is part of the codex bearing the title of Adnotationes in Horatium, MS. H.VII.25, Biblioteca Comunale, Siena.

25 1 cite as an example the discussion of historical realism in tragedy where Piccolomini says: ‘Onde appare, che non solo l'autorità d'Horatio non fauorisce l'opinione, che la tragedia debbi farsi sopra persone non note, ma dal poeta finte; di che egli (com'ho detto), non fa parola; ma chiaramente la contraria opinione aiuta … ‘ (Annot., p. 147).

26 ‘Essendo due sorti d'imitatione, molto tra di lor diuerse; 1‘vna, che consiste nel rappresentare, & rassomigliare, della quale intende Aristotele … come che genere sia della poesia; & l'altra, che consiste in seguire le altrui pedate, secondo laquale sogliam dire, che gli scolari imitino i lor Precettori, & i figli, i modi, & la vita dei lor padri’ (Annot., p. 66).

27 ‘Nè approuar si dee questa distintione, ch'essi fanno, che l'imitatione, ch'è naturale all'huomo, & che si vede nei fanciullini, consista solo in far quello, che si vede fare, senza sapere, o considerar la cagione, perchè così si faccia; & l'imitation del poeta non solo non seguita l'essempio altrui, & non fa quel medesimo, che gia è fatto, ma fa cose diuerse dalle fatte’ (Annot., p. 67).

28 ‘… si come l'imitatione non à lo stesso vero, ma in qualche parte mancante da esso; posciachè se punto da quel non mancasse, non sarebbe l'imitatione, ma la cosa vera …’ (Annot., p. 24).

29 Cf. Guerrieri-Crocetti, C., G. B. Giraldi ed il pensiero critico del sec. XVI (Milano, 1932), pp. 263272 Google Scholar.

30 ‘Non è dunque necessario, che la poetica imitatione si faccia per se di cosa falsa, o di cosa vera: ma cssendo necessario, che per se si faccia di cosa, secondo ‘l verisimil d'essa; ne segue, che si come, non solo il falso, ma il vero ancora, si può congiugnere col douuto, & col verisimile; così parimente può per accidente auuenire, che non solo il falso, ma anche il vero, possa diuenir soggetto, & materia della poesia; ma questo accasca (com'ho detto) per accidente’ (Annot., preface).

31 ‘ … non basta a far'essere vna imitation poesia, che solamente s'imiti vna cosa, o naturale, o artificiale; se le imitationi di tai cose non seruono, o non s'indirizzano all'imitatione di qualch'attione dell'huomo … ‘ (Annot., preface).

32 ‘ … douendo il poeta porre le cose, secondo che douerebber'essere; & nella maggiore escellentia loro: hauendo egli a porci innanzi le cose, come essemplari, & come quasi idee’ (Annot., p. 412).

33 ‘La differentia dunque tra l'historico, e'l poeta non consiste veramente in dire l'vno il vero, & l'altro il falso; ma in tener l'vno l'occhio a dire le cose vere, & l'altro a dirle tali, quali doucuano, o ver quali verisimilmente, o necessariamente poteuan'essere, o vere, o false che le si fussero … ‘ (Annot., p. 158).

34 ‘Onde nasce che più spesso il falso, ch'il vero si truoui nell'imitation poetica: non perchè il falso sia la propria materia della poesia; ma perchè quantunque non solo il falso, ma il vero ancora si possa per accidente congiugner con quello vniuersal, & con quel verisimile; nientedimanco più di rado vi si congiugne il vero, ch'il falso non fa, per la ragion già detta … ‘ (Annot., preface).

35 ‘Onde nasce che più spesso il falso, ch'il vero si truoui nell'imitation poetica … ‘ (Annot., preface).

36 ‘Ben è vero, che si come la natura, & l'arte molto di rado arriuano nell'opre loro al sommo delle lor potentie, per gli varij impedimenti, che lor s'oppongono; così parimente rhuomo nelle sue attioni, & negli affetti, & costumi suoi, molto di rado suol toccar'il sommo’ (Annot., preface).

37 This interpretation is in substantial agreement with that of modern criticism. Lane Cooper states: ‘The poet is like the Creator in giving to a work of art the organic quality we find in the works of nature. And art completes nature. Omitting the accidental or superfluous, the artist seeks the end toward which nature is striving, and completes the effort in a rounded whole’ (The Poetics of Aristotle, its Meaning and Influence, Boston, 1923, p. 76).

38 ‘… è di qui e che le attioni humane che veramente in queste, o in quelle persone singolari accascano, son lontane da quelle, che pongono li poeti in esse, mentre ch'eglino le attioni, & con esse ancora gli habiti, & gli affetti, nel lor vniuersale riguardano, & non nella stessa verita’ (Annot., preface).

39 Cf. Saitta, G., Il pensiero italiano nell'umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, 1950), II, pp. 468, 469Google Scholar.

40 Toffanin, , op. cit., p. 190 Google Scholar.

41 The quotation is from Vico's De antiquissima Italorum sapientia, bk. 1, ch. 1 (Le orazioni inaugurali, il De Italorum sapientia e le Polemiche, Bari, 1914, p. 131). It appears from this that Toffanin has misunderstood Vico as well as Piccolomini.

42 Vico, G., The New Science, tr. Bergin and Fisch (Ithaca, 1948), Element xxxviGoogle Scholar.

43 ‘Douechè l'imitatione, che si richiede al Poeta, è molto … diuersa, imitando il Poeta con ragione, & con regola secondo il verisimile’ (Annot., p. 67).

44 Piccolomini, , Instit. morale, p. 143 Google Scholar. For the traditional grouping of poetic with logic and rhetoric, derived from the place of the Poetics in the Aristotelian corpus, see Kristeller, P. O., ‘The Modern System of the Arts’, JHI (1951), 511512, n. 92Google Scholar.

45 Strabo, , Geography, tr. Hamilton (London, 1903), I, ii, 6 Google Scholar.

46 Piccolomini, , Parafrase nel terzo libro della Retorica (Venetia, 1572), III, 15 Google Scholar. Others who have taken issue with Toffanin's theory of Piccolomini as a precursor of Vico are Sorrentino, A., La Retorica e la Poetica di G. B. Vico (Torino, 1927), pp. 322323 Google Scholar, and De Lollis, C., ‘Idee sì ma anche fatti (a proposito di un libro pieno d'ingegno)’, La Cultura I, fasc. 3 (15 Gennaio 1922), 97120 Google Scholar.

47 Guerrieri-Crocetti, , op. cit., p. 312 Google Scholar.

48 Ibid.

49 ‘E tanto voglio, ch'al presente mi basti hauer detto in proposito del ritmo: concludendo, che non può essere o ballo, o canto, o come si voglia proferita locutione senza ritmo’ (Annot., p. 19).

50 That Piccolomini has grasped Aristotle's important distinction can be shown by a comparison with the explanation given by Cooper, L., op. cit., p. 20 Google Scholar: ‘He [Aristotle] does clearly say that metrical composition is not the distinguishing feature of a poet: you might turn Herodotus, or a scientific treatise, into verse, and you would not have a poem. Yet the Homeric tale of Achilles is all the more beautiful for the hexameters in which the imitation is worked out, and tragedy and comedy gain much from the added beauties of metre, song, and dance. Metre does, in fact, come under the general head of rhythm, rhythmical language being a genus, and metres being species of it; and rhythm is also found in the speeches and songs of the drama.'

51 Ibid. Cf. also Butcher, S. H., Aristotle's Theory of Poetry and Fine Art (New York, 1951), pp. 144147.Google Scholar

52 ‘I nostri versi manco escedono con il lor tumore, la materia delle cose traghiche che delle comiche; con tutto che quelle parimente escedino troppo piu forse che non bisognarebbe’ (Annot., p. 28).

53 ‘Et alle ragioni, & alle autorità già dette, s'aggiugne ancora l'esperientia; veggendosi manifestamente, che non solo grandemente dilettano oggi in recitarsi, le commedie in prosa: ma maggior'ancor si truoua diletto in esse, che in alcune, che sene fanno in versi. Il che se ben nella tragedia, com'in poema più graue, & più alto, non è ancor posto in vso; non prometterei io però, che non sian per esser di quei poeti vn giorno, che prendino ardir di farlo … ‘ (Annot., p. 28).

54 Trabalza, C., La critica letteraria net Rinascimento (Milano, n.d.), p. 196 Google Scholar.

55 Beni, P., Disputatio … (Padua, 1600), p. 17 Google Scholar. The same liberal views concerning verse are also shared by Michele, Agostino in his Discorso in cui si dimostra come si possono scrivere le tragedie e le commedie in prosa (Venetia, 1592)Google Scholar.

56 Guerrieri-Crocetti, , op. cit., pp. 321330 Google Scholar.

57 ‘ … non dimeno rade volte accade che il giuditio, che nasce dai più di coloro, che impend non sono, non sia approuato per migliore, & che col tempo non preuaglia’ (Annot., p.383).

58 An aspect of Piccolomini's anti-aristocratic attitude toward literature is his condemnation of Tolomei's proposal for the adoption of classical meters in Italian. After a complete discussion of the profound differences existing in classical and vernacular prosody, he adds: ‘La onde si può giudicare, quanto si siano ingannati coloro, che hanno voluto indarno tentare d'accommodare le misure dei versi latini a i versi nostri: & coloro parimente, che si son sforzati d'assomigliare a i piedi latini, & greci, come son dattili, spondei, & simili, appropriate sorti di parole nostre; volendo per essempio, che nella parola (pane) sia la sillaba prima breue, & nella parola (pone) sia la prima lunga; non sapendo, nè saper potendo essi il perchè; & non vedendo, che tanto tempo consumiamo in proferir l'vna parola quanto in proferire l'altra, imprese tutte veramente vane, per la diuersa natura, che hanno le parole di queste diuerse lingue’ (Annot., p. 280).

59 ‘Onde vedendo noi oggi, che nella lingua nostra, quantunque all'epico poema habbian huomini dotti, & buon poeti, tentato di dare, altri la terza rima, come fece Dante, & altri il verso vndenario sciolto, nondimeno ha preualso, per quel che si vede, l'ottaua rima, & non vedendosi, per quel, che si può vedere, potente ragione, al parer mio, perchè questo sia; parendo in primo aspetto, ch'il verso sciolto douesse quadrar'a tal poema molto; non si può quella commune accettatione ad altra cagione attribuire, ch'al giuditio dell'orechie della maggior parte degli huomini dotti’ (Annot., p. 384).

60 Cf. Hall, , op. cit., p. 55 Google Scholar.

61 ‘La Tragedia adunque, diremo, die sia vna imitatione d'attion graue; & magnifica; la quale habbia perfetto compimento, & grandezza ancora; & sia fatta con vn parlare addolcito, con vsar'ella nelle sue parti separatamente le forme, & gli aiuti di tal'addolcimento, a fine, che non per modo di raccontamento, ma col mezo della compassione, & del timore, si purghino gli animi da così fattelor passioni, & perturbationi’ (Annot., p. 100).

62 ‘ … ma intende ch'ella sia d'attion seria, & graue, & illustre, & di persone grandi: nelle quali, pare, che sempre il volgo s'immagini, che si debbi trouar valore, & prodezza, quasi piu che humana’ (Annot., p. 104).

63 ‘ … ponendo lor fra le principalissime parti della felicità, la potentia, & facultà di nominare, & di poter fare cio che l'huom vuole’ (Annot., p. 195).

64 ‘… essendo li nomi dei Re, & dell'altre persone in alta grandezza poste, vniuersalmente noti, nonpotendo tai persone, & tai nominascosti stare’ (Annot., p. 143).

65 For an excellent treatment of historical realism in Renaissance tragedy and Piccolomini's threefold solution see Giovannini, G., ‘Historical Realism and the Tragic Emotions in Renaissance Criticism’, Philological Quarterly XXXII (1953), 304320 Google Scholar

66 ‘… in così basso grado sarà elk collocata di perfettione, ch'a gran fatiga potrà ella ritener legittimamente ilnome di tragedia…’ (Annot., p. 152).

67 ‘Per color'adunque, che han da trouar come primi, nuoue materie, non maneggiate da altri prima, s'hanno da intender in questo luogo (com'hauiam detto) quelli, che sopra di qualche atroce fatto, veramente accaduto, & non tocco da altro poeta in tragedia alcuna, essi li primi si pongono a compor tragedia, com'auuerrebbe (per essempio) s'alcun'oggi si ponesse a far'vna tragedia sopra la miserabil morte del Duca Alessandro dei Medici, o del Duca Pier Luigi Farnese, o d'altri casi simili, dei quali non si sappia per ancora, che sene sia seruito in tragedia, Poeta alcuno’ (Annot., p. 213).

68 Modern criticism generally agrees in interpreting the Aristotelian catharsis as a form of emotional relief and avails itself of the homeopathic theory of humors, as described in Politics 8, 7. L. Cooper states, in subscribing to Bywater's explanation, that the Aristotelian theory of cathartic effect can be recovered with some adaptation of the statements in the Politics. ‘Pity and fear are elements in human nature, and in some men they are present in a disquieting degree. With these latter the tragic excitement is a necessity; but it is also in a certain sense good for all. It serves as a sort of medicine, producing a catharsis to lighten and relieve the soul of the accumulated emotion within it; and as the relief is wanted, there is always a harmless pleasure attending the process of relief’ (op. cit., p. 20).

69 Cf. Trabalza, , op. cit., p. 120 Google Scholar.

70 ‘… gli Stoici non pensaron di poter ferma tranquillità, & felicità trouare, o recar nell'huomo, se non con totalmente stirpar gli affetti dalle radici tutti’ (Annot., p. 101).

71 Cf. Lucas, F. L., Tragedy in Relation to Aristotle's ‘Poetics’ (New York, n.d.), pp. 26, 34Google Scholar. The author believes that catharsis does not imply that passions are purged of their impurities, but that the human soul is purged of its excessive passions. Furthermore, Aristotle's theory of catharsis suffers from his preoccupation with Plato's charge to which the reply of the Poetics was that passions are not to be subdued by abstinence, but governed by reasonable indulgence.

72 ‘ … purga gli animi, & dal souerchio gli libera dagli affetti, dalla qual purgatione non son'esclusi nè il timore, nè la compassione’ (Annot., p. 103).

73 ‘… moderandosi, non solo l'allegrezza & la speranza … ma l'amore ancora, il quale di tutti gli affetti è radice, & capo’ (Annot., p. 103).

74 ‘ … posciachè veggendo noi nei tragici auuenimenti, quanto ageuolmente di sommo grado di fortuna, all'infimo si precipiti, & quanto fallaci, & fragili siano i beni, & li contenti di questa vita, veniamo a temperare l'amore delle cose care; accioche la perdita di quelle, che cosl facilmente poter'accascare, ci fa conoscer la tragedia, non ci habbia occorrendo, daperturbare, & d'affligger tanto’ (Annot., p. 103).

75 ‘ … nientedimanco non ogni diletto è propriamente suo, nè s'ha da ricercar in lei; ma quel solo, che com'a tragedia le conuiene, & se le ricerca’ (Annot., p. 123).

76 ’ … in molte cose conuiene l'Epopea con la tragedia; tra le quali pone l'vnità, come vedremo’ (Annot.,p. 132).

77 ‘ … l'attione debbi contener tanto spatio, che o non passi, o di poco passi vn diurno corso del Sole sopra la terra, com'a dir, dodici, o tredici hore, o simile, secondo il Clima, doue tal'attione auuenutasiprende’ (Annot., p. 380).

78 ‘… acciochè immaginar si possa, ch'in tali interualli trapassi maggior spatio di tempo, che non passa’ (Annot., p. 380).

79 ‘L'Epopeia differisce dalla tragedia in questo, che non è ristretta a tempo così limitato, & diterminato, come la tragedia; essendo questa ristretta ad vn solo viaggio del Sole sopra'l nostro hemisperio; doue che quella, & più mesi, & più anni può abbracciare’ (Annot., p. 97).

80 ‘L'essential material differentia adunque, che la tragedia distingue dalla commedia, s'ha da intendere … consister in questo, che l'vna ha per soggetto persone in eminente, illustre, potente, & signoreggiante luogo poste, come son'Heroi, Re, & gran Principi; & l'altra persone di ciuile, & citadinesca conditione, di vita commune, & d'ordinario, & mediocre priuato stato … ‘ (Annot., p. 51).

81 ‘Conciosiachè la cosa ridicolosa non sia altro, die vn certo errore, & peccato, & vna bruttezza, in somma, die non redii seco dolor'acerbo, ne corruttiuo’ (Annot., p. 89).

82 ‘Per questa medesima ragione non sono accommodata materia della commedia alcuni vitij enormi… com'a dire, sommo dispregio della religione, tradimenti della propria patria; atti, & spurdtie veneree tra genitori, & figli, & simili altri nefandi errori, posciache cos! fatti delitti non punto a riso son'atti a muouere, ma a somma abominatione, & a sommo horrore, & odio’ (Annot., p. 90).

83 Quando adunque di sopra si è detto, die la Commedia rappresenta le persone peggiori, die communemente non sono; s'ha da intender'in quella sorte di vitij, die per circonstantie aggrauanti non saranno tali, die douentati abomineuoli, non sian più atjti alia commedia; ma di quegli, ch'ordinariamente nella vita commune si truouano, die meritano più tosto semplice biasmo, & spesse volte riso, die horrore, & abominatione’ (Annot., p. 91).

84 ‘Ma quella sorte di minori errori abbraccia la commedia, che communemente nella vita dell'huomo si sogliono nella maggior parte delle persone, o più, o men trouare: come sono auaritia di vecchij, inganni di meretrici, prodigalità di gioueni, fraudi di serui, pazzie d'innamorati, vantamenti di soldati, bugie di ruffiani, & simili’ (Annot., p. 90).

85 ‘ … l'attion primaria dell'epopeia può distendersi in molto più lungo tempo, non solo di più mesi, ma di più anni’ (Annot., p. 259).

86 ‘Onde non mancando alia tragedia tutte quelle qualitatiue parti, che possiede l'epopeia … & hauendo ella dall'altro canto, ogni volta ch'ella vuol comparir'in Scena, altre parti, le quali non ha l'epopeia, come son l'apparato, & la melodia … vien ella per la forza del topico luogo allegato, ad auanzar di perfettion l'epopeia’ (Annot., p. 418).

87 Guerrieri-Crocetti, , op. cit., p. 213 Google Scholar.

88 Saitta, , op. cit., p. 469 Google Scholar.