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Gli excusati nelle provincie italiane soggette all'Impero d'Oriente

Published online by Cambridge University Press:  09 August 2013

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Chi, per il primo, s'occupo del problema offerto dagli excusati pugliesi e dello ἑξκονσατικίον che su di essi gravava fu, se non erro, il Beltrani nella sua memoria intitolata, Documenti Longobardi e Greci dell'Italia meridionale. Fra questi pubblicò una sentenza data nell'anno 1054 da Argiro duca e principe d'ltalia, per decidere una lite insorta fra tali Romualdo figlio d'un altro Romualdo, Niso e Rufo figli di Landenolfo, da un lato, e Sasso figlio di Pietro, dall'altro, che i primi pretendevano fosse loro escusato. Il processo ci offre uno svolgimento tutto longobardo: infatti, poiché gli attori non avevano alcun documento che attestasse l'asserita condizione di Sasso, Argiro ordinò a quest'ultimo di prestare insieme a dodici congiuratori, il giuramento purgatorio e quegli lo prestò, attestando di non avere mai dato agli attori lo ἐξκονσατικίον. In seguito a tale giuramento, Argiro emise una sentenza favorevole pienamente al convenuto.

Type
Research Article
Copyright
Copyright © British School at Rome 1956

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References

1 Il documento fu pubblicato quasi contemporaneamente anche dai A. di Gioachina Prologo, Le Carte che si conservano nell'Archivio deltà cittá di Trani, Barletta, 1877, n. XV, senza varianteGoogle Scholar.

2 Questa origine degli excusati sembra doversi ammettere per quelli che si trovano nella penisola iberica. Un caso particolare ci è offerto dalla Lex Wisigothorum IX, 3, 3 dove il servo rifugiatosi in una chiesa per sfuggire all'ingiusta persecuzione del padrone è excusatus in vista della legge. Però un'altra specie di excusati sembra indicarci il passo del diploma del Re Alfonso VII citato dagli autori della edizione del Ducange del 1844, vol. iii, p. 142. Ivi si parla d'una scelta di excusati fatt da un monastero in seguito al privilegio del Sovrano e dalla loro liberazione da servizi e da esazioni regali, nonché dei tributi che, in cambio, essi dovevano all'ente ecclesiastico. Questo modo d'aumentare le rendite di tali enti pote essere applicato anche altrove. Vorrei pero che i dotti Spagnoli ci dessero lumi sull'argomento.

3 Trinchera, , Syllabus Graecarum membranarum, Napoli, 1865, n. XXVIIIGoogle Scholar.

4 Excusare nel senso di liberare da un ufficio o da un aggravio è comune nelle fonti romane. Ved. p. e.: Excusare se a cura adolescentium nel Dig. IV, 14, 11, 2. Cosi avviene nel latino del secolo VII: p.e. nella lex Romania Rhaetico Curiensis, XIII, 2: si forsitan homines potentes voluerint excusare, dove è reso con excusare il termine relevare del Teodosiano. In quella legge l'imperatore prevedeva il caso d'impiegati fiscali corrotti che sollevassero uomini potenti da certi aggravi, riversandoli su poveri e stabiliva che costoro dovessero essere protetti.

5 Di questo celebre documento diedi una edizione a nel mio volume: Storia del diritto italiano: le fonti, 3a edizione, Milano, 1947, p. 233Google Scholar. Fu pure edito di Venezia anteriori al mille, Padova, s.a., doc. no. 40: L'apografo, probabilmente tratto dall'Porigina perduto, sta nel Codice Trevisaneo, nella Biblioteca Marciana di Venezia, cod. lat. X, 181. La prima edizione è dell'Ughelli-Coleti, , Italia Sacra, V, 1907Google Scholar.

6 Lazzarini, V., Excusati del dogado Veneziano (Atit dell'Istituto Veneto di Scienze, lettere ed arti, cv, ottobre 1947), Venezia 1948Google Scholar.

6bis Cornelius, F., Ecclesiae Venetae, ix (Venezia, 1749), p. 376Google Scholar.

7 Cessi, R., Venezia ducale, i, Venezia, 1940, p. 275Google Scholar. Gli abitanti dell'estuario veneto avevano accolto questo titolo dal vicino territorio del Regno d'ltalia.

8 Questi passi erano già stati citati da Pertile, , Storia del Diritto ItalianoP, i, p. 202Google Scholar, n. 58. I passi sono in M.G.H., Capitularia, ed. Boretius-Krause, i, 319; ii, 94.

9 Besta, E., ‘II diritto consuetudinario di Bari e la sua genesi,‘ Rivista It. per le scienze giuridiche, xxxvi, 1903, p. 42Google Scholar.

10 Lizier, A., L'economia rurale dell'età prenormanna nell'Italia meridionale, Palermo, 1907, p. 65Google Scholar n. 2 e 66 n. l. 18a. citò il documento del 999 del quale si parla nel testo, ma sbagliò la citazione, dato che il passo da lui riportato non si trova nel documento.

11 Il diploma di Carlo Magno è conservato dal Cronicon Volturnense. Lizier lo conobbe soltanto dalla edizione del Muratori. Esso oltre che nella nuova edizione di Federici, si trova nei M.G.H. Dipl. Karoliniorum, i, n. 157.

12 Si vedano così le esenzioni dalla senatoria functio accordata dal Codice Teodosiano VI, 2, 18 e 24, 6–11 ai domeslici e protectores della corte imperiale e così quelle per i metati nello stesso codice. Quanto ai derivati da un verbo ἐξκονσατικῖον, essi erano entrati nel linguagg greco dei testi bizantini giuridici; si vedano ad esempio, i Basilici 1, VII, 5, 9.

13 Non si può escludere che per gli excusati del documento greco del 1054 il tributo al monastero fosse un favore fatto a questo dall'autorità imperiale che permetteva agli escusati di entrare nella immunità ecclesiastica, purchè pagassero tale tributo all'ente immunitario. Non mi soffermo sull'excusaticum che si trova ricordato nell'indice dei patti fra il principe Sicardo e il duca di Napoli perchè è accolta generalmente l'opinione che vi si deve leggere escaticum. Vedi Cassandro, G. I., ‘La Liburia e i suoi “tertiatores,”’ Arch. Stor. Nap., lxv, 1940, p. 262Google Scholar.