Published online by Cambridge University Press: 09 August 2013
1 Roma, Museo di Villa Giulia, inv. 7366. CIE 8023; Giacomelli, G., La lingua falisca, Firenze 1963 (poi citato Giac.), p.57Google Scholar; P. Moscati, in Studi Etruschi LI, 1983, p.87, n.186.
2 TLE 73; REE 1985, 47Google Scholar.
3 J. Heurgon, in Studi Etruschi LI, 1983, p.615 ss.
4 Rix, H., Das etruskische Cognomen, Wiesbaden 1963, p.235 nota 148Google Scholar.
5 L'interpretazione ‘sabina’ proposta da Torelli, M. ad Moretti, A. M. Sgubini (in Nuove scoperte e acquisizioni nell'Etruria meridionale, Roma 1975, p.146 s.Google Scholar) è stata respinta da Colonna, G. (REE 1976, 64)Google Scholar, che ha riportato rettamente il testo nell'alveo etrusco.
6 Cavies huzecena da Caere (IV secolo a.C.: REE 1978, 102Google Scholar); mi cavias di ignota provenienza, ma certamente meridionale (V–IV secolo a.C.: REE 1979, 33Google Scholar). Per la documentazione falisca di Cauio: Hirata, R., L'onomastica falisca e i suoi rapporti con la latina e l'etrusca, Firenze 1967 (poi citato Hirata), p.43Google Scholar.
7 A. De Santis, in Studi Etruschi LI, 1983, p.242 s.
8 CIE 8001. Proviene dalla tomba LI della necropoli di Montarano (Villa Giulia, inv. 3519–20). Per il rinvenimento: Cozza, A., Pasqui, A., Carta archeologica d'Italia (1881–1897), Materiali per l'Agro falisco, Firenze 1981 (poi citato Cozza-Pasqui), p.85 ssGoogle Scholar. Sul testo, finora non valorizzato per quanto concerne la sua alta cronologia, cfr. E. Peruzzi, in Maia, 16, 1964, p. 164 (che confronta con etr. itun, ituna) e Giacomelli, R., Problemi di storia linguistica del latino dialettale, I, Ricerche falische, Firenze 1978, p.78 ssGoogle Scholar. (per nulla convincente quanto al valore ‘pecunia’ di eitam).
9 Come avviene in un'iscrizione su una kotyle di bucchero da Caere: M. Cristofani, in Studi Etruschi LIII, 1985, p.107 ss.
10 La direzione destrorsa della scrittura è nota in un gruppo di dediche da Portonaccio (NS 1930, pp.306–310; 318 n.40; nell'iscrizione a p.317 n.39 coesistono le due direzioni; M. Pallottino, in Studi Etruschi XIII, 1939, pp.460 n.5, 464 n.12, 465 n.13). Il sistema di notazione delle sibilanti prevede l'uso del segno a croce; in due casi (NS 1930, p.310 n.15; Pallottino, art. cit., p.459 n.4) occorre anche con il sigma a tre tratti. Il sigma a quattro tratti è più raro: cfr. CII 2561 = Higgins, R. A., Catalogue of Terracottas in the Department of Greek and Roman Antiquities, British Museum, II, London 1959, p.49 s.Google Scholar, n.1683, tav.34 e NS 1930, p.310, n.16.
11 CIE 8079; Giac. n.1; E. Peruzzi, in Maia, 16, 1964, p. 149 ss.; Giacomelli, G., in Popoli e civiltà dell'Italia antica, 6, Roma 1978, p.525 s.Google Scholar, n.1.
12 M. Cristofani, in Prospettiva 42, 1985, p.6 s.
13 M. Cristofani in REE 1986, n.19 (in Studi Etruschi LIV, 1986, in stampa).
14 Si tratta di una fuseruola sulla quale è inciso un testo conosciuto solo attraverso la tradizione manoscritta (G. Buonamici, in Studi Etruschi 14, 1940, p.377 ss.), la cui trascrizione non è comunque soddisfacente (Giac. n.LIII; TLE 33). Graficamente l'iscrizione sembra arcaica (forma del my e del sigma retrogrado): poiché l'oggetto è tipicamente femminile, il testo andrebbe ricostruito mi stas (??) larz[ia?] velenas.
15 Come da velianas ∣ veliiunas (Pyrgi, inizi del V sec. a.C: ThLE I s.vv.) discende il recente velina (ThLE I, s.vv. derivate).
16 A Civita Castellana, dove il nome è più diffuso, conosciamo le trascrizioni θanacuil (CIE 8168), tanncuil (CIE 8198 = S. Renzetti Marra, in Studi Etruschi XLII, 1974, pp.355 n.1, 356 s.).
17 Cfr. de Simone, C., Die griechischen Entlehnungen im Etruskischen, II, Wiesbaden 1970, pp. 178–179Google Scholar.
18 de Simone, C., in Gli Etruschi e Roma, Roma 1981, p.96Google Scholar.
19 Rix, H., in Cristofani, M. (ed.), Gli Etruschi. Una nuova immagine, Firenze 1984, p.220Google Scholar ritiene che la lettera noti una dentale palatalizzata e che la sua realizzazione con z indichi una pronuncia di [t′] come dentale affricata [ts] nell'etrusco parlato a Roma.
20 La documentazione, tutta di Corchiano, presenta Aruz con il conseguente genitivo Aruto (CIE 8392; cfr. anche CIE 8388) e Aronto (CIE 8387). Arute è documentato in CIE 8384. Il genitivo Lartios (CIE 8387), sempre di Corchiano, fa presumere all'origine Lar(i)z* analogamente a Aruz; il suo esito, a Rignano Flaminio, è Larise (cfr. nota 42), come Arute rispetto a Aruz.
21 Da ultima Baglione, M. P., in Il Tevere e le altre vie d'acqua del Lazio antico, Roma 1986, p.128 s.Google Scholar, dove si osservano ‘sostanziali uniformità nella documentazione archeologica’ di Veio e di Narce.
22 Alla raccolta della Giacomelli vanno aggiunte le iscrizioni da Civitella San Paolo, in area capenate (M. Torelli, in Studi Etruschi XXXIV, 1966, p.535 ss.). Sulla particolare situazione di Narce per quanto concerne le iscrizioni si vedano anche le osservazioni della Giacomelli (p.22, nota) e di Potter, T. W., in A Faliscan Town in South Etruria, Excavations at Narce 1966–1971, London 1976, p.9Google Scholar.
23 J. B. Ward Perkins, A. Kahane, L. Murray Threipland, in Papers of the British School at Rome, 36, 1968, pp.1–218.
24 M. Cristofani, in Studi Etruschi, XLV, 1977, p.196, n.13.
25 Hirata, p.33.
26 La formula onomastica di CIE 8387 è variamente risolta: discussione in Hirata, p.41. Utilizzando anche la punteggiatura, mi sembra che essa ricorra anche nell'iscrizione Giac. 67, se va sciolta Ca(uia) Uipi Leueli filea.
27 Peruzzi, E., Etruschi a Corchiano, in La parola del passato, 9, 1964, pp. 227–232Google Scholar.
28 Cozza-Pasqui, p.303: le deposizioni, stando alla breve descrizione del corredo, dovrebbero succedersi dal 300 a.C. in poi.
29 Diversamente Hirata, p.59.
30 Così Hirata, p.62.
31 La CII 88, che riporta il gentilizio maschile le(i)ves, è considerata falsa da Gasperini, L., in Amorelli, M. T. Falconi, I materiali archeologici preromani del Museo Oliveriano di Pesaro, Roma 1982, p.171Google Scholar.
32 Cozza-Pasqui, p.264 s.
33 Hirata, p.44.
34 La letteratura precedente non tiene conto della funzione del suffisso -te (per tutti Hirata, p.86).
35 Giac. nn.62–63, con lett.prec.; Moscati, P., in AA. VV., Strade degli Etruschi, Milano 1986, pp.95, 127–131Google Scholar, figg.96–97.
36 Il ‘corpus’ di tali iscrizioni in etrusco è costituito dalle tracce di un testo inciso in una tagliata presso Sovana (Bandinelli, R. Bianchi, Sovana, Firenze 1929, p.30Google Scholar: [–––]nia[–––]), in una serie incisa in una via cava compresa nella strada Vulci-Castro (Cl. De Ruyt, in Studi Etruschi, 45, 1977, p.288 ss.: le meglio leggibili sono la n.18 (sinistrorsa): [–––]uzunies, la n.21: uvie sasnạ, la n.22: arnθ tinθur vespu), in due comprese nei ‘cavoni’ della Via Clodia, presso Norchia (una etrusca, CIE 5878: cleiina; l'altra latina, CIL XI 3342Google Scholar, A. Gargana, in Monumenti Antichi Lincei XXXIII, 1931, c.321, tav.II, Colonna, G., in Norchia I, Roma 1978, p.103Google Scholar: C. Clodius∣ Thalpius∣s.p.XXXX–––).
37 G. Colonna, in Studi Etruschi 41, 1973, p.349, n.152.
38 Peruzzi, E., La lamina dei cuochi falischi, in Atti e Memorie Accademia Colombaria, XXXI, 1966, p.152ssGoogle Scholar.
39 Il testo dell'iscrizione nelle versioni tradite da CIL XI 3161Google Scholar, e add., CIE 8333, si basa su codici manoscritti; quello di Giac. p.69 n.62 I su autopsia, da me ricontrollata i ben visibile in Moscati, art. cit. a nota 35, 1. cit.
40 Manca nelle attestazioni raccolte da Rix, op. cit. a nota 4.
41 La lettura ortecesẹ (Giac. n.142; Hirata, p.65) non è convincente.
42 CIE 8439–8440; Giac. n.53; Hirata p.88; Peruzzi, , art. cit. a nota 27, p.227Google Scholar. Il gentilizio è formalmente etruscizzante, ma non è attestato in etrusco: è forse costosa l'ipotesi di una sua derivazione dal nome individuale viku (ThLE I, s.v.), da cui vicuna*, vicna* e poi, nella forma attestata a Rignano, vicina*, con i anaptittico.
43 G. Colonna, in Studi Etruschi XLI, 1973, p.50 ss.; Baglione, M. P., Il territorio di Bomarzo, Roma 1976, p.69 s.Google Scholar; Nardi, G., Le antichità di Orte, Roma 1980, p.301 sGoogle Scholar.
44 M. Cristofani, in Studi Etruschi XXXIV, 1966, pp.346–350; G. Colonna, in Annali Fondazione Faina, II, 1985, p.113; Cristofani, M., in Artigianato artistico in Etruria, Milano 1985, p.27Google Scholar; REE 1986, n.37 (in Studi Etruschi LIV, 1986, in stampa).