The aim of this article is to offer introductory theoretical arguments in order to research the role that urban ludic spaces play in post-migrants' everyday processes of situated learning. I discuss how situated learning processes are embedded in everyday webs of relationships, with special reference to spatial construction of intersectionality within power laden spaces affecting the way in which communities of practice develop in urban areas. I draw on results from a previous research carried out in diverse neighbourhoods of central and north-east Italian cities as an example of the way in which public playgrounds could be laden by power and could in this way affect the opportunities to share everyday practices and to build up a community of practices in non-formal and informal learning environments.

Obiettivo di questo testo è proporre alcune riflessioni teoriche propedeutiche allo studio del ruolo svolto dagli spazi ludici urbani in processi quotidiani di apprendimento situato nei quali siano coinvolti soggetti post-migranti.

A tal fine viene dapprima suggerito come tali processi situati di apprendimento siano profondamente radicati in reti di relazioni quotidiane; ci si sofferma, in particolare, su come forme di ‘intersezionalità’ spazialmente costruite entro specifici ‘spazi carichi di potere’ – vengano ad influire sulle modalità con cui – entro i contesti urbani – possono svilupparsi forme diverse di ‘comunità di pratica’.

Successivamente, i risultati di una precedente ricerca condotta dall'autore nei quartieri eterogenei di alcune città dell'Italia Centrale e del Nord-Est vengono richiamati come esempi concreti delle modalità con cui gli spazi da gioco pubblici possono essere orientati da specifiche relazioni di potere, influenzando in tal modo le possibilità concrete di condividere quotidianamente le pratiche ludiche e di costruire quindi – a partire dal gioco e dallo sport – forme diverse di comunità di pratica in contesti educativi non-formali e informali.