No CrossRef data available.
Published online by Cambridge University Press: 19 October 2023
This essay analyses Salvemini's major works on Fascism, namely The Fascist Dictatorship in Italy (1927), Mussolini Diplomate (1932) and Under the Axe of Fascism (1936). The focus of this analysis is twofold: to explore both Salvemini's methodology and the events leading to the publication of these works. In The Fascist Dictatorship in Italy, Salvemini examines the origins and the rise of Mussolini's movement, highlighting the complicity of the monarchy, the army, and industrial magnates. In Mussolini Diplomate, he analyses Fascist foreign policy from 1922 to 1932, in which Salvemini is unable to identify a consistent strategy, but only a propagandistic approach aiming to foster diplomatic relations. In Under the Axe of Fascism, Salvemini dissects Fascist economics, debunking the idea that the corporate state was an original and equitable compromise in the conflict between capital and labour, as was being portrayed abroad. An analysis of these three volumes brings into focus some noteworthy aspects of Salvemini's so-called ‘historiographical workshop’, which have hitherto been overlooked by historians (such as his adept use of sources and his endeavour to combine social sciences and economics), as well as underscoring his ability to forge cultural and intellectual networks, an essential element for undertaking such a complex task.
Il saggio analizza il metodo di lavoro e le vicende editoriali delle più organiche opere di Salvemini sul fascismo: The Fascist dictatorship in Italy (1927), Mussolini Diplomate (1932) e Under the Axe of Fascism (1936). Nella prima lo storico si sofferma sulle origini e l'affermazione del movimento mussoliniano, mettendo in evidenza le complicità che Mussolini aveva trovato nella monarchia, nell'esercito e nella grande industria. Nella seconda, Salvemini analizza la politica estera fascista del decennio 1922-32, sottolineando la mancanza di un preciso piano di politica estera del regime, ma solo modalità di approccio propagandistiche e strumentali nelle relazioni diplomatiche. Nella terza, lo storico si concentra sull'economia fascista, demolendo lo stato corporativo spacciato all'estero come una originale ed equa composizione del conflitto tra capitale e lavoro. L'indagine su questi tre volumi permette di mettere a fuoco sia alcuni tratti propri del cantiere storiografico di Salvemini non pienamente indagati (sull'uso delle fonti e in riferimento al suo approccio alle scienze sociologiche ed economiche), così come la capacità di calarsi in particolari reti culturali e intellettuali che sono per lui di fondamentale importanza per il suo lavoro.