Published online by Cambridge University Press: 28 February 2023
On 12 November 1989, three days after the fall of the Berlin Wall, Achille Occhetto, the Secretary of the Italian Communist Party (PCI), announced that the Party needed to transform itself, implicitly including changing its name. His announcement launched a 15-month-long process that culminated in the dissolution of the PCI and the rise of a new political organisation, which became a member of the Socialist International. Drawing on the individual and collective memories of former Turinese PCI officials, this essay examines the complex, tortuous abandonment of the communist reference and the disintegration of the political community surrounding the Party. Because of their highly varied reactions, the dissolution of the PCI caused fragmentation of the subsequent careers and paths of former Party ‘comrades’. To this day, the 1989 turning point continues to inspire highly diverse memories among former Italian communists.
Il 12 novembre 1989, tre giorni dopo la caduta del Muro di Berlino, Achille Occhetto, il Segretario del Partito comunista italiano (PCI), afferma la necessità per il partito di avviare una profonda trasformazione, che include l'idea di un cambio del nome. È l'inizio di un processo che dura quindici mesi e che conduce allo scioglimento del PCI e alla nascita di una nuova formazione politica, che aderisce all'Internazionale socialista. L'articolo, che adotta il punto di vista della memoria individuale e collettiva, si propone di analizzare il complicato e tortuoso abbandono del riferimento comunista e la spaccatura della comunità formata dal PCI. Suscitando reazioni agli antipodi in seno al partito, la trasformazione del PCI provocò una frammentazione dei percorsi politici dei ‘compagni’, uniti – fino o quel momento – sotto lo stesso simbolo. Ancora oggi, la decisione dell’89 suscita interpretazioni difformi nella memoria degli ex comunisti italiani.