Published online by Cambridge University Press: 29 July 2016
In 2011, Edoardo Nesi – a former industrialist in the Prato textile district – won the most prestigious Italian literary prize for his autobiographical novel Storia della mia gente, a book centered on the contrast between Prato’s past industrial success and present decline. Nesi has since become a regular contributor to Corriere della Sera, among other newspapers, and with his following book, Le nostre vite senza ieri, he has further emphasised his role as a public intellectual. In Nesi’s view, Italy’s participation in the global economy has exposed Italian manufacturers to a level of competition that they were not ready to meet. This disadvantage, Nesi contends, was exacerbated by the adoption of the euro, which put an end to the former practice of using monetary policy to offset trade deficits. As a result, many firms lost market shares, and the Prato textile district ended up being largely taken over by Chinese businesses. This paper criticises Nesi’s account of the Italian industrial decline. In particular, it argues that his sympathetic view of the former political-industrial system is mostly an expression of self-complacency and does not positively contribute to the current debates on the Italian economic crisis.
Nel 2011, Edoardo Nesi, un ex industriale del distretto tessile pratese, ha conseguito il più prestigioso premio letterario italiano con il suo romanzo autobiografico Storia della mia gente, un libro incentrato sul contrasto tra il passato successo industriale di Prato e il presente declino. Da allora Nesi è diventato un editorialista del Corriere della sera e altri giornali, e con il suo libro seguente, Le nostre vite senza ieri, ha ulteriormente sottolineato il suo ruolo di intellettuale pubblico. Nella visione di Nesi, la partecipazione dell’Italia all’economia globale ha esposto i produttori italiani a un livello di concorrenza che questi non erano pronti ad affrontare. Tale svantaggio, sostiene Nesi, sarebbe stato aggravato dall’adozione dell’euro, che ha messo fine alla pratica di usare la politica monetaria per compensare i deficit commerciali. Ne è risultato che molte aziende hanno perso quote di mercato e il distretto tessile pratese, in particolare, ha finito per essere in gran parte rilevato da imprese cinesi. Questo saggio critica la versione di Nesi del declino industriale italiano. In particolare, il saggio sostiene che la simpatia di Nesi per il precedente sistema politico-industriale è in gran parte espressione di una compiaciuta autoassoluzione e non contribuisce positivamente agli attuali dibattiti sulla crisi economica italiana.