Article contents
Churches without bells in Fascist Italy
Published online by Cambridge University Press: 31 January 2019
Abstract
This article examines how Fascism’s economic autarky impacted on church construction in the late 1930s. The shortage of copper in Italy due to sanctions imposed by the League of Nations and the ensuing Italian policy of self-sufficiency led to the installation of loudspeakers instead of bells in newly erected churches. The amplified sound of recordings and of tubular bells could be heard from far greater distances than that of traditional bells. Although these technologies disregarded the Catholic Church’s directives on utilising modern technical equipment in liturgy, their use was tolerated because of the economic circumstances. Indeed, some clergy endorsed these sound systems as a means of modernising the Church and as an act of patriotism. The practice, however, risked conflating ecclesiastical and Fascist broadcasts since the use of loudspeakers for political propaganda was widespread. In one case, the Fascist anthem Giovinezza was played regularly from a church belfry: after the war, furious citizens destroyed this audio system. The decision by dioceses as to whether to adopt technological alternatives to bells exposed the conflicting positions within the Church towards both modernity and the Regime.
Italian summary
Questo articolo esamina l’impatto che l’autarchia economica Fascista ebbe sulla costruzione delle chiese nei tardi anni Trenta del secolo scorso. La carenza di rame in Italia dovuta alle sanzioni imposte della Società delle Nazioni, e la conseguente politica italiana di auto-sufficienza, condussero all’installazione di altoparlanti al posto delle campane nelle chiese di recente edificazione. Il suono amplificato di registrazioni su disco e di campane tubolari poteva essere sentito da molto più lontano rispetto a quello emesso dalle usuali campane. Sebbene queste tecnologie violassero le regole della Chiesa Cattolica sull’impiego di dispositivi tecnici moderni in ambito liturgico, il loro utilizzo fu tollerato, a causa della difficile situazione economica. In realtà, alcuni membri del clero approvarono questi sistemi sonori come mezzo per modernizzare la Chiesa e come atto di patriottismo. Questa pratica, comunque, rischiò di creare confusione tra le trasmissioni sonore ecclesiastiche e fasciste, poiché l’utilizzo di altoparlanti per la propaganda politica era molto diffuso. In un caso, l’inno Fascista Giovinezza suonava regolarmente da un campanile della chiesa: dopo la guerra, cittadini furiosi distrussero questo sistema audio. Le decisioni delle Diocesi sull’opportunità di adottare alternative tecnologiche alle campane mise in luce le posizioni conflittuali all’interno della Chiesa nei confronti sia della modernità sia del Regime.
- Type
- Research Articles
- Information
- Copyright
- Copyright © 2019 Association for the Study of Modern Italy
References
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