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Un Santuario di Frontiera, fra Polis E Chora
Published online by Cambridge University Press: 03 March 2015
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Nella campagna di scavi condotta a Cirene tra l'ottobre del 1910 ed il maggio del 1911 la Missione Archeologica Americana diretta da Richard Norton portava alia luce circa tremila statuine fittili, intere o quasi, ed una quantità innumerevole di testine ed altri frammenti.
L'occasione per la scoperta era stata del tutto fortuita. Agli inizi di novembre del 1910 un arabo si era presentato al campo portando un cesto con 765 statuette di terracotta, che erano state scavate nel suo giardino posto alle pendici dell'Acropoli, nella parte nord-occidentale, al livello della Terrazza del Santuario di Apollo (la Myrtousa).
Molte conversazioni e molti caffè consentirono al Norton l'inizio dello scavo, in una striscia piana posta a valle di un gradino roccioso. Nel sito non si rinvennero resti di edifici, ma diverse nicchie rettangolari scavate in alcuni speroni di roccia. Immediatamente davanti a queste vennero trovate le statuette di terracotta: esse formavano uno strato dello spessore di una novantina di centimetri.
- Type
- Greek and Hellenistic Periods
- Information
- Copyright
- Copyright © Society for Libyan Studies 1994
References
Notes
1. Norton, R. e Curtis, C. Densmore, The Excavations at Cyrene: first campaign, 1910–1911, Bull. Arch. Inst. Amer., 2 (1911) 155–157 e 166s., tavv. 64–66Google Scholar.
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4. Il titolo del lavoro è Una stipe votiva di Cirene e problemi di religione cirenaica.
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13. Per questa acconciatura si veda Ferri, S., Sull'acconciatura ‘libica’, Atti del III Congresso di Studi coloniali (Firenze, 1937) 162–168Google Scholar.
14. Per il riconoscimento dell'abbigliamento vd. Fabbricotti (n. 5), 221s.
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19. Inedita.H.cm 87; largh. cm 57; spessore cm 24. Databile probabilmente al primo ellenismo.
20. Pensabene (n. 2), 130s.
21. Vd., ad esempio, la statuetta in calcare n.in. 2955 presentata da Stucchi, S., in Da Batto Aristotele a Ibn el-'As (Rome, 1987) fig. a p. 19Google Scholar ed un esemplare marmoreo inedito conservato nei magazzini.
22. Fabbricotti (n. 5), 221–244.
23. Bacchielli, L., La scultura libya in Cirenaica e la variabilità delle risposte al contatto culturale greco-romano, Quad A Libia 12 (1987) 478Google Scholar; Fabrricotti (n. 5), 231–233.
24. Ed in questo contesto si spiega anche la scultura che raffigura l'ariete, della quale si ha il ricordo nella relazione, citata, del Norton. Per il significato e la diffusione del motivo vd. Bacchielli (n. 23), 477s.
25. Come nel rilievo no.inv. 2540 (Fabricotti (n. 5), 226s); in una piccola scultura in calcare, inedita e conservata nei magazzini del Museo di Cirene (n.inv. 7692; H.cm 23, 5) ed in una terracotta del Louvre (Davesne & Garlan (n. 8), 218; Davesne (n. 8), 203, fig. 5), in cui è raffigurato un personaggio femminile vestito di cappa, che ha in una mano il silfio, nell'altra un piccolo recipiente e sulla schiena un fanciullo di cui sporge la testa dall'orlo del mantello.
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29. L'identificazione è già stata proposta de Bachielli (n. 10).
30. Il riconoscimento del Santuario delle Ninfe Chtonie nel complesso sacro scavato dal Norton è già stato avanzato da Bacchielli (n. 10).
31. Stucchi, S., Architettura cirenaica (Roma, 1975) 381ssGoogle Scholar, collega, invece, il passo di Apollonio Rodio con il Sacello delle Ninfe posto nella Terrazza Superiore della Myrtousa, della quali, però, non è documentato il carattere indigeno. Per la possibilità che, all'interno del processo sincretistico operato dalla cultura greca, in una di queste Nymphai Chtoniai si sia identificata Panakeia vd. C. Parisi Presicce, Panakeia, latros e le altre divinità asclepiadi a Cirene, in Mastino, A., L Africa Romana. Atti del IX Convegno di studio, Nuoro13–15 dicembre 1991, (Sassari, 1992) 163Google Scholar e soprattutto L'iconografia di Panakeia a Cirene, in questo volume (pp. 85–100).
32. Cfr. per la distinzione e la personificazione di Libya Catani, E., Per un'iconografia di Libya in età romana, Quad A Libia 12 (1987) 385–400Google Scholar.
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34. Catani (n. 32), 386.
35. Questa funzione è stata ben evidenziata nella tesi della dott.ssa Lazari.
36. Fabbricotti (n. 5), 237s.
37. Per elementi di raffronto vd., ad esempio, le varianti del tipo Chiaromonti, Giustini, Eleusi in Holtzmann, B., in LIMC II, 1986Google Scholar, s.v. Asklepios, p. 877ss (con bibliografia precedente) e Paribeni, E., Catalogo delle sculture di Cirene (Roma, 1959) 85, n. 210Google Scholar. A favore di questa identificazione si potrebbe ricordare una statuetta fittile del gruppo rinvenuto ad Apollonia, che sembra caratterizzata dalla presenza del serpente (Davesne-Garlan (n. 8), 216, n. 36, tav. LXXII).
38. Cf. il rilievo votivo del Museo Nazionale di Atene n. 2958 ed altre repliche del tipo Este (Holtzmann (n. 37), 866ss.) e Paribeni (n. 37), 83, n. 202.
39. Fabbricotti (n. 5), 238s.
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41. Per le statuine fittili con il mantello raccolto sull'avambraccio sinistra vd., ad esempio, le raffigurazioni di Asclepio in Holtzmann (n. 37), 877ss., nn. 118, 146, 148.
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47. Holtzmann (n. 37) 872 e 883, nn. 57 e 248. Nel rilievo ateniese la rappresentazione dell'altro figlio di Asclepio potrebbe ricordare il personaggio maschile interamente nudo posto all'estremità destra del rilievo di Cirene n. 2548 (cfr. Fabbricotti (n. 5), 226s).
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50. Schol. Aristoph., Eq., 894.
51. Aristot., fr. 511 Rose, ap. Schol. ad Theocrit., V, 53; Suidas, s.v. σίλϕιον.
52. Su Apollo Paian crf. Viali, op cit., p. 127s. e Parisi Presicce (n. 31), 164.
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- Cited by