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STRUTTURE E FUNZIONI DEI SINDACATI

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

Uno dei fenomeni piú caratteristici della vita delle società industriali avanzate è l'accresciuta importanza del com portamento politico delle organizzazioni sindacali. Ma ne possediamo una conoscenza assai scarsa. La maggior parte delle analisi finora condotte sono di natura giuridica ed economica. In sede di scienza politica i sindacati sono stati analizzati dagli studiosi neo-pluralisti, preoccupati piú di dimostrare la validità del concetto di gruppo come concetto base della politica, che non di studiare i singoli gruppi. Noi ci proponiamo invece di esaminare i problemi che si pongono a chi voglia analizzare le organizzazioni sindacali dall'interno, con particolare riguardo alla loro fisionomia e alla natura del loro processo politico.

Type
Saggi
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References

1. Tra le eccezioni ricordiamo, per quanto riguarda i sindacati europei, van de Vall, M., Labor Organisations, Cambridge, Cambridge University Press, 1970, e per l'Italia, Pizzorno, A., Sull'azione politica dei sindacati, in ≪ Problemi del socialismo ≫, XII (1970), pp. 867895.Google Scholar

2. Tra i molti studiosi neo-pluralisti coloro che perseguono questo obiettivo con maggior rigore sono: Bentley, A., The Process of Government: A Study in Social Pressures, Chicago, University of Chicago Press, 1908, e Truman, D., The Governmental Process: Political Interests and Public Opinion, New York, Knopf, 1951.Google Scholar

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7. Non si vogliono esaurire qui tutti i possibili significati che il termine funzione assume all'interno delle scienze sociali. Vedi, per tutti, Merton, R., Social Theory and Social Structure, Glencoe, Free Press, 1957, trad. it. Teoria e struttura sociale, Bologna, Il Mulino, 1959, pp. 29118. Per una analisi epistemologica piú generale dei punti di forza e di debolezza del funzionalismo, vedi Hempel, C., The Logic of Functional Explanation , in Hempel, C., (ed.), Aspects of Scientific Explanation, New York, Free Press, 1965.Google Scholar

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9. La presenza di strutture multifunzionali è uno dei problemi principali della scienza politica contemporanea. Vedi per tutti Almond, G. e Powell, G., Comparative Politics: a Developmental Approach, Boston, Little Brown and Company, 1966, trad. it. Politica comparata, Bologna, Il Mulino, 1970.Google Scholar

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12. Il criterio numerico è adottato come criterio di classificazione da tutti o quasi gli studiosi del sistema partitico, anche se spesso le conclusioni non coincidono. Vedi ad esempio Duverger, M., Les partis politiques, Paris, Colin, 1958, trad. it. I partiti politici, Milano, Comunità, 1961, e Sartori, G., Tipologia dei sistemi di partito, in ≪ Quaderni di Sociologia ≫, XVII (1968), pp. 187217.Google Scholar

13. ≪ Consigli di Fabbrica ≫ e ≪ Commissioni Interne ≫ in Italia, ≪ Comité d'Entreprise ≫ in Francia, ≪ Betrichsrat Wirtschaftausschufß ≫ in Germania, ≪ Joint Shop-Stewards Committee ≫ in Inghilterra, ≪ Conseil d'Entreprise ≫ in Belgio. Per quanto le denominazioni di questi comitati siano diverse, essi hanno molte funzioni in comune, una delle quali è appunto la rappresentanza degli operai occupati.Google Scholar

14. Secondo la legge 22.2.1949 i delegati del personale, eletti dagli occupati di ogni stabilimento, sono i componenti dei vari Comité d'Entreprise.Google Scholar

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17. Ad esempio la National Union of Railwaymen, in Inghilterra, organizza soltanto i ferrovieri. In questo caso, quindi, l'indice di rilevanza va ricavato dai rapporti tra operai occupati o sindacalizzati nel settore ferroviario e iscritti alla NUR.Google Scholar

18. Vedi ad esempio Nettl, J., Political Mobilisation, London, Faber and Faber, 1967.Google Scholar

19. Cfr. ≪ The Observer ≫, 30 aprile 1972.Google Scholar

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21. Cfr. Harrison, A, Trade Unions and the Labour Party since 1945, London, Allen & Unwin, 1960.Google Scholar

22. Il sostegno di un'organizzazione sindacale poi rappresenta la possibilità di soppravvivere per alcune delle correnti che agiscono all'interno di un partito politico quando sono tagliate fuori dai benefici che il controllo del partito assicura. Su questo punto vedi: Ozbudun, O., Party Cohesion in Western Democracies: A Causal Analysis, Comparative Politics Series, Beverly Hills, Sage Publications, 1970, no. 01006, p. 32; Barnes, S., Party Democracy, Politics in an Italian Socialist Federation, New Haven, Yale University Press, 1967, pp. 214–233; Zincone, G., Accesso autonomo alle risorse, in ≪ Rivista Italiana di Scienza Politica ≫, II (1972), n. 1, pp. 139160.Google Scholar

23. Sartori, G., Tipologia dei sistemi di partito, cit., p. 191.Google Scholar

24. Questo approccio viene in genere definito come ≪ New Political Economy ≫. Vedi a questo proposito, Curry, R., Wade, L., A Theory of Political Exchange, Englewood Cliffs, Prentice Hall, 1968, pp. 73–96; Mitchell, W. C., The Shape of Political Theory to Come: from Political Sociology to Political Economy , in Lipset, S. M., (ed.), Politics and the Social Sciences, New York, Oxford University Press, 1969; e Pasquino, G. nella prefazione alla edizione italiana di Charlesworth, J., Teorie e metodi in scienza politica, cit., pp. 1032.Google Scholar

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29. In presenza di un accordo di closed shop qualsiasi dipendente deve essere iscritto, per poter essere assunto, al sindacato che ha stipulato l'accordo.Google Scholar

30. Questo è esattamente quanto avviene per le aziende in un mercato oligopolistico. Cfr. Chamberlin, E. H., The Theory of Monopolistic Competition, Cambridge, Harvard University Press, 1933, trad. it., Teoria della concorrenza monopolistica, Firenze, La Nuova Italia, 1961, e Robinson, J., Economics of Imperfect Competition, London, Macmillan, 1942.Google Scholar

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33. La NUM (National Union of Mineworkers) è un esempio di sindacato industriale in quanto recluta i propri iscritti solo all'interno degli occupati nel settore minerario.Google Scholar

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37. Per quanto riguarda lo sviluppo di questa tendenza in Italia vedi Romagnoli, U., Contrattazione e partecipazione, Bologna, Il Mulino, 1967; e Brandini, P. Merli, Evoluzione del sistema contrattuale italiano nel dopoguerra, in ≪ Economia e lavoro ≫, 1967, n. 3.Google Scholar

38. Cfr. Flanders, A., The Fawley Productivity Agreements, London, Faber and Faber, 1964.Google Scholar

39. Questo è uno degli argomenti piú discussi nella letteratura sindacale internazionale. Vedi, per l'Italia, Lo sciopero, in ≪ Quaderni di Rassegna Sindacale ≫, n. 25, marzo 1970; per l'Inghilterra, Turner, H., Is Britain Really Strike Prone?, Cambridge, Cambridge University Press, 1968; e per la Francia, Sinay, H., La grève, Paris, Dalloz, 1966.Google Scholar

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42. Fesler, J., Approaches to the Understanding of Decentralisation, cit., p. 9.Google Scholar

43. Sia il decentramento politico che quello burocratico appartengono al tipo piú generale del decentramento funzionale. Il decentramento politico è una forma del decentramento funzionale che si distingue dal decentramento burocratico, pure funzionale, soltanto per l'attribuzione di potere decisionale alle unità decentrate.Google Scholar

44. Per quanto riguarda l'Italia le commissioni interne stanno sempre piú scomparendo, di fronte all'aumento dei consigli di fabbrica che se ne assumono le funzioni principali. Per una discussione su questo argomento vedi Treu, T., Sindacato e rappresentanze aziendali, Bologna, Il Mulino, 1971 e il cap. III e IV sull'organizzazione sindacale nell'impresa in Romagnoli, U. e Mancini, F. (a cura di), Il diritto sindacale, Bologna, 11 Mulino, 1971.Google Scholar

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49. Oltre che da parte dei pensatori classici marxisti questa interpretazione è sostenuta da moltissimi autori recenti. Tra i piú rappresentatativi vedi Kidron, M., Il capitalismo occidentale del dopoguerra, Bari, Laterza, 1969; Blackburn, R. e Cockburn, R., Trade Union Militancy and the Consensus, Harmondsworth, Penguin Books, 1967; Cella, G., Manghi, P. e Pasini, R., La concezione sindacale della CGIL, un sindacato per la classe, Roma, ACLI, Ricerche, 1968.Google Scholar

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51. Ibidem, p. 113.Google Scholar

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55. Un risultato pratico di questa convinzione è stata l'istituzione, all'interno delle aziende, di figure che avrebbero dovuto favorire i rapporti tra direzione ed occupati, quali, ad esempio, il capo del personale.Google Scholar

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60. Questo è il problema del giorno del sindacalismo europeo e di quello italiano in particolare. Tra le numerose opere le piú rappresentative sono: Treu, T., Sindacato e rappresentanze aziendali, cit.; Garavini, S., Le nuove strutture democratiche in fabbrica, in ≪ Problemi del socialismo ≫, gennaio-febbraio 1970; Romagnoli, U., Temi e problemi di relazioni industriali, in ≪ Il Mulino ≫, XVIII (1969) 1239–1757; Panozzo, G., Delegati e sindacato, in ≪ Il Manifesto ≫, n. 6, giugno 1970; Masucci, C., Delegati di reparto e rinnovamento sindacale, in ≪ Economia e Lavoro ≫, gennaio-febbraio 1970; Aglieta, E., Bianchi, G. e Brandini, P. Merli, I delegati operai, Roma, COINES, 1970.Google Scholar

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