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MUTAMENTI SOCIO-ECONOMICI, ELITES E DECADENZA POLITICA: IL CASO ARGENTINO

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

La vasta e diseguale letteratura sulla modernizzazione e sullo sviluppo politico è ricca di ipotesi che, seppur formulate talora in maniera inadeguata, meritano di essere prese in considerazione e verificate. Rare, infatti, sono state a tutt'oggi le verifiche intenzionali e deliberate di alcune delle ipotesi piú influenti, e spesso questi tentativi non sono stati effettuati, come dovrebbero, in chiave diacronica. E non è difficile comprendere il motivo fondamentale di questa riluttanza: l'enorme difficoltà nel potere attribuire con sicurezza certi mutamenti a cause ben individuate e l'impossibilità di ricorrere alla clausola coeteris paribus, cioè di tenere ferma tutta una serie di fattori per analizzare l'incidenza di pochi fattori scelti. Tuttavia, nonostante la loro difficoltà intrinseca, le verifiche in chiave diacronica restano, unitamente alle analisi comparate, uno dei pochi modi a disposizione del politologo per falsificare o raffinare le sue ipotesi.

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Ricerche
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References

1 Sui problemi di carattere generale cfr. Germani, G., Sociologia della modernizzazione. L'esperienza dell'America Latina , Bari, Laterza, 1971; e, in prospettiva di scienza politica, mi si consenta di rinviare a Pasquino, G., Modernizzazione e sviluppo politico, Bologna, Il Mulino, 1970.Google Scholar
2 Entrambe le ipotesi sono formulate in maniera sostanzialmente simile da Huntington, S. P., Political Order in Changing Societies , New Haven, Yale University Press, 1968; e, in forma che ne permette una verifica in chiave quantitativa, da Deutsch, K. W., Social Mobilization and Political Development, in ≪ American Political Science Review ≫, LV (1961), pp. 493–514, tr. it. parziale in Antologia di scienza politica, a cura di G. Sartori, Bologna, Il Mulino, 1970, pp. 461–474, ma si ritrovano in moltissimi altri autori da Lipset a Coleman da Dahl a Germani.Google Scholar
3 Anche questa terza ipotesi si ritrova in Huntington, , op. cit., ma anche in altri autori della scuola ≪ neo-istituzionalista ≫. Si vedano, ad esempio, i due articoli di Cutright, P. W., National Political Development: Measurement and Analysis , in ≪ American Sociological Review ≫, XXVII (1963), pp. 253264, e National Political Development. Its Measurement and Social Correlates , in Polsby, N. W., Dentler, R. A. e Smith, P. A., (eds.), Politics and Social Life, Boston, Houghton Mifflin, 1963, pp. 569–582. Una prima verifica congiunta delle ipotesi di Huntington e di Deutsch, non priva di interesse ai nostri fini, anche se limitata al Libano, è stata effettuata da Hudson, M. C., A Case of Political Underdevelopment, in ≪ Journal of Politics ≫, XXIX (1967), pp. 821–837. Una acuta discussione critica di molti dei concetti elaborati e proposti dagli autori citati e che approda ad alcune indicazioni per la costruzione di un modello di dipendenza si trova in Bodenheimer, S. J., The Ideology of Developmentalism: The American Paradigm-Surrogate for Latin American Studies, in ≪ Sage Professional Papers in Comparative Politics ≫, II (1971), no. 01–015.Google Scholar
4 Germani, G., Politica y sociedad en una epoca de transitiòn , Buenos Aires, Editorial Universitaria, 1962.Google Scholar
5 Sul problema della crisi di partecipazione si veda Sartori, G., Political Development and Political Engineering , in Hirschman, A. O. e Montgomery, J. D., (eds.), Public Policy , Cambridge Mass., Harvard University Press, 1968, vol. XVII, pp. 261298, mentre è generico e deludente il capitolo di Weiner, M., Political Participation: Crisis of the Political Process , in Binder, L., Coleman, J. S., LaPalombara, J., Pye, L., Verba, S. e Weiner, M., Crises and Sequences in Political Development, Princeton, Princeton University Press, 1971, pp. 159–204. Per un'applicazione della prospettiva delle crisi ai casi argentino e brasiliano si veda Panebianco, A., Le crisi della modernizzazione, Napoli, Guida, 1973. L'accettazione dei modelli di comportamento dell'élite è documentata in particolare da Smith, P. H., Politics and Beef in Argentina. Patterns of Conflict and Change, New York and London, Columbia University Press, 1969.Google Scholar
6 de Imaz, J. L., Los que mandan , Buenos Aires, Editorial Universitaria, 1964 (tutte le citazioni che seguono sono tratte dalla traduzione americana con lo stesso titolo New York, State University of New York Press, 1970).Google Scholar
7 La comparazione è stata effettuata da Cantòn, D., El Parlamento argentino en epocas de cambio: 1890, 1916 y 1946 , Buenos Aires, Editorial del Instituto Torcuato di Tella, 1964.Google Scholar
8 Deutsch, K. W., Social Mobilization and Political Development , tr. it. cit., e, per l'utile concetto di smobilitazione, cfr. anche Germani, G., Sociologia della modernizzazione, cit., cap. V.Google Scholar
9 Cornblit, O., European Immigrants in Argentine Industry and Politics , in Veliz, C., (ed.). The Politics of Conformity in Latin America , London, Oxford University Press, 1967, p. 233. Su questo tema si veda anche lo stimolante articolo di Moran, T. H., The ≪ Developmentof Argentina and Australia: The Radical Party of Argentina and the Labor Party of Australia in the Process of Economic and Political Development, in ≪ Comparative Politics ≫, III (1970), pp. 71–92.Google Scholar
10 Su questo e altri problemi del sindacalismo argentino si può consultare Baily, S. L., Labor, Nationalism, and Politics in Argentina , New Brunswick, Rutgers University Press, 1967.Google Scholar
11 Johnson, J. J., The Latin American Military as a Politically Competing Group in a Transitional Society , in Johnson, J. J. (ed.), The Role of the Military in Underdeveloped Countries , Princeton, Princeton University Press, 1962, p. 113.Google Scholar
12 Per un'analisi in questo senso si veda l'ottimo articolo di Abrams, P., The Late Profession of Arms , in ≪ Archives Européennes de Sociologie ≫, VI (1965), pp. 238261, e per la chiarificazione di questa ed altre categorie rilevanti nel contesto latino-americano, cfr. Pasquino, G., Militarismo e professione militare, in ≪Rassegna Italiana di Sociologia ≫, XII (1971), pp. 569–609.Google Scholar
13 Johnson, J. J., The Military and Society in Latin America , Stanford, Stanford University Press, 1964, p. 71.Google Scholar
14 Il tema è sviluppato ampiamente da Cantòn, D., Military Interventions in Argentina: 1900–1966 , in van Doorn, J., (ed.), Military Profession and Military Regimes , The Hague and Paris, Mouton, 1969, pp. 241268, e da Beltràn, V. R., The Army and Structural Changes in 20th Century Argentina , in van Doorn, J. (ed.), Armed Forces and Society, The Hague and Paris, Mouton, 1968, pp. 317–341 (i dati sono citati a p. 322). Le interpretazioni fornite sono contrastanti: per Cantòn l'esercito argentino ha svolto la funzione di mantenimento dello status quo, per Beltràn bisogna distinguere da situazione a situazione e, comunque, non dimenticare il ruolo nefasto svolto dai politici. La prima posizione appare meglio documentata e, alla luce anche dei piú recenti avvenimenti, sostanzialmente piú vicina alla realtà (anche se la nostra analisi non intende affatto liberare i politici da ogni responsabilità, come vedremo).Google Scholar
15 Potash, R. A., The Army and Politics. in Argentina, 1928–1945 , Stanford, Stanford University Press, 1969, pp. 2022. Cfr. anche dello stesso autore Argentina , in McAlister, L. N. et al., The Military in Latin American Sociopolitical Evolution: Four Case Studies, Washington D.C., American Institutes for Research, January 1970, pp. 85–126, che contiene dati anche sull'evoluzione successiva al 1945.Google Scholar
16 de Imaz, J. L., op. cit. , p. 71.Google Scholar
17 Organski, A. F. K., The Stages of Political Development , New York, Knopf, 1965, tr. it. Le forme dello sviluppo politico, Bari, Laterza, 1970, pp. 129–157.Google Scholar
18 Huntington, S. P., Political Order in Changing Societies, cit., p. 194. Un tentativo di verifica rigorosa in chiave quantitativa di alcune delle ipotesi piú diffuse sulle cause dell'intervento dei militari in politica — che fornisce sostegno all'impostazione di Huntington — si trova in Putnam, R. D., Toward Explaining Military Intervention in Latin American Politics , in ≪ World Politics ≫, XX (1967), pp. 83110.Google Scholar
19 A questo proposito è interessante la tesi formulata da Nun, J., A Latin American Phenomenon: The Middle Class Military Coup , in Trends in Social Science Research in Latin American Studies , Berkeley, Institute of International Studies, 1965, pp. 5591, ma non priva di inconvenienti. Le generalizzazioni elaborate dal sociologo argentino, infatti, sembrano aver perso parte della loro validità in seguito agli sviluppi avvenuti nella professionalizzazione del corpo ufficiali di alcuni paesi latino-americani, Brasile e Perú soprattutto.Google Scholar
20 Nel 1916 Yrigoyen nominò ministro della Guerra il dr. Elpidio Gonzales, leader radicale di Cordoba che dette le dimissioni nel 1918 per presentarsi alle elezioni per governatore di quella provincia. Sconfitto, fu nominato capo della polizia da Yrigoyen che aveva provveduto a sostituirlo al ministero della Guerra con il dr. Julio Moreno, capo della polizia di Buenos Aires. Per quel che riguarda l'importanza della polizia federale e di Buenos Aires, basti pensare che i militari cercarono sempre di assicurarsene il controllo e, nel periodo studiato dal de Imaz, vi riuscirono costantemente, con la sola eccezione dell'ultima fase del governo di Peròn. La polizia di Buenos Aires, infatti, era uno dei posti ambiti assegnati ai vincitori delle elezioni e fu spesso oggetto di controversie per la sua natura ≪ politica ≫.Google Scholar
21 Il che non autorizza a pensare che il parlamento finisse poi per svolgere funzioni significative, se è vero che afferma Cantòn, , Military Interventions in Argentina , cit., p. 247 nota 14, e cioè che dal periodo di de Alvear in poi ≪ l'Argentina ebbe poco per volta due parlamenti a cui il presidente indirizzava messaggi annuali sullo stato della nazione: uno eletto dai cittadini, la cui importanza diminuí con il passar del tempo, e l'altro, l'esercito, la cui stella salí presto ≫.Google Scholar
22 Su questo punto Cantòn, , op. cit. , p. 249 nota 19, osserva che sia il movimento del 1930 che quello del 1955 ebbero luogo mentre larghe sezioni dell'esercito rimanevano inattive, ≪ ma l'aspetto che deve essere sottolineato è precisamente la passività che in momenti cruciali impedisce alcune, e non altre, mosse dell'esercito ≫.Google Scholar
23 Potash, R. A., The Army and Politics in Argentina, 1928-1945 , cit., per la miglior analisi storica delle divisioni interne dell'esercito argentino.Google Scholar
24 Diaz Alejandro, C. F., The Argentine State and Economic Growth. A Historical Review , in Ranis, G., (ed.), Government and Economic Development. New Haven and London, Yale University Press, 1971, p. 224.Google Scholar
25 Smith, P. H., op. cit., p. 60, nota che gli inglesi perdettero la loro posizione di predominio in seguito all'offensiva sferrata dalle grandi compagnie nordamericane che, nel 1911, riuscirono ad impadronirsi del 41,35% della produzione rispetto al 40,15% delle compagnie britanniche e al 18,55% delle compagnie argentine. Ma il colpo veramente decisivo venne sferrato nell'ottobre del 1927, quando la quota statunitense passò al 54,9%, quella britannica scese al 35,1% e quella argentina al 10%.Google Scholar
26 Diaz Alejandro, C. F., op. cit. , p. 236. Dati attendibili e molto esaurienti si trovano in Economic Commission for Latin America, Economic Development and Income Distribution in Argentina , New York, United Nations, 1969.Google Scholar
27 L'inquadramento teorico del problema si trova in Tucker, R. C., The Theory of Charismatic Leadership , in ≪ Daedalus ≫, (Summer 1968), pp. 731756.Google Scholar
28 In questa sezione sono debitore di molti spunti all'ottimo articolo di Butler, D. J., Charisma, Migration, and Elite Coalescence: An Interpretation of Peronism , in ≪Comparative Politics ≫, I (1969), pp. 423439.CrossRefGoogle Scholar
29 L'analisi classica delle funzioni delle political machines è quella di Merton, R. K., Social Theory and Social Structure , New York, The Free Press, 1968, tr. it. Teoria e struttura sociale, Bologna, Il Mulino, 1971, vol. I, pp. 205–221. Per una visione critica della loro presunta ≪ funzionalità ≫ cfr. la voce di Gottfried, A., Political Machines, in International Encyclopedia of the Social Sciences, New York, McMillan-Free Press, 1968, vol. 12, pp. 248–252.Google Scholar
30 Sui rapporti fra peronismo e le altre forze sociali si veda la chiara e informata sintesi di Barbé, C., Il peronismo e la crisi argentina , in ≪ Il Mulino ≫, XXI (1972), pp. 439460. In generale, cfr. Lux-Wurm, P., Le Péronisme, Paris, Colin, 1965.Google Scholar
31 Kirkpatrick, J., Leader and Vanguard in Mass Society. A Study of Peronist Argentina , Cambridge Mass., M.I.T. Press, 1971, p. 225. Da questa analisi, condotta nel periodo ottobre-dicembre 1965 per mezzo di 2014 interviste, sono emerse importanti caratteristiche associate al movimento peronista: origine sociale medio-bassa, livello di istruzione inferiore alla media, lavoro manuale, profonda insoddisfazione nei confronti del governo, fortissima identificazione con i sindacati, precise richieste politiche (tasse piú elevate per i grandi complessi industriali, espropriazione e ridistribuzione della terra, forte controllo dei prezzi, controllo dell'industria privata, politica estera neutralistica e soprattutto indipendente dagli Stati Uniti). Ma estremamente significativa per le prospettive di evoluzione del sistema è la conclusione generale: ≪ I peronisti comprendevano una parte del proletariato, vi si identificavano completamente e avanzavano richieste a nome di tutta la classe lavoratrice che esorbitavano dalle richieste dell'intera classe. Essi non solo riflettevano, ma amplificavano le prospettive e le domande delle classi lavoratrici, e le giustificavano con la credenza, tipicamente peronista, della oppressione della classe lavoratrice. Essi mettevano l'accento su e al tempo stesso disapprovavano la distribuzione differenziata dei valori in base alla classe ≫ p. 202. I peronisti, in definitiva, rappresentavano e volevano (per quel che ne sappiamo, vogliono) rappresentare un movimento che si identifichi con le classi subalterne e che si proponga come alternativa all'attuale gestione del potere e all'attuale sistema (sia che si tratti dei radicali o dei militari).Google Scholar
32 Cfr. Sigelman, L., Modernization and the Political System: A Critique and Preliminary Empirical Analysis , in ≪ Sage Professional Papers in Comparative Politics ≫, II (1971), no. 01–016, per una acuta revisione delle impostazioni sociologizzanti del problema della congruenza fra le componenti del sistema sociale e della loro reciproca interdipendenza.Google Scholar
33 Huntington, S. P., Political Development and Political Decay , in ≪ World Politics ≫, XVII (1965), pp. 386430, per la definizione operativa di istituzionalizzazione e per l'individuazione di alcune delle sue componenti. Si veda anche l'applicazione dei modelli di Deutsch e Huntington al caso argentino effettuata con acume da Smith, P. H., Social Mobilization, Political Participation, and the Rise of Juan Peròn, in ≪ Political Science Quarterly ≫, LXXXIV (1969), pp. 30–49.Google Scholar
34 Dahl, R. A., Polyarchy. Participation and Opposition , New Haven and London, Yale University Press, 1971, p. 136.Google Scholar
35 Che questa sia la non facile e non breve strada da percorrere è la conclusione cui giungono anche, in altri contesti, Silva Michelena, J. A., The Illusion of Democracy in Dependent Nations , Cambridge Mass., M.I.T. Press. 1971, vol. III della vasta e approfondita ricerca ≪ The Politics of Change in Venezuela ≫; e Furtado, C., Formacao economica da America Latina, Rio de Janeiro, Lia Editor S.A., 1969, tr. it. L'economia latinoamericana. Dalla conquista iberica alla rivoluzione cubana, Bari, Laterza, 1971, soprattutto pp. 366–367.Google Scholar