Published online by Cambridge University Press: 11 October 2011
An evaluation is currently underway concerning the changes which have taken place in Italy in the twenty years following the reform law. The qualitative and quantitative changes are being analyzed based on a possible shared definition of the processes of deinstitutionalization. This theme is generally the object of misundestandings and cliches. The need for change in clinical and istitutional psychiatry is the indispensable premise for the development of community psychiatry and the growth of a culture of public psychiatry in general. In this framework, an attempt is being made to define the meaning of change through the growth of the active participation of persona affected with mental disorders and their families in treatment, the participation of ordinary citizens, the spread of services in the community and the quantitative increase of the number of personnel involved in public community services. Emblematic of this change is the increase in the number of psychiatrists working in the public sector, from 700 to 7,000, over this twenty year period. The changes which must take place in psychiatric practice must also be emphasized: the heirarchies, the relationships, the search for non-health resources and enhancing the value of operators as subjects outside of their institutional role. The various forms of resistence which have retarded, and continue to retard, the process of change are also considered: the persistence of clinical cultural models, administrative inertia, the defense of acquired privileges by medical and nursing lobbies, the interests of the private, commercial and religious sectors and political manipulation. In any case, the beginning of a process of change which contains all the potential of a real project for prevention is judged positively.
Viene avviato un bilancio sui cambiamenti avvenuti in Italia a 20 anni dalla legge di riforma. I cambiamenti qualitativi e quantitativi sono analizzati cercando in premessa una possibile condivisa definizione dei processi di deistituzionalizzazione. Intorno a questo tema spesso si sono generati fraintendimento e luoghi comuni. La necessità di cambiamento della psichiatria clinica ed istituzionale viene individuata come premessa ineludibile per lo sviluppo della psichiatria territoriale e per la crescita di una cultura di psichiatria pubblica. In questo quadro si cerca di definire il significato del cambiamento, attraverso la crescita del protagonismo delle persone affette da disturbo mentale e dei loro familiari, la partecipazione dei cittadini, la diffusione dei servizi pubblici comunitari. Emblematica la crescita in 20 anni del numero degli psichiatri attivi nel servizio pubblico da circa 700 a più di 7.000 oggi. Si sottolinea. Inoltre, il senso del cambiamento che deve materializzarsi nelle pratiche della psichiatria: le gerarchie, le relazioni, la ricerca di risorse diverse da quelle esclusivamente sanitarie, la valorizzazione degli operatori come soggetti anche al di fuori del loro ruolo istituzionale. Peraltro si prendono in considerazione le resistenze che hanno rallentato e rallentano i processi di cambiamento;: la persistenza di culture cliniche, le inerzie amministrative, la difesa di vantaggi acquisiti dalle lobbies sia mediche che infermieristiche, gli interessi dei settori privati mercantili e religiosi, le strumentalizzazioni politiche. Si valuta, in ogni caso, positivamente l'avvio di un percorso di cambiamento che contiene in sè tutte le potenzialità di un reale progetto di prevenzione.
Relazione tenuta al Primo Convegno internazionale per la salute mentale «Franco Basaglia. La comunita possibile» (Trieste, 20-24 ottobre 1998) e parziahnente pubblicata in «Fogli di Informazione» n. 178, 1998.
1 Relazione tenuta al Primo Convegno internazionale per la salute mentale «Franco Basaglia. La comunita possibile» (Trieste, 20-24 ottobre 1998) e parziahnente pubblicata in «Fogli di Informazione» n. 178, 1998.