Quando si esamina il quadro grafico della scrittura nell' Italia Meridionale dall' VIII al XII secolo e anche agli inizi del sec. XIII, si accetta di considerare l'ampiezza di espansione nel tempo e nello spazio della scrittura beneventana come determinante al punto da trascurare quelle forme diverse esistenti nel periodo della sua fioritura ma non riconosciute mai con una autonomia di scritture vere e proprie a sé stanti.
Così un tipo precarolino indipendente di carattere semionciale corsivo affiora nel periodo formativo di transizione, ma non arriva ad offrire o almeno a lasciare una tradizione grafica fissa ed importante. Il prepotente affermarsi del carattere beneventano distoglie spesso l'occhio dello studioso a cui invece l'indagine archivistica e la revisione locale da farsi per paese in tutte le regioni dell' Italia Meridionale porterebbe alla concretizzazione dell' ipotesi, che l'indagine approfondita può trasformare in certezza, dell' esistenza cioè nelle regioni meridionali, con uno sviluppo ritardato, ma con gli stessi caratteri, della scrittura minuscola rotonda del centro e del nord.
Si vuol proprio accennare nelle presenti note che questa scrittura, con caratteri e tipi calligrafici ben definiti, fa supporre l'esistenza di scuole o di scribi singoli conoscitori di una forma grafica che si infiltra e produce al momento non solo del trapasso della beneventana nella gotica, ma anche contemporanea in alcuni centri a dimostrazione della fisonomia particolare che la forma scrittoria può assumere localmente di fronte al tipo dominante.