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Long-term care. A cohort study using the Portoguaro Case Register

Published online by Cambridge University Press:  11 October 2011

Matteo Balestrieri*
Affiliation:
Servizio di Psicologia Medica, Istituto di Psichiatria, Università di Verona, Verona
Sossio Amodeo
Affiliation:
Dipartimento di Psichiatria, ULSS 14 della Regione Veneto, Portogruaro (Venezia)
Pierandrea Salvo
Affiliation:
Dipartimento di Psichiatria, ULSS 14 della Regione Veneto, Portogruaro (Venezia)
*
Indirizzo per la corrispondenza: Professor M. Balestrieri, Servizio di Psicologia Medica, Istituto di Psichiatria, Ospedale Policlinico, 37134 Verona. Fax (+ 39)045-585871

Summary

Objective – The aim of this paper is to analyse long-term care in an area (Portogruaro) monitorized with a Psychiatric Case Register. Design – A cohort composed by patients included in 1987 prevalence was followed in 1992. Three hypothesis have been tested: a) long-term patients (LT) have a better prognosis than long-stay patients; b) clinical and socio-demographical characteristics of LT are significantly different from those of non-LT patients included in the cohort; c) clinical and socio-demographical characteristics of LT that are also high-users are different from those LT that are not high-users. Main outcome measures – Analysis was performed using generalised linear models; principal clinical and socio-demographical characteristics were considered. Results – The results confirm the first hypothesis, and show that two variables (previous psychiatric contact and employment) were associated with patterns of care in 1992. Highly significant is the correlation between patterns of contacts in 1987 and 1992, showing that particularly long-term and high-user patients tend to confirm their pattern over the years. Conclusions – These results underline the necessity for psychiatric services to commit themselves to the care of this group of patients, that constitute the «new chronicity».

Riassunto

Scopo - Lo scopo di questo lavoro è di analizzare il fenomeno della lungoassistenza in un'area (Portogruaro) monitorata da un Registro dei Casi. Disegno - È stata studiata una coorte di pazienti composta dall'intera prevalenza annua del 1987, seguita con un follow-up a cinque anni (1992). Operativamente, abbiamo cercato di verificare tre ipotesi riguardanti i pazienti lungoassistiti (LA): a) i LA hanno una prognosi migliore dei lungodegenti; b) i LA presentano caratteristiche cliniche e sociodemografiche significativamente differenti da quelle dei soggetti non LA inclusi nella coorte; c) i LA che sono anche alti utilizzatori presentano caratteristiche diverse dai LA che non sono alti utilizzatori. Principali misure utilizzate - L'analisi è stata effettuta con metodi lineari generalizzati e sono state prese in considerazione alcune variabili sociodemografiche e cliniche. Risultati - I risultati confermano in primo luogo l'ipotesi di una prognosi migliore dei LA rispetto ai lungodegenti. Inoltre, essi indicano che precedenti psichiatrici e stato occupazionale sono variabili associate al pattern dei contatti del 1992. Molto significativa e risultata la correlazione tra patterns di contatto nel 1987 e nel 1992, indicando in particolare che il fatto di essere stato LA o alto utilizzatore tende a essere confermato nel corso del tempo. Conclusioni - Questi risultati evidenziano come i pazienti che formano la «nuova cronicita», pur con caratteristiche prognostiche tendenzialmente sfavorevoli, possiedono un miglior potenziale evolutivo e di affrancamento dai servizi rispetto ai pazienti lungodegenti, che compongono la cronicità «tradizionale». I risultati sottolineano in ogni caso la necessità di un impegno dei servizi psichiatrici nella cura di questi pazienti.

Type
Articles
Copyright
Copyright © Cambridge University Press 1994

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