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Opinioni diverse su Ostia tardoantica - DOUGLAS BOIN, OSTIA IN LATE ANTIQUITY (Cambridge University Press 2013). Pp. xvii + 287, map, figs. 57. ISBN 978-1-107-02401-4. $99.

Published online by Cambridge University Press:  27 November 2014

Carlo Pavolini*
Affiliation:
Università della Tuscia, Viterbo, [email protected]

Abstract

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Type
Reviews
Copyright
Copyright © Journal of Roman Archaeology L.L.C. 2014

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References

1 A p. 13 l'autore afferma di nuovo la necessità di estrarre la Ostia romana dalle ceneri di un immaginario evento catastrofico (non specifica quale evento, né immaginato da chi).

2 Meiggs, R., Roman Ostia (2 ediz., Oxford 1973) 583 Google Scholar. Le osservazioni di Boin sulle posizioni di Meiggs si trovano alle pp. 10 e 50.

3 Aug., Conf. 9.10.23 e 9.12.32.

4 Lo scrittore fa derivare balneum dal greco balaneion (quod anxietatem pellat ex animo).

5 Rut. Nam. 1.179-82.

6 Inaccessibile anche per piccole imbarcazioni come quelle su cui viaggiavano Rutilio e i suoi compagni: cfr. ibid. 1.229, progredimus parvis per litora proxima cymbis.

7 Descoeudres, J.-P., “La vignette d’Ostie dans la Tabula Peutingeriana,” Genava 53 (2005) 7784 Google Scholar.

8 Chevallier, R., “Les ports d’Ostie: pour une relecture des sources,” in Descoeudres, J.-P. (ed.), Ostie, port et porte de la Rome antique (Genève 2001) 2029 Google Scholar.

9 Escluderei, infatti, che si tratti della darsena (ipotesi alternativa avanzata da Chevallier), che il redattore della mappa non avrebbe certo privilegiato a scapito del grande bacino traianeo.

10 Tralascio qui le discussioni sulla data esatta di tale stesura della pianta, che molti pongono attorno alla metà del IV sec., mentre il più ampio commento recente ( Talbert, R., Romes’s world: the Peutinger Map reconsidered [New York 2010])CrossRefGoogle Scholar punta sull’epoca della Tetrarchia dioclezianea. In questo caso, la presenza dei centri distrutti dall’eruzione del Vesuvio nel 79 rappresenta certamente un anacronismo, un probabile “relitto” di documenti più antichi, utilizzati dall’anonimo estensore della Tabula.

11 Della quale Descoeudres non parla mai, escludendola anche dalla sua riproduzione di questa sezione della pianta (la sua fig. 1).

12 Cassiod., , Var. 7.9.2 Google Scholar.

13 Pavolini, C., “La trasformazione del ruolo di Ostia nel III secolo d.C.,” MEFRA 114 (2002) 325–52CrossRefGoogle Scholar.

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20 Sul piccolo luogo di culto Boin tornerà a p. 102, ma il suo inserimento nell’horreum non è assimilabile a quello del Sacello del Silvano nel Panificio dei Molini, proprio perché quest’ultimo non ostacolò affatto la funzionalità degli impianti manifatturieri, anzi li qualificò dal punto di vista religioso.

21 Cfr. s Meijlink, B. in Bakker, J. T. (ed.), The mills-bakeries of Ostia: description and interpretation (Amsterdam 1999) 6179 Google Scholar, e la pianta alla fig. 19.

22 Cfr. Gering, A. (con contributi di L. Lavan e L. Kaumanns), “Das Stadtzentrum von Ostia in der Spätantike: Vorbericht zu den Ausgrabungen 2008-2011,” RömMitt 117 (2011) 409509 Google Scholar.

23 Brenk, B. e Pensabene, P., “Christliche Basilika oder christliche ‘Domus der Tigriniani’?,” Boreas 21–22 (19981999) 271–99Google Scholar.

24 Bisogna anche notare che a p. 78 Boin menziona, fra le altre, l’interpretazione come complesso multifunzionale o xenodochium, lasciando però aperta l’intera questione, mentre a p. 184 l’edificio è diventato senz’altro “the Christian guesthouse”.

25 V. ad es. Zevi, F., “La sinagoga di Ostia,” Rassegna Mensile di Israel (marzo 1972) 317 Google Scholar.

26 Boin, D., “A hall for Hercules at Ostia and a farewell to the late antique ‘pagan revival’,” AJA 114 (2010) 253–66CrossRefGoogle Scholar.

27 Bloch, H., “A new document in the last pagan revival in the West, 393-394 A.D.,” HarvTheolR 38 (1945) 199244 Google Scholar.

28 Cfr. Boin (supra n.26) n.41.

29 Giustificata, fra l'altro, dal notissimo rilievo votivo dell'aruspice Fulvius Salvis, trovato nei pressi. Nemmeno Boin aveva potuto mettere in dubbio che la figura centrale della scena, con clava, fosse Ercole, ma aveva spiegato la cosa ricorrendo alla congettura che si trattasse di un altro Ercole oracolare, non ostiense. Per le motivazioni (quanto meno dubbie) e per tutto il problema, cfr. ibid. 259-61 e fig. 7.

30 Cfr. ibid. 258 s., mentre la questione, stranamente, non viene ripresa in esame da Boin nel presente volume.

31 Nell’articolo del 2010 aveva suggerito, accanto a questa, altre attribuzioni termali: cfr. ibid. 263.

32 Supra n.22.

33 In ambedue compare, come donatore, la figura di Gallicanus, ma Meiggs (supra n.2, 521-23) aveva già messo in luce le insormontabili contraddizioni dei testi cristiani in merito a questo personaggio.

34 Amm. Marc. 19.10.1-4. La fonte dà quindi per scontato che la destinazione fossero i bacini imperiali, e non certo lo scalo fluviale di Ostia, che, considerato tutto il contesto storico-archeologico dell'epoca, doveva trovarsi, quanto meno, in uno stato di grave declino nella seconda metà del IV sec.

35 Salzman, M., On Roman time: the Codex-Calendar of 354 and the rhythms of urban life in late antiquity (Berkeley, CA 1990)Google Scholar.

36 Procop., , Bell. Goth. 5.26.48 Google Scholar, citata da Boin a p. 52. E’ infatti probabilmente questo il senso del termine amphoteroti, utilizzato dallo storico.

37 Procop., , Bell. Goth. 5.26.819 e 6.7.1-3 (v. anche 6.5.3)Google Scholar.